giovedì 18 febbraio 2010

Giulia- lettera ad un'amica

Ciao Giulia,
non immagini l'emozione di averti rivista l'altra sera insieme al tuo bambino ormai quasi giovanotto, e tu in quel paio di jeans e quel giubbotto nero indossati con una eleganza da fare invidia alle più belle donne della fidenza bene.
Son passat di anni, chissà dieci, forse dodici da quando sulle scale del bar la prima volta ti avvicinasti a me e chiedendomi una sigaretta cominciasti a parlarmi dei tuoi mille problemi, di come ormai fossi rimasta senza alcun affetto dopo la perdita dei tuoi cari, di tuo padre che se ne era andato per gli effetti dell'alcol, dei tuoi fratelli e sorelle che ormai ti avevano abbandonata a te stessa e di come fossi finita in quel giro vorticoso e devastante della tossicodipendenza fatto di continue menzogne e continui sotterfugi pur di assicurarsi la dose giornaliera che ti permettesse di affogare le delusioni di una vita in quei pochi grammi di morte che giorno dopo giorno alleviavano le tue sofferenze.
Eppure in quel tuo guardare, in quel tuo parlare, io leggevo allora una grande voglia di speranza, quella speranza alla quale ognuno di noi si aggrappa come ultima spiaggia per non sprofondare nel baratro in cui lentamente ed inesorabilmente stà scivolando.
Quella tua speranza la volli raccogliere e cominciammo una frequentazione divenuta poi quotidiana al punto che entrambi non vedevamo l'ora di poterci incontrare ogni sera per passare qualche ora in compagnia alternando serate in discoteca o davanti ad una pizza o più semplicemente seduti su qualche gradino con la chitarra a cantare una canzone dei nomadi.
Eppure passarono almeno due anni prima che tu mettessi definitivamente da parte la diffidenza che avvertivi nei miei confronti e che ti portava a pensare che prima o poi ti avrei chiesto qualcosa in cambio di quella mia disonibilità anche a farmi carico dei tanti problemi che continuavano ad affliggerti.
Avevi ragione, qualcosa mi aspettavo da te.
Non era comunque la tua diffidenza a farmi stare più male, bensi quella di tutti i miei amici che continuavano a non accettare questo nostro rapporto e per i quali ormai noi non potevamo essere altro che amanti.
Poverini, non ho mai capito questa loro povertà e li ho sempre compatiti perchè non potevano assaporare la gioia che ti possa offrire un puro rapporto di sincera amicizia.
Anche quando ti portai per la prima volta al mio paese le reazioni furono le stesse, nessuno riusciva a capire questo nostro rapporto, gli unici che invece ti hanno accettata fin dal primo momento sono stati mia moglie e i miei figli che ti hanno accolta in casa facendoti sentire forse per la prima volta parte di una vera famiglia.
Con il senno di poi siamo tutti bravi, ma a pensare a quegli anni, a tutte le tue sofferenze viene da chiedersi come è stato possibile che tu ce l'habbia fatta.
Cercavi di lasciarti alle spalle un brutto passato, i tuoi impegni anche nel seguire un percorso di disintossicazione incontravano quotidianamente mille ostacoli da parte della cosiddetta gente perbene che con la loro indifferenza e a volte cattiveria ti spingeva ad abbatterti e a darti per vinta. Ricordo le tante volte che avevi trovato un lavoro e che puntualmente perdevi non appena scoprivano dei tuoi trascorsi, eppure anche allora ricevesti un grande segno d'amore quando ti licenziaro dalla casa protetta e che invece furono costretti a riprenderti grazie agli anziani che si opposero perchè affascinati dal tuo amorevole modo con cui ti prendevi cura di loro.
Vedi Giulia, in fondo avevo ragione quando ti chiedevo di insistere perchè il mondo non è solo indifferenza ma vi sono tantissime persone disposte ad offrirci il proprio cuore e la loro disponibilità.
Fu una sera di luglio quando mi chiamasti in preda al terrore dicendomi che ti stavano portando a partorire d'urgenza. Non sapevo come comportarmi, mia moglie era partita qualche giorno prima e io mi affrettai in ospedale dove solo quella tua amica di Soragna ci raggiunse, ne una delle tue sorelle, ne il padre del bambino, e in quella sala dove tu stavi partorendo mi sentii veramente utile nell'esserti vicino e la gioia fu ancora più grande quando piena di lacrime ti vidi stringere con tantissimo amore quella piccola creatura e riempirlo di baci, fu allora che realizzai l'idea che ormai tu avessi vinto la tua battaglia più importante.
Oggi mi capita di vedere tuo figlio giocare felice con altri bambini, lo vedo sereno e pieno d'amore, quell'amore che tu da ragazza madre con mille sacrifici non gli hai fatto mancare.
Ormai non ci vediamo quasi mai e quelle volte che capita abbiamo soltanto il tempo di prendere un caffè, ho saputo che hai ripreso i rapporti con i tuoi, non tutti, ma è già un passo importante, gli altri vedrai arriverà il momento che anche loro capiranno di avere sbagliato, la cosa importante è che quella ragazza che conobbi tanti anni fa ormai non c'è più, oggi c'è una bellissima donna e una dolcissima madre che ha avuto il coraggio di affrontare una guerra e di averla vinta alla grande.
Ti chiedevi allora cosa mi aspettassi da te, questo è ciò che volevo e tu non mi ha deluso.
grazie Giulia

domenica 14 febbraio 2010

quel San Valentino che non dimenticherò mai


Son passati quasi vent'anni dalla stosia che mi accingo a raccontare e sinceramente non so se riuscirò a terminarla dandoci il giusto peso che merita, ne sa alla fine avrò il coraggio di premere invio e decidere di pubblicarla.

Il rischio è che una storia del genere si fa veramente fatica a credere, io stesso non ci avrei creduto se fosse capitata ad un altro, e magari ci avrei sogghignato su come so che potrà succedere ai tanti che leggeranno e che sicuramente il sorrisino lo faranno vista la incredulità della storia stessa, però non mi importa, io ci provo lo stesso a raccontarla dal momento che in tutti questi anni l'ho tenuta per me e oggi sento il bisogno di condividerla.

Era il martedi dopo Pasqua del 1992 e stavo riaccompagnando a Monte la mia famiglia che aveva deciso di trascorrere la Pasqua insieme a me qui a Parma, arrivato nelle vicenanze di Bologna comincio ad avere dei problemi alla macchina e decido di fermarmi alla prima stazione di servizio per dare una controllata intanto che i miei approfittano per andare in bagno e a prendere qualcosa da mangiare.

Mentre stò trafficando intorno all'auto mi si avvicina una ragazza che mi dice che deve parlarmi, al che io cerco di allontanarla facendo notare che avevo ben altro da fare, ma lei insiste e alla fine le concedo qualche minuto e lei comincia con il raccontarmi una storia piena di particolari che mi riguardavano e che solo io conoscevo chiudendo dicendomi che la signora a cui mi ero rivolto la sera di San Valentino mi mandava a dire che potevo stare tranquillo che tutto si sarebbe sistemato.

Non immaginate il mio stupore nel sentire dalla bocca di quella ragazza il racconto nei minimi particolari, indicandomi perfino il posto, di un episodio che mi era accaduto la sera del 14 febbraio precedente.

Avevo voluto trascorrere il San Valentino con mia moglie e i miei figli quell'anno, ero sceso a Monte e la sera stessa mi ero rimesso in macchina per tornarmene a Parma. Da un anno ormai passavo due notti a settimana in autostrada nei miei viaggi tra Parma e Monte con la testa che continuava a pensare alle tante bruttissime cose che mi stavano accadendo, momenti in cui i pensieri più brutti ti continuano a martellare in testa come se la soluzione di tutto stesse li a portata dei ponti che stai attraversando e pensi sempre che il prossimo possa essere quello giusto. Anche quella sera mi ero rimesso in macchina con i soliti pensieri questa volta più insistenti che mai. Ricordo di essere andato via di casa poco prima della mezzanotte, e poi il vuoto completo, quello che ho fatto nelle ore successive non ricordo più niente, il buio più totale.

Mi sono risvegliato da questo mio sogno improvviso che ero seduto ad un banco in una stanza non tanto grande e di fronte a me una signora vestita di azzurro con due occhi lucenti che mi fissavano e che io incredulo continuavo a fissare e a non spiegarmi come mai mi trovassi in quel posto.

Saranno state le quattro di mattina quando riavutomi dallo stupore decisi di rimettermi in viaggio, e scendendo la collina in cui mi trovavo mi resi conto dalla segnaletica stradale di aver passato la notte davanti alla statua della Madonne di Picciano, posto in cui non ero mai stato in precedenza.

Il viaggio verso Parma per la prima volta aveva un altro sapore, continuai lo stesso a pensare, ma i pensieri erano completamente diversi, non provavo più tutto quel rancore che avevo covato dentro negli ultimi tempi, continuavo a ripetermi che la cosa importante nella vita non fosse quello che riusciamo a realizzare per noi ma quello che potremo offrire a ciò che ci circonda.

Non sono mai stato un credente e continuo a non esserlo, ma la forza che ho acquistato quella notte mi ha permesso di vivere una vita diversa.

Sono tornato dopo alcuni anni a Picciano e ho raccontato questa storia al Priore il quale anche lui è rimasto stupito dal fatto che mi fossi trovati li nelle ore notturne visto che ogni sera il Santuario viene chiuso dopo la messa.

Ora qualcuno potrà anche farsi il sorriso, ma indipendentemente dal fatto che si tratti di una storia vera o il frutto di pura immaginazione una cosa non cambia e cioè il fatto che sia successo il giorno di San Valentino, giorno degli innamorati e non c'è amore più grande di quello di mettere da parte i rancori e aprire il proprio cuore agli altri.

tonino

domenica 7 febbraio 2010

riceviamo e pubblichiamo

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Lettera aperta al Sindaco Cantini

di Adolfo Catelli *

Egregio Sindaco Cantini
Le scrivo questa lettera perché ritengo che la situazione che si sta venendo a creare nella nostra città, in seguito alla grave crisi economica internazionale, richieda subito la massima attenzione da parte di tutte le forze politiche e sociali di Fidenza.
L’allarmante questione - sollevata da DiTaranto e da noi di Rifondazione Comunista - delle oltre 300 famiglie fidentine che versano in ristrettezze economiche e che non riescono a pagare le bollette del gas è ovviamente l’altra faccia della medaglia della profonda crisi economica ed occupazionale che ormai sta facendo sentire i suoi nefasti effetti sul nostro territorio: purtroppo la crisi, che fino a qualche mese fa ci aveva solo sfiorato, è arrivata anche a Fidenza e ci sta colpendo duramente. L’elenco delle aziende locali che navigano in cattive acque si allunga ormai di settimana in settimana (Copas, Lockwoods, Cofarpa, Parmigiana, Bormioli…) proiettando ombre molto sinistre sulla situazione occupazionale dei nostri concittadini.
Non voglio che Lei mi fraintenda e quindi sarò chiaro fin da subito: Lei e la sua Giunta non avete praticamente alcuna responsabilità in questa situazione, così come ne hanno pochissime i rappresentanti della Giunta precedente.
C’è, però, una differenza rispetto allo schieramento di centro-sinistra: nella sua maggioranza ha un ruolo fondamentale un partito - il PDL, di proprietà del premier Silvio Berlusconi - che, per oltre un anno, a livello nazionale, ha pervicacemente negato l’esistenza stessa della crisi, ed ha sostenuto che il devastante malessere economico-sociale che attraversava il paese, fosse semplicemente da imputarsi alla cattiveria dei giornali di centro-sinistra o ad un’errata percezione delle vicende economico-finanziarie da parte della popolazione.
Questo atteggiamento scriteriato ha generato un colpevole immobilismo che ha inutilmente ritardato l’attuazione di adeguate politiche sociali ed occupazionali.
Io so che Lei ha a cuore le sorti della città e non ha nessuna intenzione di comportarsi come questo demagogo irresponsabile che purtroppo ci governa, e voglio sperare che anche i tanti rappresentanti del PDL presenti nella Sua maggioranza abbiano un atteggiamento molto diverso da quello dei loro sciagurati vertici nazionali.
Le chiedo dunque di porre al centro dell’agenda politica e della Sua azione di governo la questione socio-economica della nostra città e il preoccupante problema occupazionale che si va profilando in modo sempre più minaccioso: rotonde, nomine, semafori, cimiteri e code possono aspettare, avremo ancora tempo ed occasione di scontrarci su questi problemi e di confrontarci anche duramente, ma non adesso, questo è il momento di lavorare insieme, ciascuno con il ruolo che gli compete (maggioranza, opposizione, partiti, sindacati, associazioni di categoria…), per uscire da una situazione che si sta facendo di settimana in settimana sempre più grave.
Le chiedo di avviare trattative con le aziende in crisi, di aprire tavoli di confronto con le forze sociali, le istituzioni provinciali e regionali, dialogare apertamente con i partiti dell’opposizione, di studiare soluzioni di bilancio che possano rafforzare gli ammortizzatori sociali, di elaborare progetti concreti e realizzabili per provare a venire incontro alle esigenze dei cittadini: insomma, Le chiedo di indirizzare tutte le forze della Sua maggioranza in un’unica direzione, perché, adesso, questo è il vero grande problema che Fidenza deve affrontare.
Per quanto ci compete, proprio in queste settimane, noi di Rifondazione Comunista, insieme alle altre forze di opposizione - IdV, PD e Città Aperta – stiamo avviando una serie di consultazioni per proporre una linea concreta e condivisa al fine di affrontare in modo unitario i principali problemi della città.
Non posso certo parlare anche a nome di IdV, PD e Città Aperta - di cui peraltro ho stima e che ritengo partiti assolutamente seri ed affidabili - ma per quello che ci riguarda Le posso garantire che Rifondazione Comunista-Sinistra per Fidenza è pronta a fare la sua parte, con impegno e competenza.

In attesa di una Sua risposta Le porgo i miei più cordiali saluti

* Segretario Rifondazione Comunista Fidenza

giovedì 4 febbraio 2010

circa trecento le famiglie a rischio distacco gas

Sono circa trecento le famiglie fidentine che rischiano la chiusura del rubinetto del gas in questi giorni e il numero è destinato a salire vertiginosamente.
Stessa cosa succede per l'energia elettrica e altri bisogni primari.
La situazione occupazionale della nostra cittadina si sta facendo drammatica. E' sotto gli occhi di tutti ciò che sta accadendo nei vari settori produttivi a partire dalla crisi della Bormioli al rischio reale di chiusura di alcune aziende edili cittadine, allo svuotamento delle attività commerciali del centro cittadino, mentre le grosse catene la fanno sempre più da padrone.
Decine di artigiani sono ormai a casa da diversi mesi, e diverse aziende del settore metalmeccanico o si affidano allo strumento della cassa integrazione o costringono i loro dipendenti a settimane di ferie forzate.
Eppure nonostante la crisi con i suoi devastanti effetti è sotto gli occhi di tutti le attenzioni della classe politica fidentina sembrano rivolte verso tutt'altre questioni.
Mi si potrà dire che questi sono gli effetti di una crisi che investe l'intera nazione, e io sono sicuramente d'accordo, ritengo tuttavvia che anche se le risorse dei comuni non permettano di attuare politiche di aiuti economici adeguati alle esigenze, l'Amministrazione e l'intera classe politica locale non può sottrarsi dall'individuare quelle misure sia pur minime che permettano di affrontare la grave situazione nel modo più efficace possibile.
Non spetta a me dire quali possano essere queste misure ma posso provare a fare un esempio:
Dilazione nei pagamenti delle forniture di energia con importi da spalmare sull'intero anno al fine di evitare l'invio di bollette con cifre da capogiro che mettono in seria difficoltà le famiglie che già non arrivano alla seconda settimana del mese.
Lancio un appello attraverso queste pagine sia all'Amministrazione comunale, sia alle forze politiche di maggioranza e di opposizione, sia alle associazioni sindacali e di categoria affinchè si possa aprire un serio dibattito e trovare le migliori soluzioni possibili:
tonino ditaranto