domenica 20 dicembre 2009

sessantesimo delle occupazioni delle terre in basilicata-contributo di pietro ingrao

La terra a chi lavora

Forse è utile ricordare, innanzitutto, quale era il contesto ed il tempo della politica nazionale entro cui si produssero le tragiche vicende di Montescaglioso.
Era trascorso poco più di un anno dalle elezioni del 1948. Ricordo la fiducia, persino la baldanza con cui comunisti e socialisti erano arrivati a quella prova. E invece era venuto il trionfo del blocco clericale, sorretto prima di tutto da Papa Pacelli lanciato in una furente campagna che aveva coinvolto chiese, conventi, congregazioni, con toni apocalittici e richiami obbliganti al vincolo religioso.
Fu per noi “rossi” la sconfitta secca e il tempo di una amara riflessione, e anche delle prime dure divergenze fra comunisti e socialisti.
E tuttavia fu anche il tempo in cui emerse, persino con nostra sorpresa, la straordinaria novità delle insurrezioni popolari nei latifondi del Sud: terre marchiate dai feudi nobiliari e da una desolata miseria, che segnava soprattutto le masse contadine. La dura fame del latifondo. Agì in quelle terre tormentate una seminazione rossa: penso ad esempio alla figura di Adele Bei, a quel ceppo napoletano guidato da Giorgio Amendola e Mario Alicata, alla difficile lotta di Li Causi in Sicilia contro la mafia risorta. E si compì allora un incontro fra brani del pensiero meridionale di antico respiro (penso ad es. a Salvemini) con una soggettività comunista ormai radicata in Italia e ormai fortemente attiva anche nel mondo contadino del meridione, sul quale sfruttatori antichi e nuovi ancora pretendevano di esercitare il proprio dominio parassitario.
E in quell’incontro noi comunisti riscoprimmo la freschezza e l’attualità di quel breve e giovanile scritto di Gramsci della metà degli anni Venti: “Alcuni temi sulla quistione meridionale”, ove per la prima volta quel grave tema non veniva ridotto a contrapposizione geografica nord/sud, ma veniva affrontato quale componente di un conflitto di classe che segnava il modello di sviluppo dello Stato italiano fin dai suoi albori. Una lettura da cui emergevano le responsabilità della borghesia italiana, del sud come del nord, le sue connivenze con il parassitario ceto degli agrari e l’importanza di un’alleanza tra le lotte contadine che reclamavano terra e riforma agraria e le nuove battaglie del proletariato urbano che rimetteva in moto le fabbriche del nord.
E in quel rivolgimento lucano, dal mio posto romano di giornalista militante, vedevo emergere sulla scena due protagonisti nuovi ed antichi allo stesso tempo: i contadini e le donne. Due insorgenze che da quella terra lucana si dilatavano ancora più a Sud, in Puglia, Calabria fino alla punta estrema della Sicilia.
Le donne che spalancavano la porta di casa, si gettavano a semina nei campi trascinando per mano anche i fanciulli, che conoscevano orgogliosamente le manette. Le donne protagoniste di cui presto Angelina Mauro ne divenne alto simbolo.
Questo diceva all’Italia ormai quel sito di Montescaglioso. E tale è stata la vicenda di quelle plaghe, da riaprire nel Paese l’antica, dolente questione meridionale, rialzando in cielo quella annosa rivendicazione: la terra ai contadini. Ed evocando insieme una dolente domanda di libertà. Tutta l’annosa controversia sul Sud ...
Lo scontro di quelle nude masse contadine diveniva così controversia sul volto del Paese, e l’antica domanda di terra veniva a saldarsi all’irrompere del fordismo dentro le nuove fabbriche del Novecento. Ecco il grumo di nuove domande sociali che sommuoveva quella Patria italiana. E il Sud, come aveva parlato dalle vostre rivolte lucane, restò terra incancellabile del discorso sulla nazione.
Auguri a voi cittadini di Lucania. Grazie per ciò che avete dato alla mia nazione, ai contadini assetati di terre, alle nostre speranze di libertà e giustizia.
Altre volte, in anni ormai lontani, venni nelle vostre terre, che mi salvarono dalle mani della polizia nera. Auguro buon lavoro per questo convegno, che torna a riflettere su questioni ancor oggi brucianti ed al quale io, data la mia avanzata età, non potrò partecipare. Cercate ancora.

Pietro Ingrao

giovedì 19 novembre 2009

Ordinanza antivandalismi o cambiale da pagare?

- consumo di bevande alcoliche in luogo pubblico: 400 euro

- abbandono di contenitori di cibo e bevande in luogo pubblico: 500 euro

- uso delle aree pubbliche per soddisfare i bisogni corporali: 500 euro

- bivacco in luogo pubblico: 300 euro

- sedersi sulle scale o le aiuole: 300 euro

- vendita e somministrazione di bevande alcoliche dalle ore 20.00 alle ore 7.00: 400 euro

- parcheggio di auto con strumenti audio che si sentano all’esterno del veicolo: 250 euro

- fumare nell’area verde: 100 euro

- mancato rispetto dell’orario di chiusura degli esercizi pubblici autorizzati ex legge regionale 14/2003, degli esercizi di vicinato autorizzati ex D.Lgs 114/98, dei laboratori artigianali, delle attività di vendita o servizio alla clientela: 250 euro


Queste qui sopra le sanzioni previste dalla nuova ordinanza del sindaco Cantini per fronteggiare gli atti di vandalismi e schiamazzi dell'area denominata S.Michele, ordinanza che si commenta da sola e che ha visto la nostra cittadina divenire lo zimbello d'italia dopo il servizio del tg 5.
Era veramente indispensabile emanare una ordinanza di questo tipo? non bastavano le normative vigenti nella legislazione italiana che già di per se vietano qualunque tipo di schiamazzo o vandalismo o fare i propri bisogni in luogo pubblico, o abbandonare cartacce e recipienti vuoti per le strade?
No bisognava dare un segnale, o meglio c'era da pagare una "CAMBIALE" firmata durante le ultime elezioni per garantirsi l'appoggio incondizionato della lega che su S.Michele e sulla presenza degli extracomunitari nella nostra cittadina ha costruito le sue fortune elettorali.
Sono un incallito fumatore e continuerò a fumare in tutti i posti all'aperto cosi come consentito dalle leggi italiane, cosi come continuerò a sedermi sugli scalini di piazza Garibaldi o di S.Michele cosi come è costume e consuetudine della tradizione degli italiani, e questo mi pare non significhi "bivaccare"se mai se sporco o getto cartacce o anche cicche potete multarmi come previsto dalle leggi italiane.
Piuttosto caro sindaco perchè non fai sparire quei posacenere che ci sono sui davanzali della sala giunta e nel retro della sala del consiglio, li si che non si può fumare, ma li purtroppo non ci sono vigili che vengono a controllare.
Per concludere cercate di essere un pochino più seri e non fate ridere la gente.
tonino ditaranto

venerdì 13 novembre 2009

Morire dopo un pestaggio in tribunale, si può?

ROMA - Il presunto pestaggio di Stefano Cucchi, il geometra di 31 anni morto il 22 ottobre scorso, sarebbe avvenuto nel sotterraneo del palazzo B della Città giudiziaria di Roma, dove si trovano le celle di sicurezza. A questa conclusione sono arrivati gli inquirenti che oggi hanno emesso sei avvisi di garanzia nel quadro degli accertamenti sulla morte dell'uomo. Secondo quanto riferito oggi in procura, Cucchi sarebbe stato scaraventato in terra. Cucchi, dopo aver sbattuto violentemente il bacino, procurandosi una frattura dell'osso sacro, sarebbe stato colpito a calci. Il tutto sarebbe avvenuto il 16 ottobre, all'indomani dell'arresto dell'uomo per possesso di droga, e prima dell'udienza di convalida del suo fermo.

Tre agenti di polizia penitenziaria e tre medici dell'ospedale Sandro Pertini di Roma sono indagati dalla procura di Roma nell'ambito dell'inchiesta sulla morte di Stefano Cucchi. I primi tre per omicidio preterintenzionale, i secondi per omicidio colposo. Oggi hanno ricevuto tutti gli avvisi di garanzia.

Gli avvisi di garanzia sono stati notificati in vista della riesumazione della salma di Cucchi, in programma lunedì prossimo. Gli indagati avranno quindi la facoltà di nominare dei consulenti di parte che parteciperanno agli accertamenti disposti per fare luce sulla morte del geometra. Per i tre agenti di polizia penitenziaria l'ipotesi di reato di omicidio preterintenzionale potrebbe essere modificata in lesioni gravi se gli esami medico legali dovessero stabilire che la morte non è avvenuta per effetto del pestaggio. I medici del Sandro Pertini coinvolti, il responsabile del reparto penitenziario e due sanitari, devono rispondere di presunte omissioni e negligenze legate agli interventi eseguiti sul paziente, in particolare per quanto concerne la mancata alimentazione e la disidratazione.

Questa qui sopra la notizia riportata dall'ansa in data odierna circa le motivazioni che hanno portato la Procura di Roma ad emettere sei avvisi di garanzia nei confronti di tre agenti di custodia e di tre medici dell'ospedale Pertini di Roma.

Io non voglio assolutamente anticipare le risultanze delle indagini e l'esito di un eventuale processo a carico degli indagati per i quali vale quanto detto fin'ora in occasioni di altre situazioni e cioè che per il nostro sistema giudiziario vale la presunzione di innocenza fino a prova contraria e ad eventuale condanna dopo i tre gradi di giudizio, però questo episodio per vero o falso che sia ci deve far riflettere sul come spesso vengono trattate delle persone che per un motivo o per un altro vengono a contatto con le nostre strutture carcerarie o semplicemente con caserme delle forze dell'ordine.

E' il caso della caserma Diaz di Bolzaneto dove si consumò uno dei pestaggi più atroci nei confronti di giovani manifestanti no global sia italiani che stranieri e sul quale si è voluto stendere ad ogni costo un velo pietoso per coprire responsabilità di alte cariche delle strutture che dovrebbero garantire la libertà di ognuno di noi a manifestare, ma è anche il caso di una moltitudine interminabile di episodi come quello di Stefano Cucchi che restano nella completa ignoranza solo perchè non ci scappa il morto.

Oggi si parla di giustizia da più parti e della necessità di arrivare velocemente ad una riforma che a quanto pare in questo momento interessa più la prescrizione e la impunibilità dei nostri parlamentari piuttosto che un reale snellimento della burocrazia che attanaglia i palazzi di giustizia, allora se di giustizia si deve parlare lo Stato non può esimersi dall'essere in primo luogo se stesso "giusto" non permettendo più che episodi come quello di Stefano Cucchi avvengano nelle proprie strutture e per mano dei propri uomini.

Ai familiari di Stefano va tutta la mia solidarietà.

tonino

giovedì 1 ottobre 2009

riceviamo e pubblichiamo- INNI ITALICI di Franco Bifani

di Franco Bifani

La recente lettura delle parole del nostro inno nazionale, mi ha ispirato alcune considerazioni sul nostro vizio di tendere alla retorica ed all'abuso di certe rappresentazioni e categorie storiche ampollose, declamatorie, spesso autolesive della nostra immagine di popolo e nazione, ammesso e non concesso, poi, che essa esista ancora attualmente. Noi, del nostro inno, da più di 60 anni, preferiamo cantare, quando ce ne ricordiamo ancora le parole, solo la prima strofa, da “Fratelli d'Italia” a “L'Italia chiamò”. Difatti, già dalla seconda, cominciamo a darci la zappa sui denti e ad autocommiserarci; diventiamo calpesti,derisi e divisi da secoli., rivelando così un complesso di inferiorità, che data dalla caduta dell'Impero Romano, ci sentiamo sempre un volgo disperso che nome non ha. E' vero che ancora salsesi e fidentini, anzi, borgsàni, si deridono, che consideriamo i bussetani ed i reggiani teste quadre ed i piacentini dei “vilanòtti” agricoli dai braccini corti, ma insomma, laviamoci i panni sporchi in casa, senza sbandierare troppo queste debolezze di un campanilismo arcaico. E poi si continua con elmi di Scipio sulla testa, la vittoria che deve porgerci la chioma, la faccenda dei ragazzi d'Italia tutti Balilla: sono faccende che potevano andar bene ai tempi del Duce, al grido di “Vincere e vinceremo!”. Noto poi che noi italiani siamo particolarmente attirati dalle chiome muliebri, esse emanano evidentemente particolari feromoni; anche nel famoso “Inno di Garibaldi” di Mercantini ricorrono chiome, allori e spade sguainate. Un'altra parola ritorna in entrambi gli inni: Legnano. Anzi, nell'inno nazionale si afferma che “dall'Alpi a Sicilia dovunque è Legnano”. Ma quanti dei nostri baldi giovani sanno dov'è Legnano e che cosa mai vi accadde più di otto secoli fa, specie a latitudini inferiori a quelle dell'Appennino tosco-emiliano? E poi, forse è esagerato pensare che “ogn'uom di Ferruccio ha il core, ha la mano”, specie considerando che Ferruccio era stato finito da un Maramaldo calabrese, per cui si innescherebbero pericolose considerazioni e secolari pregiudizii sui nostri connazionali del Sud. Copriamo poi con un velo pietoso l'ultima strofa, con riferimenti a pratiche vampiresche di suzioni ematiche da parte di austriaci e cosacchi, che risente degli anni ed era forse valida 160 anni fa. Ci fu infatti qualcuno, tempo fa, che propose, ufficialmente, di aggiornare le parole dell'Inno con un “Fratelli d'Italia, l'Italia s'è desta, fratelli e sorelle, mettiamoci a festa. Dov'è la Vittoria? Che lieta ci arrida, che premii le sfide per la libertà!” Ma la variazione non è stata evidentemente ben accetta, sarebbe stato un po' come immettere vino nuovo in una botte di vino vecchio. Ricorre poi, per ben quattro volte, alla fine di ogni strofa, la parola “morte”, eredità di un romanticismo gotic-horror, tipico dell'800, altro elemento di autoflagellazione italica. A noi piace molto, viste le misere giornate che dobbiamo vivere nel Bel paese attuale, figurarci schiere di martiri che risorgono, come gli zombies della saga di Romero, dagli avelli, tombe che si scoperchiano, modello “Poltergeist”, morti che si levano ritti dalle bare, come nel ”Nosferatu” di Murnau, non si sa bene per andare dove e a che fare mai.

libertà per i cinque cubani




Ciao a tutti, invio il comunicato del nostro segretario Angelo per la manifestazione del 10 ottobre a Milano.

Saluti
Stefano

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Libertà per i 5 Cubani

Cari compagni ed amici,
il Circolo Celia Sànchez dell'Associazione Italia- Cuba,comunica agli associati e simpatizzanti, che sarà organizzato un pullman con partenza da Parma, per partecipare alla MANIFESTAZIONE NAZIONALE di Milano di SABATO 10 OTTOBRE 2009 alle ore 15,00.

Detta manifestazione,è stata indetta sulla base dell'appello lanciato da 10 premi Nobel,sulla RICHIESTA di REVISIONE del PROCESSO ai 5 PATRIOTI CUBANI incarcerati negli Usa,accusati di essersi infiltrati in movimenti terroristici Usa e nella criminalità organizzata e mafiosa nord-americana ,colpevole dell'uccisione del nostro connazionale FABIO DI CELMO.

La partenza del pullman da PARMA,avverrà SABATO 10 OTTOBRE alle ore 10,00 dal piazzale del Cimitero Municipale LA VILLETTA e si fermerà a : FIORENZUOLA, PONTENURE e PIACENZA.

Il costo è di 10,00 Euro

per informazioni e prenotazioni, TELEFONARE a:

ROSSANA; 0521-772932-----392-8350391-----329-7412856

WALTER; 0521-941393----347266937

MICHELE; 334-8991462

ANGELO; 0524-99352----349-2401864

mercoledì 16 settembre 2009

SABATO 19 TUTTI A ROMA

il dovere di esserci

Ho partecipato a decine se non centinaia di manifestazioni a Roma, manifestazioni a favore e manifestazioni contro, per la difesa dei salari o per i contratti, per i diritti, per la scuola, contro il fascismo e per tantissimi altri motivi indubbiamente importanti e meritevoli della nostra partecipazione e del nostro interesse, questa volta però è diverso, non vado a Roma per difendere 10 euro del mio stipendio o il mio diritto alla salute o alla casa, questa volta purtroppo è in gioco qualcosa di molto più grande, è in gioco il nostro stesso futuro di uomini liberi e pensanti, è in gioco la nostra repubblica, il diritto dei nostri figli di crescere da uomini liberi sotto una democrazia o divenire sempre più ogni giorno che passa schiavi di una dittatura tra le più pericolose che oltre alla libertà di movimento ed azione ci vuole togliere la libertà di pensare.

Siamo difronte al colpo di stato, imbavagliando la stampa e la libera informazione si vuole creare una nazione di 60 milioni di burattini i cui fili verrebbero tirati da un unico puparo, in questo caso il nostro premier Silvio Berlusconi che già condiziona il novanta per cento dell'informazione compreso le tv di stato ma che vorrebbe condizionarne la totalità mettendo la CENSURA a quei pochi giornali liberi compreso quelli cattolici che ancora si rifiutano di sottostare alle sue regole.

Io ci sarò a Roma e cosi dovrebbe fare ogni uomo che si ribella a queste regole, ogni libero pensatore, ognuno di noi che questa repubblica ha contribuito a costruire e a far crescere per ribadire a Berlusconi e a chiunque altro un domani possa avere altrettanti propositi velleitari chel'Italia è e deve restare una nazione LIBERA

tonino ditaranto

venerdì 24 luglio 2009

QUALE MENTE CONTORTA


Quale mente contorta può aver partorito un titolo del genere?
Non esistono "stranieri ubriachi", ma solo ubriachi e molestatori di qualunque paese essi siano o a qualunque razza appartengano.
La costituzione italiana afferma che l'Italia è una repubblica democratica libera e i cittadini sono uguali senza distinzione di razza, sesso o religione, ma questo probabilmente il giornalista che ha scritto l'articolo apparso sulla pagina fidentina della Gazzetta di Parma di oggi lo ha dimenticato o più semplicemente non lo ha mai saputo.
Il gravissimo problema che vive la zona di S. Michele o altri giardini e parchi cittadini, con persone incivili che schiamazzano, bivaccano e spesso scendono a liti o peggio infieriscono contro le proprietà altrui o contro le cose pubbliche non devono essere un pretesto per nessuno per alimentare l'odio razziale come fa il nostro bravo giornalista che non si limita al solo dovere di cronaca ma punta il dito diverse volte sulla parola "eztracomunitari", mi dispiace molto che la Gazzetta di Parma si presta a pubblicare questi articoli che contengono chiari tentativi di associare la balordaggine e l'inciviltà al fatto di essere stranieri o extracomunitari.
Forse qualcuno dovrebbe prendere lezioni dallo stesso Assessore Carancini che nella stessa pagina pone il problema con molta serietà e consapevolezza parlando di degrado urbano e disturbo della quiete senza nominare una sola volta la parola stranieri come è giusto che sia sapendo che non si possono fare distinzioni di appartenenza difronte a persone che altro non sono che maleducati.

lunedì 13 luglio 2009

raccolta differenziata, ottimizzazione o cottimizzazione?

Per un po di tempo ha fatto bella mostra in piazza Garibaldi all'imbocco di via Cavour uno striscione che metteva in risalto i risultati ottenuti dal servizio di raccolta differenziata a Fidenza. Sicuramente un servizio di grandissima utilità e indispensabile per la nostra cittadina, ma siamo sicuri che tutto funzioni a meraviglia o non ci siano invece delle disfunzioni anche abbastanza gravi che vanno corrette?
Nelle ultime settimane sui portoni di diversi condomini fidentini sono stati affissi dei ciclostilati che preavvisavano la messa in mora per la differenzazione non corretta o per l'utilizzo di buste non adeguate, provvedimento giustissimo e nel pieno diritto della S.Donnino multiservizi che gestisce la raccolta dei rifiuti, Ma chi provvede a mettere in mora la S.Donnino per le sue molteplici inadempienze?
A quanti di voi è capitato di doversi tirare frettolosamente indietro sui marciapiedi per non essere investito da un furgone della nettezza urbana che correva come impazzito? Basta fare capolino in via Berenini e in via Cavour per assistere a spericolate manovre di novelli piloti da formula 3000, per non parlare dei tanti tendoni di bar o negozi che in questi anni ne hanno fatto le spese.
Con quale cadenza periodica vengono ripuliti i nostri viali da cartacce o bottiglie di birra vuote lasciate li da incivili? certo che è un bel vedere.
Ma il piatto forte è il lavaggio dei cassonetti specie quelli dell'umido che non viene mai effettuato e lasciato alla buona volontà dei condomini.
In questo periodo d'estate non ci si può avvicinare per la puzza che ne proviene, e nemmeno è pensabile che detto lavaggio debba essere fatto dagli stessi condomini perchè ciò presupporrebbe che tutti gli stabili fosserro attrezzati di idropulitrici e soprattutto di fosse biologiche e vasche degrassatrici onde evitare che le acque di lavaggio finiscano negli scarichi delle acque bianche con notevole impatto inquinante delle falde acquifere del nostro territorio.
Si sarà certamente voluto ottimizzare il servizio di raccolta ma per il momento si è riusciti solo a "cottimizzare" con l'utilizzo di pochissima manod'opera, non rispettando i limiti di velocità e soprattutto offrendo un servizio scadente agli utenti che devono provvedere da soli alla pulizia dei cassonetti.
buona differenzazione a tutti
tonino ditaranto

giovedì 9 luglio 2009

MANOVALI? NO PRESTATORI DI MANOD'OPERA

Non so se qualcuno ci ha fatto caso, ma da qualche tempo nei cantieri edili della provincia di Parma scompaiono sempre più le figure di manovali e operai mentre sono in notevole incremento gli artigiani prestatori di manod'opera.
Come è possibile? che siano diventati tutti da un giorno all'altro cosi bravi da giustificare questo improvviso salto di qualità?
Sarebbe davvero molto gratificante sapere che si sia raggiunto un tale grado di professionalità da giustificare cosi tante maestranze, purtroppo le cose non stanno esattamente in questi termini.
In uno dei miei post precedenti facevo accenno al mercato della manod'opera e delle infiltrazioni di carattere mafioso e del caporalato che ormai sta prendendo piede nelle nostre zone, sembrerà assurdo ma il fenomeno si stà ingigandendo a dismisura tant'è che nella stragrande maggioranza dei cantieri è molto diffuso l'affido di lavori in subappalto a ditte artigiane senza dipendenti semplici prestatori di manod'opera che di fatto sostituiscono gli operai dipendenti. Si tratta per lo più di ragazzi poco più che ventenni o extracomunitari che pur non avendo le professionalità per giustificare l'apertura di una partita IVA vengono obbligati ad iscriversi se vogliono trovare lavoro.
Spesso succede che a gestire questo tipo di manod'opera sono sempre gli stessi personaggi che arrivano da province limitrofe che si aggiudicano i lavori a determinati costi e poi li affidano ad artigiani a prezzi molto inferiori al 50% rispetto all'appalto, oltretutto il costo orario di un operaio comprensivo di contributi si aggira intorno alle 20 euro per ora mentre nella migliore delle ipotesi un artigiano prestatore ne riesce a prendere a malapena 15 e nei casi di extracomunitari si scende al di sotto dei 12 euro per ora.
Questo tipo di situazione ci fa immediatamente immaginare che a rimetterci in primo luogo è la qualità del lavoro seguita chiaramente dagli stessi artigiani che sono costretti a lavorare in condizioni di disagio estremo a discapito della sicurezza e chiaramente del loro stesso guadagno che risulta essere molto inferiore di quello preso dagli stessi operai.
Eppure le leggi in materia vietano espressamente la sola prestazione di manod'opera se non in casi eccezionali e in presenza di lavori altamente specializzati, non certamente per i manovali.
Alcuni giorni fa è stato arrestato un funzionario dell'ispettorato del lavoro per le province di Mantova e Piacenza con l'accusa di riferire per tempo a delle imprese compiacenti i giorni delle visite ispettive nei cantieri dietro pagamento di una tangente. Sarà un caso isolato?
Mi auguro di si ma una cosa però è certa che se un artigiano percepisce 15 euro per ora non so come può fare a pagare le tasse che per il sistema italiano si aggirano all'incirca intorno al 50% a cui vanno aggiunte le spese per la tenuta della contabilità calcolabili intorno ai 3000 euro annue e tutta una serie di spese di gestione non detraibili oltre naturalmente al fatto che deve calcolare mel migliore dei casi 10 mesi di lavoro in un anno senza ferie e tredicesima e deve sperare che non si faccia male o che si ammali visto che INAIL e INPS cosi bravi a raddoppiarti il dovuto se non paghi una rata nel caso di infortunio ti pagano all'incirca 25 euro al giorno e nel caso di malattia nulla.
un saluto a tutti tonino

martedì 7 luglio 2009

" KOMMUNIST "

Avessi immaginato la notizia che mi avrebbero dato stasera me ne sarei stato tranquillo in casa invece che andare in piazza e beccarmi uno di quei voltastomaci che ti fanno andare di traverso tutto quello che hai cenato. Eppure i presupposti c'erano tutti perchè una cosa del genere accadesse si poteva capire da una serie di episodi accaduti quest'inverno durante le riunioni di sinistra per fidenza o dalle notizie che si vociferavano nei giorni scorsi sia in piazza che sui quotidiani locali.
Una di quelle notizie che ti sconvolgono anche se fino all'ultimo ho sperato si trattasse di una bufala.
E che cazzo (scusate il termine) Fellini, non gli bastava l'assessorato a Salsomaggiore e la segreteria provinciale del PCDI ora anche assessore alla provincia nella giunta di Bernazzoli.
Mi dispiace Andrea ma questa proprio non la digerisco.
Ecco spiegato i motivi per i quali durante le trattative per la scelta del candidato sindaco a Fidenza il PCDI è entrato ed uscito da sinistra per Fidenza tante di quelle volte a secondo del fatto che si era disposti ad accettare le direttive provinciali del PD o meno.
Era dunque tutto scritto, faceva tutto parte di quella logica delle spartizioni che purtroppo anche la sinistra ha imparato a conoscere, che nulla ha a che vedere con i reali problemi del paese ma che serve a determinati politici solo per accrescere la loro sete di potere e di ambizione personale.
Se questa è diventata la sinistra parmigiana mi vergogno di aver votato Bernazzoli alle scorse elezioni, non si ha il minimo pudore, si è ormai cosi sicuri di se stessi che operazioni di chiara spartizione di poltrone le si fanno senza il minimo ritegno.
Comunisti? Da comunista convinto mi sento anche di dire che certa gente di comunista non ha proprio un bel niente se mai dovrebbero chiamarsi con un nome che più gli si addice: ARRIVISTI o qualcosa del genere.
tonino ditaranto

sabato 4 luglio 2009

RIPARTIRE DAI BISOGNI DELLA GENTE 2

Buon giorno Fidenza,
rieccoci dopo una settimana di duro lavoro nuovamente davanti al pc per tentare di mettere un po di ordine alle idee e soprattutto fare il punto di quelli che sono stati i commenti e naturalmente le polemiche di questi ultimi giorni.
Settimana veramente intensa, si è insediata la giunta, i partiti quelli di sinistra in particolare hanno riunito i loro direttivi per le analisi del voto e sui vari blog, in particolare delle parti della piazza, si sono accesi i soliti anonimi con i loro pro e i loro contro che senza alcun minimo metro di misura e senza che ci siano ancora motivi per dare giudizi si schierano con veemente partigianeria.
Inutile ribadire che ci vorrebbe forse un minimo di rispetto personale in più nei confronti di chi si appresta a vivere una esperienza amministrativa ricordando che in politica ci sono avversari e non nemici e che è ingiusto e ingeneroso dare giudizi anche pesanti sulle persone senza averli prima visti all'opera.
Tornando alle analisi dei partiti mi ha colpito in modo particolare un concetto espresso a quanto pare nel direttivo del pd non riportato dagli organi di stampa.
Per il pd locale sembra che le colpe della disfatta siano da attribuire esclusivamente a fattori esterni, (cerri, errani, bernazzoli, ingerenze e via dicendo) mentre nessuna colpa verrebbe attribuita al loro comportamento e che anzi una eventuale candidatura dei cosiddetti ex (massari, antonini, vanicelli, ecc) avrebbe portato sicuramente il centro sinistra alla vittoria.
Premesso che mai avremo una verifica della fattibilità di queste affermazioni quello che preoccupa è l'arroganza, la presunzione, la pochissima umiltà dimostrata da un pd che nonostante la sonora sconfitta continua su posizioni che hanno permesso la vittoria del centrodestra.
Enrico Berlinguer ci insegnava che è fondamentale per un buon politico saper fare autocritica, riconoscere apertamente i propri errori e non perdere mai di vista quelli che sono i bisogni delle persone che ci prefiggiamo di rappresentare, ma forse di Berlinguer nel locale sezione del pd l'unico ricordo ad essere rimasto è una fotografia appesa ad un muro.
Nei giorni scorsi sulla pagina delle lettere al direttore della gazzetta di parma è apparsa una lettera sfogo di un piccolo imprenditore fidentino a cui va tutta la mia solidarietà che lamentava della difficilissima situazione economica che attraversa la propria azienda ormai sull'orlo del fallimento per via delle banche che non concedono più crediti e di un sistema creditizio che stritola i piccoli e li rende sempre più vulnerabili agli attacchi della concorrenza.
Forse nel caso specifico l'amministrazione di un comune centra davvero poco, ma siamo sicuri che anche le scelte amministrative non incidano pesantemente nel determinare crisi in determinati settori?
Allora mi viene spontanea una considerazione, se si fanno scelte che portano alla chiusura totale del centro storico, se si espandono le zone per insediamenti di catene di grossa distribuzione (s.michele campagna) e si permette la loro apertura senza alcuna giustificazione tutte le domeniche e i giorni di festa, chi ci rimette le penne non sono forse i piccoli commercianti? se si favoriscono i nuovi grandi costruttori edili privati o pseudo cooperative che già da anni si sono accaparrati suoli agricoli a bassissimo costo sapendo che prima o poi un politico amico o funzionario compiacente farà in modo che quei terreni diventino edificabili non si favorisce la speculazione edilizia a discapito di piccole imprese o di coloro che devono acquistare la casa a prezzi da capogiro?
Tornando al discorso del pd e delle colpe viene spontanea una risposta, non c'erano ne Errani ne Bernazzoli alla guida del comune di Fidenza negli ultimi vent'anni e se qualcosa di quello da me esposto è accaduto le colpe sono senz'altro di chi ha permesso che accadesse e che oggi è giusto che impari a prendersi le proprie responsabilità.
un saluto a tutti tonino ditaranto

domenica 28 giugno 2009

voceliberafidenza: buon compleanno fra antonio

http://www.missionemozambico.org/

buon compleanno fra antonio


oggi fra antonio triggiante compie 63 anni, a lui vanno i nostri migliori auguri

http://www.missionemozambico.org/

RICOMINCIAMO DA TRE VIRGOLA.....

Venerdì 3 luglio: "Ricominciamo da tre". Seminario nazionale di Sinistra e Libertà. Il seminario è aperto alla partecipazione di tutt* e si svolgerà dalle ore 10.30 alle 17.30 presso l'Hotel Quirinale, in via Nazionale 7 (Roma). I lavori del seminario sono da considerare preparatori alla prima assemblea nazionale di Sinistra e Libertà che si è deciso di tenere in settembre. Per partecipare, manda un'email a iniziative@sxmail.it


Qui di seguito la lettera di convocazione del seminario:


Alle candidate e ai Candidati alle elezioni Europee,
Ai sottoscrittori della lista di Sinistra e Libertà,
Ai consiglieri regionali, provinciali e dei comuni capoluogo,
Alle segreterie politiche dei movimenti e dei partiti di Sinistra e Libertà.

Care, cari,
avvertiamo l'esigenza di compiere una attenta analisi del voto europeo ed amministrativo appena svolto e di aprire una comune ed utile riflessione sulla prospettiva politica che ora si apre. Sin dal primo momento è risultata a noi evidente la potenzialità di un esito che, pur tenendoci al di sotto del quorum previsto dalla nuova legge, ha messo tuttavia in risalto l'esistenza di uno spazio politico reale, insieme alla domanda che avvertiamo forte di non disperdere ora quest'esperienza ma di dare ad essa una base politica ed organizzativa per le sfide che abbiamo dinanzi. E' una discussione impegnativa, quella che ora ci attende, che non può rinchiudersi dentro ristretti gruppi dirigenti. Per questo riteniamo che il modo più produttivo sia quello di compierla insieme a quanti - candidati, testimoni, eletti nelle amministrazioni locali - sono stati con il loro impegno protagonisti diretti della nostra campagna elettorale. Proponiamo a questa platea rappresentativa di riunirsi per un'intera giornata venerdì 3 luglio, dalle ore 10 alle ore 18 a Roma, presso l'Hotel Quirinale di via Nazionale n. 7, per compiere un esame del voto, riflettere sulle prospettive della nostra esperienza, indicare alcuni primi obiettivi di lavoro. Ricominciamo dal Tre, questo il titolo emblematico dell'appuntamento. Sarà quella anche l'occasione per fornire un contributo di merito alle numerose realtà territoriali che in questi giorni ci sollecitano nel proseguire un'esperienza che ha visto dovunque la partecipazione di donne e di uomini che guardano con ragionevole speranza alla costruzione di Sinistra e Libertà.
Per questo siamo fiduciosi che ognuno di voi voglia accogliere questo nostro invito e considerarlo come l'inizio, dopo il voto, di un comune cammino.
Nei prossimi giorni vi faremo avere un documento che sarà alla base della nostra discussione del 3 luglio.

Un caro saluto,
Claudio Fava
Grazia Francescato
Umberto Guidoni
Riccardo Nencini
Nichi Vendola.

Roma, lunedì 22 giugno 2009.
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LA SFIDA DEI GIOVANI DEL PD

SFIDA FRANCESCHINI-BERSANI, MA LINGOTTO CERCA TERZA VIA
TORINO - L'hanno chiamata la Woodstock democratica, il ritorno sul "luogo del delitto" dove due anni fa, stesso mese stesso giorno, Walter Veltroni aveva tenuto il suo discorso di candidatura alla segreteria del Pd. Al Lingotto di Torino i 'piombini', quasi tutti tra i 30 e i 40 anni, hanno chiamato oggi a raccolta quelli che vorrebbero "il Pd che finora abbiamo solo immaginato", per usare le parole di uno dei loro coordinatori, Giuseppe Civati, 34 anni, consigliere regionale in Lombardia. I 'piombini' cercano la 'terza via', diversa da Franceschini e Bersani, in prima fila ad ascoltarli per tutta la mattinata, e corteggiano Chiamparino - anche lui al Lingotto - che però non vuole abdicare da sindaco "perché - spiega - rispettare il mandato conferito dai cittadini è un imperativo amministrativo, politico ed etico".

I due principali candidati alla segreteria sono accolti con freddezza, si alza qualche fischio quando i fotografi fanno capannello davanti al palco per immortalarli. Ma provano a rilanciare: "La nuova generazione è già in campo - dice Bersani - non è da inventare, ma da riconoscere, facendo in modo che sia pienamente protagonista. Ma il partito deve darsi una struttura, non può essere la simulazione di una società perfetta. E chi vuole un partito liquido ha perso la fiducia che si possa cambiare la società". La battaglia pre-congressuale è già cominciata, "ma non é una resa dei conti, né una guerra tra bande - dice Franceschini alla platea - il confronto è democrazia. Non capisco, quindi, chi è impaurito, e tra questi ci sono anche dirigenti del partito, dal dovere scegliere da che parte stare. Il Pd, comunque, non è più in discussione: ci saranno vittorie e sconfitte, ma non si torna indietro". Il segretario annuncia: "Farò la mia squadra prima di sapere se verrò rieletto. E sarà composta da sindaci, coordinatori di circoli, parlamentari radicati nel territorio, senza riferimenti a nomi dati da qualcuno che conta". E la terza via? Chiamparino vorrebbe esserlo, ma è sindaco di Torino fino al 2011 ed esclude il doppio incarico: "Penso alla candidatura? Passo le mie giornate a pensare, tra i miei pensieri c'é anche questo, lo devo alle tante persone che mi hanno chiesto di scendere in campo". Per adesso i 'piombini' restano alla finestra: dall'assise al Lingotto non è uscito alcun documento, "é stato l'inizio di un'assemblea aperta ed il lancio della giornata del tesseramento, l'11 luglio. Franceschini e Bersani, almeno per ora, non ci hanno convinto, vediamo se verrà fuori un'alternativa. Quello che vogliamo è un partito orizzontale, non correntizio, un luogo pulito e ben illuminato, dove non si parli più, finalmente, di Ds e Margherita, di dalemiani, veltroniani, bindiani eccetera". Debora Serracchiani, la segretaria del Pd di Udine che alle Europee in Friuli ha preso più voti di Berlusconi, non crede al leader: "Non abbiamo bisogno - dice - di un capo figura salvifica, ma di una squadra, di un patto generazionale che aiuti a traghettare la nuova classe dirigente verso le leve di comando in vista del governo del Paese".
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sabato 27 giugno 2009

RIPARTIRE DAI BISOGNI DELLA GENTE

Buona domenica Fidenza,
una settimana è quasi passata dalla elezione del nuovo sindaco Mario Cantini al quale vanno tutte le nostre congratulazioni e gli auguri di buon lavoro.
Una settimana in cui non sono mancate polemiche e discussioni spesso accese per cercare di trovare delle motivazioni politiche valide che giustifichino la vittoria del centrodestra alle comunali di Fidenza, alle provinciali ricordiamo che il centrosinistra con Bernazzoli ha fatto il pieno di voti anche nella nostra cittadina.
Vogliamo provare anche noi di voceliberafidenza a dire la nostra.
Alle elezioni si è arrivati dopo un travagliato inverno che ha visto i partiti del centrosinistra e in particolare il PD impegnati in una difficilissima trattativa per la scelta del candidato sindaco.
Da una parte Giuseppe Cerri che puntava alla riconferma del mandato dall'altra il suo vice Paolo Antonini che forte del consenso di larga parte del PD locale aspirava alla carica di sindaco che già gli era sfuggita sempre per ordini altolocati cinque anni fa.
Non entriamo nel merito di come si sono svolte le varie fasi che poi hanno portato alla scelta di Enrico Montanari per ricompattare il PD e l'intera coalizione anche perchè ampiamente dibattuto dalla stampa locale durante i mesi passati, ma sul fatto che una coalizione che ad una settimana dalla presentazione delle liste non solo non aveva ancora il candidato sindaco ma neanche aveva avuto la possibilità di discutere ed approvare un programma condiviso che potesse portare Enrico Montanari alla vittoria finale, anzi va dato atto che proprio la sua candidatura ha impedito che la disfatta avesse dei numeri ancora più drammatici.
Con questa premessa non riusciamo davvero a capire come possa aver pensato il centro sinistra di poter affrontare e vincere le elezioni a Fidenza.
In una intervista sulla gazzetta di oggi il Dr Luigi Toscani, già presidente del consiglio, additava le colpe della disfatta al fatto che durante la campagna elettorale non si è riusciti a dare voce alle tante cose buone fatte dalla passata amministrazione, in parte siamo daccordo con lui, Fidenza è una cittadina in cui la qualità della vita, i servizi sociali, hanno un livello abbastanza accettabile se non buono, ma questo non basta, vi sono problemi che una amministrazione si deve porre e che sono altrettanto importanti al pari di quelli citati.
Quale è stato il rapporto trà l'amministrazione uscente e il problema del lavoro? quali risposte sono state date alla pressante richiesta da parte della cittadinanza e delle forze produttive al problema dell'integrazione, della sicurezza sul lavoro, delle continue ed inesorabili infiltrazioni di carattere mafioso nel tessuto urbano ed economico della nostra cittadina?
Siamo sicuri che coloro che hanno dato fiducia a partiti come la lega non siano magari lavoratori, operai, o artigiani e giovani che ieri votavano a sinistra e che oggi che si sentono minacciati nei programmi della sinistra non hanno trovato alcuna risposta alle loro giuste paure?
Fidenza è si una cittadina dove tanti servizi funzionano, ma è anche la cittadina dove il precariato ha avuto un notevole incremento negli ultimi tempi, specie in aziende di tipo cooperativo che invece per la loro natura sociale dovrebbero combattere certe forme di ricatto previste dal lavoro precario, è anche la cittadina in cui ogni giorno decine di giovani extracomunitari provenienti dalle provincie limitrofe sbarcano dai furgoni dei "caporali" nei tanti cantieri edili, a costi orari talmente bassi da costituire una vera e propria minaccia per gli artigiani locali che invece non possono essere assolutamente competitivi. Il lavoro è un diritto per tutti, e lo è anche il giusto guadagno e quando questo viene messo in discussione con forme di concorrenza sleale e spietate una pubblica amministrazione ha il dovere di intervenire, ma questo non ci risulta sia stato fatto.
L'ex sindaco Cerri ancora oggi non ha spiegato alla cittadinanza i motivi che lo hanno spinto alle dimissioni del marzo scorso, il PD non ha spiegato quali contrasti abbiano spinto il sindaco e il suo vice su strade contrapposte.
Questa non è ne la cultura ne il modo di fare della sinistra e quando ciò avviene è perchè si è perso i contatti con il proprio elettorato e con la gente, ma quello che più è grave che si è perso anche il fiuto di saper leggere i fenomeni sociali e intervenire per dare risposte concrete.
Ci aspettano cinque anni di opposizione, abbiamo tutto il tempo per scaricare qualche tossina e riprendere la nostra vecchia abitudine di ascoltare la gente, è arrivato il momento di ritornare a farlo.