domenica 23 maggio 2010

Quanto è giusto tenere i negozi aperti di domenica?


Ieri, sabato, come ormai sempre più di sovente mi accade,ho dimenticato di recarmi a fare spesa, di conseguenza sono andato stamattina, domenica, trovando, naturalmente, tanti clienti con il loro bel carrello, tra le corsie del supermercato.
In settimana avevamo avuto un incontro, tutta la coalizione di centro sinistra, con la responsabile della CGIL fidentina, proprio su questo argomento, presso la sede del PD.
Trovandomi tra quelle corsie, questa mattina, non so perchè, sentivo lo sguardo di incolpevoli commessi, che erano li, a lavorare di domenica, per sopperire ad una mia dimenticanza.
Possibile che le nostre abitudini, cambiano cosi velocemente, da non farci accorgere di quanto diventiamo schiavi di un sistema, che ci porta a non accorgerci che per il nostro cosiddetto benessere, si stravolgono le regole che dall'inizio della civiltà hanno sempre garantito il giusto riposo domenicale ai lavoratori.
Ritornando all'incontro avuto presso la sede del PD, mi sono tornate in mente alcune considerazioni fatte circa l'opportunità politica di aprire una vertenza su tale argomento, naturalmente da più parti venivano espressi dubbi sull'effettivo consenso che una tale iniziativa riscuoterebbe, e su eventuali ripercussioni sull'elettorato.
Tutti i dubbi a tal proposito sono più che legittimi, ritengo però che non sempre bisogna fare politica pensando esclusivamente alla propria bottega e ad eventuali conseguenze, bisogna avere il coraggio talvolta di essere disposti a rimetterci sia in termini di immagini sia in termini elettorali, se la battaglia che si vuole condurre è una battaglia di civiltà, e questa sul diritto dei lavoratori, di avere il giusto riposo domenicale, come avviene in tutti i settori di lavoro che non hanno una stretta necessità dettata da esigenze straordinarie (ospedali, trasporti, servizi,ecc.), è senza ombre di dubbio non solo una battaglia di civiltà, ma sicuramente una battaglia necessaria.
La legge regionale sul commercio prevede la chiusura di dieci festività durante l'anno, con la possibilità di aprire solo otto domeniche nei periodi natalizi ed estivi, il consiglio comunale con delibera in deroga ha sorpassato detta legge permettendo l'apertura dei negozi anche il primo maggio. Questa è una cosa veramente inaudita, alla quale occorre porre subito rimedio.
Tonino Ditaranto
SEL Fidenza

domenica 16 maggio 2010


Caro sudista, ti scrivo...

di Franco Bifani

Ho voluto iniziare parafrasando le parole di una nota canzone di Dalla, ma il mio intento è quanto mai serio, anche se, spero, non serioso. Il caro “sudista”, ma, idealmente non il solo, cui scrivo, con affetto e simpatia, è Tonino Ditaranto, proprio lui, in carne ed ossa, finalmente conosciuto, di persona, al Ridotto del Magnani, venerdì sera, per la presentazione del libro “Rossa terra mia”. Mi aspettavo una persona del tutto diversa, chissà perchè me l'ero immaginato alto, magro, sui 30 anni, con barbetta. Ma la sua simpatia, la sua cara e gradevole semplicità, il suo calore ed entusiasmo, ti prendono subito, come gli stringi la mano, sono fortemente e “pericolosamente” contagiosi. Ogni tanto ci davamo, via e-mail, del terronaccio e del polentonaccio; fossero tutti come te, Tonino, i “terronacci”!
O come quei simpaticissimi ragazzi con cui, all'entrata del Magnani, ho scherzato un poco, prima del tuo arrivo, e che, a volte, parlavano un lucano stretto, per me incomprensibile. Su al Ridotto, che io pensavo per me irraggiungibile e per cui ti avevo chiesto un eventuale supporto per avanzare in salita, ho finalmente conosciuto anche Guido Giombi, accompagnato dal flemmatico sir Carduccio Parizzi, e Villiam Vernazza. Anche qui una sorpresa, me li ero figurati del tutto diversi. Ed ho rincontrato il caro amico Fausto Maria Pico, che non vedevo più da ere geologiche; mi ha duramente rimproverato per non aver ancora letto i suoi libri di poesie e mi ha ricordato, per l'ennesima volta, che sua sorella Anna Maria, mia compagna di classe al Ginnasio a Fidenza, ancor oggi biasima il mio caparbio rifiuto di studiare le regole di latino. Il fatto è che io non reggo nemmeno la lettura delle liriche altrui, fatta eccezione per i grandi dell'800 e del '900; a sum propria antig cme i brugn! Ed ho finalmente incontrato anche il fustigatore della neo-edilizia perversa borghigiana, Ambrogio Ponzi, il figlio del mitico Ettore, di cui conserva lo sguardo penetrante e severo; tutto grazie a te, Tonino! E poi è iniziata la presentazione del libro, che io avevo preventivato come noiosetta anzichenò- intorno a vicende che io assolutamente ignoravo, di quella terra, la Lucania, fuori dai circuiti della storiografia cattedratica ufficiale, ed anche tagliata fuori dai percorsi turistici più trendy ed esclusivi. Ho apprezzato, con vera commozione, le parole di Filippo Novello, figlio di quel bracciante, Giuseppe, ucciso dai poliziotti di Scelba nel '49, a Montescaglioso, durante le lotte per il possesso delle terre; parole semplici, chiare, efficaci, di una riservatezza pudica nobilissima, quasi eroica; un uomo straordinario, Filippo! Poi ha parlato a lungo Vera Lamonica, sindacalista della CGIL; aveva subito puntualizzato che era calabrese. Alla fine dell'incontro, l'ho avvicinata e salutata, complimentandomi e congratulandomi con lei, e le ho specificato che, anche se non avesse confessato le origini calabre, ci avrebbe pensato la sua parlata inconfondibile. Quella donna non parlava solamente, ma dardeggiava fuoco e fiamme, mi ha incantato con l'entusiasmo di quanto esponeva, con veemenza oratoria coinvolgente; avrebbe potuto continuare ancora lungo e non mi avrebbe minimamente annoiato. Il suo discorso aveva la forza e l'energia di una colata lavica dell'Etna. Dico la verità che gli ultimi interventi dei politici di professione, Garbi, Bartoletti e Bubbico, mi sono risultati, al confronto, molto meno coinvolgenti. Tornato alla magione, mi sono documentato sulle vicende di Montescaglioso e sono rimasto allbito per quanto è successo a quella povera gente indifesa, di fronte alla violenza delle forze dell'ordine di allora -ma anche di adesso, no?-. Novello testimoniava, con grande tristezza, che, nel '49, in quelle zone, si viveva ancora nel profondo Medioevo, in tutti i sensi. Ho letto poi un pezzo del giornalista Rocco De Rosa, che ricordava, oltre a Vincenza Castria, altre eroine del paese, come Marianna Menzano, Anna Avena, Nunzia Suglia, che fra l'altro scontarono in carcere quasi un anno di pena. E se non vado errato, rimase invalido per la vita, in quella sparatoria senza ragioni e senza senso, anche un certo Michele Oliva. All'uscita, dopo aver salutato,la signora Lamonica e Novello, mi son perso per le strade di Fidenza; avevo urlato ai lucani, stretti in falange verso una pizzeria: “Ueh, lucani, ma a noi polentoni nun ce vulite proprio?”. Mi stavano trascinando con loro, ma poi ho calcolato l'ora, la mia tarda età, la disponibilità di chi doveva farmi da cane-lupo, verso casa, essendo io mezzo cecato, e mi sono congedato, tra parlanti dialetti sconosciuti. Tonino, poi, era uccel di bosco, l'avevo perso di vista. Tornato a casa, mi son buttato sul divano e mi sono raccolto in meditazione, poco trascendentale e molto immanente, pensando al fatto che avevo forse perso un'occasione per conoscere gente di un Sud profondo e sconosciuto, veramente straordinaria, tale da farmi ripensare e correggere certi miei bruciori antimeridionali da polentone incallito, come mi rimprovera sempre il solito Tonino, tanto più essendo io un meticcio di lombardi e campani. E mi è venuto a galla, nel gran pelago della memoria, quanto mi aveva scritto appena il giorno prima, proprio lui: che volevo di più dalla vita, dopo non solo uno, ma diecine di lucani?

Foto, dall'alto in basso: Montescaglioso 1949 la lotta per la terra, Tonino Ditaranto, Fausto Maria Pico e Franco Bifani, il tavolo dei relatori.

lunedì 10 maggio 2010

SEGNALI INQUIETANTI !!!


Spesso parliamo di sicurezza usando slogan, cercando di arrivare nell'intimo delle persone, per attirarne l'attenzione, non tanto sul fenomeno reale e le sue molteplici sfaccettature, ma quanto per poterci porre ai loro occhi come difensori della loro sicurezza.
In realtà alzare la voce senza cercare di porvi rimedio e senza cercare di capire la natura dei fenomeni è quanto di più sbagliato e pericoloso che possiamo fare, perchè si rischia di alzare degli autentici polveroni demagogici, non solo inutili ma anche fuorvianti, come successo per i giardini di S. Michele.
Episodi di cui invece abbiamo notizie quotidiane, dovrebbero farci riflettere. Gli ultimi mesi sono stati caratterizzati da una serie infinita di fatti accaduti ai quali andrebbe data una giusta collocazione e cercare di porvi rimedio.
Vi è una serie di episodi che vanno dai furti nelle ville e nelle campagne che sicuramente andrebbero addebitate ad un tipo di criminalità semi organizzata, proveniente per lo più da provincie limitrofe e dalla vicina Lombardia, che coinvolge nella stragrande maggioranza dei casi, soggetti provenienti dall'est Europa, non necessariamente extracomunitari, che andrebbero combattuti con un maggior controllo del territorio, sia in ore diurne che in quelle notturne da parte delle forze di polizia istituzianali, controllo che di sicuro resterà carente e non potrà essere intensificato fino a quando il Governo nazionale, di cui la Lega Nord è una protagonista importante, continuerà con la politica dei tagli, che tiene ferme centinaia di pattuglie per mancanza di benzina per gli autoveicoli.
Una seconda fascia di reati, quelli a catene distributrici e attività produttive, andrebbero addebitate ad una criminalità più organizzata, dove spesso i furti avvengono su commissione, con coinvolgimento in alcuni casi di basisti molto vicini, e che molte volte sono pensati per effettuare delle vere e proprie truffe alle assicurazioni.
Una terza fascia è quella che potremmo chiamare della "microcriminalità". In questo caso i soggetti sono per lo più persone del posto, sia di etnia extracomunitaria che italiana.
Questo tipo di criminalità che va dallo spaccio agli scippi, ai piccoli furti in negozi, trova oggi a Fidenza un terreno molto fertile, dovuto ad un innalzamento del disagio sociale e giovanile, per la mancanza di prospettive occupazionali, per la mancanza di una vera e propria attività socioculturale e di recupero di ragazzi spesso sempre più abbandonati a se stessi.
In questo caso, non è tanto l'intervento repressivo che può arginare il fenomeno, quanto una maggiore presenza delle istituzioni nell'individuare l'origine del disagio e porre in atto iniziative di vera integrazione. Ora ritorniamo a S. Michele, per dire che la tanto discussa ordinanza altro non ha fatto che spostare le persone che vi si fermavano di sera in altri posti, senza risolvere il problema.Non sarebbe stato meglio, invece, cercare di portare in S.Michele, organizzando magari manifestazioni, coinvolgendo anche gli extracomunitari, per attuare una vera politica di integrazione, cosi come previsto nel progetto iniziale di tutta l'area che prevedeva la realizzazione di un polo culturale?
Un ultima fascia, quella che oggi ci lascia più perplessi e ci fa pensare a segnali inquietanti, è quella alla quale ancora nessuno sta rivolgendo attenzione, ma che invece dovrebbe farci alzare la guardia perchè forse è la più pericolosa.
Da un po di tempo episodi che prima erano limitati alla vicina Salsomaggiore, avvengono con maggiore frequenza anche in comuni diversi, Fidenza compresa. Camion di artigiani che vengono dati alle fiamme, distributori che prendono fuoco, non una ma due volte nel giro di pochi mesi, cantieri presi di mira da atti vandalici, e via dicendo.
Potrebbero trattarsi di episodi casuali e per nulla legati tra loro, ma il loro proliferare dovrebbero metterci in allarme. Non vogliamo fare dell'allarmismo, ma solo lanciare un segnale che ci faccia alzare la guardia. La vera e propria criminalità organizzata comincia ad appropriarsi di un territorio in questo modo, con atti intimidatori, con la richiesta di piccole tangenti, per poi alzare il tiro e pretendere un vero e proprio controllo su tutte le attività commerciali. Questo è un fenomeno già da tempo molto diffuso in diverse provincie a noi vicine. Qui non basta il lavoro delle forze dell'ordine, occorre una ferma volontà di ognuno di noi di non cedere, ma occorre anche il sostegno reale delle forze sociali, partiti e organizzazioni sindacali di categoria in testa.
Il commerciante o l'artigiano preso di mira cede se viene lasciato solo, ma con il sostegno di tutti è molto difficile che questo tipo di criminalità riesca a passare.
Sinistra Ecologia e Libertà
Fidenza

domenica 9 maggio 2010

"rossa terra mia"




VENERDI 14 MAGGIO PRESSO IL RIDOTTO DEL TEATRO MAGNANI A FIDENZA ore 20,30

CON IL PATROCINIO DELL'AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI FIDENZA

IN COLLABORAZIONE DELLA COMUNITA' LUCANA FIDENTINA E

DELLA LIBRERIA VECCHIA TALPA

LA C.G.I.L. PRESENTA

ROSSA TERRA MIA di Vincenza Castria e Ciro Candido

Coordina Maura Giuffredi- segretaria CGIL Fidenza

presenzieranno:

Filippo Novello- figlio di Giuseppe Novello, bracciante ucciso durante le occupazioni delle terre a Montescaglioso

Ciro Candido- Dirigente delle lotte contadine e coautore del libro

Paolo Bertoletti- Segretario generale CGIL Parma

Sen. Salvatore Adduce- Sindaco di Matera

Sen. Filippo Bubbico. ex Governatore Basilicata

Roberto Garbi- Consigliere Regionale Emilia Romagna

Conclude

Vera La Monica- Segreteria nazionale CGIL

A termine della serata incontro con tutti i montesi e i lucani che intendono partecipare intorno ad una pizza per un nuovo Fidenza Party

mercoledì 5 maggio 2010

nuovo grattacielo


Dal Fidentino.com di Pierre Barilli (carduccio Parizzi) apprendiamo che il PDL locale nell'incontro avuto lunedi scorso nella propria sede ha dato via libera alla realizzazione del nuovo grattacielo al di la della ferrovia.
A pensarci già viene mal di stomaco:
Ma non era stato proprio il PDL a criticare aspramente la realizzazione dei terragli tanto da farne uno dei cavalli di battaglia della loro opposizione alle scorse amministrazioni di centro sinistra?
Cambiano le amministrazioni ma i metodi restano gli stessi, la cementificazione prevale sempre sugli interessi dell'ambiente.
Visto le premesse non osiamo immaginare quello che potrà succedere quando questa amministrazione metterà le mani al nuovo PSC.

domenica 2 maggio 2010

ora capisco tante cose!!

Dopo essere passato oggi in macchina sotto al tunnel di via Mazzini finalmente mi sono dato quelle spiegazioni che non riuscivo a darmi in questi anni da quando furono dati inizi ai lavori del sottopasso.
Non riuscivo a spiegarmi la necessità di un tunnel che sarebbe costato diversi milioni di euro e anni di disagi alla collettività e di cui francamente non ne vedevo allora la sua utilità, fino a quando oggi passandoci sotto ho notato che proprio all'ingresso provenendo da via Mazzini nel bel mezzo di una curva è in bella vista l'apertura dell'ingresso ai garage dei terragli per buona pace di tutte le regole di sicurezza stradale.
Ancora una volta hanno avuto conferma le mie idee circa il fatto che gli interessi generali vengono sempre messi in disparte rispetto a quelli di palazzinari senza scrupoli, specie se questi godono anche delle simpatie di politici accondiscendenti.
Già di per se l'intera vicenda dei terragli aveva lasciato la stragrande maggioranza dei fidentini sbigottiti di fronte ad una scellerata scelta che ha stravolto l'intera area della stazione, svendendo un patrimonio pubblico urbano a discapito degli interessi generali, con la scusa che per il comune l'unico modo per realizzare delle opere è quello di affidarsi ai piani integrati, ora nel vedere che all'interno del tunnel vi è l'ingresso ai garage, mi convinco ancora di più che quando determinate scelte, che dovrebbero essere politiche, le si lasciano alla decisione di tecnici, non potranno mai essere in alcun modo negli interessi collettivi.
Questa vicenda mi porta a pensare ad una analoga che sta per consumarsi a pochi chilometri da noi: Salsomaggiore. Stessi protagonisti, stessi obbiettivi: la svendita del campo da golf e il suo cambio di destinazione urbanistica in zona edificabile.
Vedremo come andrà a finire, ma su di una cosa possiamo già essere certi: anche a Salso gli interessi generali vengono sempre dopo di quelli di pochi.