Esisterà nel vocabolario italiano la parola “saccente”? me
lo sono sempre chiesto, ma la mia pigrizia non mi ha mai spinto a controllare,
sta di fatto che negli anni ho incontrato e conosciuto tante persone di
carattere diverso tra loro che una definizione alla parola in questione ho
imparato a darla da solo nella mia convinzione di ciò che per me significa quel
termine.
Il “saccente” ovvero il “so tutto io” è la classica persona
che si pone da solo sempre una spanna al di sopra degli altri; egli è cosi
convinto del suo stato di divino essere, eletto tra gli eletti, che se caso mai
qualche volta i fatti o le evidenze danno una visione diversa dalla sua
autoconvinzione il motivo altro non può essere che una distorsione dovuta a
complotti di alta massoneria ad opera “uffici stampa” del nemico “mostro”
partoriente “mostriciattoli”. Naturalmente gli uffici stampa non esistono
se non nella mente visionaria del nostro “saccente”, per il quale qualunque
cosa differisca dal suo modo di pensare non può che essere frutto o di “calunnia”
oppure di strani complotti.
Il “saccente non frequenta il “bar sport”, neanche il bar normale; non si mischia con la
plebe, se lo fa per dovere di circostanza sta attento al rischio di contagio.
Non frequenta la piazza, preferisce
quella virtuale magari creandone una a sua immagine e somiglianza, dalla quale
lui, da essere supremo, sentenzia e giudica, scrive e si commenta da solo
creandosi infinite identità; pubblica anche i commenti della plebe, quando gli
fanno comodo e dopo averli passati naturalmente sotto la mannaia della sua
divina censura.
Capita anche, molto di rado per la verità, di incontrarlo
nella piazza reale, seduto ad una panchina con un paio di amici a fare quattro
chiacchiere, naturalmente non da bar ma di altissima levatura intellettuale per
non contaminare la sua pregiatissima materia grigia. Chiacchiere politiche
naturalmente dove anche i suoi stessi commensali, che lo conoscono bene, si guardano bene dall'esprimere
pareri precisi per non finire nella morsa del suo implacabile giudizio. Se ti accorgi della sua
presenza nella piazza forse faresti meglio a cambiare strada invece che sederti
ai tavolini del bar di fronte con la tua ragazza a sorseggiare un aperitivo,
eviteresti in quel modo un fastidiosissimo fischio alle orecchie o magari di
finire sulla piazza virtuale con una bella foto in mostra sotto al
titolo di un celebre film di Tognazzi, Celi, e compagnia varia.
Una cosa però me la sono sempre chiesta ma non ho saputo mai
darmi una risposta: come deve essere la vita sessuale di un “saccente”?
riuscirà a fare l’amore con la sua donna o magari a masturbarsi dopo le tante “seghe
mentali” che di sicuro si fa dalla
mattina alla sera?
Tonino Ditaranto
p.s. ho vinto la pigrizia e ho controllato sul vocabolario, la parola saccente esiste per davvero