martedì 31 dicembre 2013

L'anno che verrà

L’anno che verrà!!!!
Non è la canzone di Lucio Dalla, fosse cosi saremmo a cavallo; purtroppo è la speranza, assai minima, di poter entrare in un 2014 diverso dagli anni precedenti.
Il 2013 si chiude con un bilancio drammatico purtroppo. Drammatico per le conseguenze di una crisi economica che ha messo in ginocchio il Paese; drammatico per i tanti che hanno perso il lavoro; per coloro che non ce l’hanno fatta e si sono tolti la vita; drammatico per i risvolti istituzionali di una crisi di identità della politica e di ciò che essa oggi rappresenta nell’immaginario collettivo; drammatico soprattutto però per il buio sempre più intenso che si vede all’orizzonte, come se una fitta coltre di nebbia avesse investito l’intero stivale senza possibilità di penetrazione di alcun raggio di luce.
Sto scrivendo questo articolo che sono le otto di oggi 31 dicembre ma già immagino gli sproloqui che stasera ci propineranno le tv nazionali e private da parte di persone che ormai nulla hanno più da darci se non il farci assistere alle recite di parti già scritte.
Essi per certi versi sono i protagonisti dell’anno che se ne va, protagonisti in ogni senso per ciò cui abbiamo assistito. Napolitano, il nuovo re di Roma, colui che ha inventato il presidenzialismo reale, quello che tiene ostaggio il Parlamento sotto il continuo ricatto di una farsa di ventilate dimissioni; poi c’è Silvio, l’eterno onnipresente, latore di messaggi diabolici, che stranamente, in una Italia credulona e con un livello culturale ai minimi storici, continuano a fare breccia nella testa delle persone; infine lui, Beppe Grillo, il buffone di corte, colui che si fa gioco delle disgrazie delle persone, innalzando la bandiera della rivoluzione al solo scopo di rimpinguare il suo già gonfio portafogli, speculando sui sentimenti più cari di noialtri martoriati da uno Stato che assume sempre più le sembianze di un vampiro.
Tre protagonisti di una Italia resa irriconoscibile, priva dei valori fondanti e per nulla parente di quell’Italia che nel dopo guerra seppe risollevarsi dalla miseria e dalle distruzioni grazie a grandi condottieri come De Gasperi, Togliatti, Parri, Pertini e poi Moro e Berlinguer.
“Mi han detto che il nuovo anno porterà una trasformazione…” scriveva il grande Lucio Dalla, ma se le premesse sono quelle cui abbiamo assistito nell’ultima parte di questo 2013 allora si scampi chi può.
Dicembre per l’Italia e la sinistra ha segnato l’arrivo sulla scena politica nazionale di un nuovo protagonista: Matteo Renzi, eletto segretario del PD.  Un nuovo buffone di corte, una impennata per la spettacolarizzazione della politica.
Quale speranza per un popolo che dovrebbe affidare le proprie sorti ad un nuovo rampante figliol prodigo di quella classe politica nella quale è stato allevato e che da quando ha perso i denti da latte altro non fa che complottare per scalzare i suoi stessi genitori adottivi come se fossero dei sacchi di patate da buttare al macero? Se come afferma lui non ha nulla a che spartire con gli Alfano, i Letta e le metodologie della vecchia politica, come si spiegano le manovre complottiste sue e dei suoi con D’Alema e Berlusconi per affossare l’elezione a Presidente della Repubblica di Marino prima e di Prodi poi?
Su una cosa con Renzi siamo d’accordo: l’Italia ha bisogno di sinistra, peccato però che lui sia un ambi destro.
Un ultima considerazione la voglio dedicare alla mia terra, quella da cui sono partito oltre un ventennio orsono ma dove conto un giorno di tornare: la Lucania.
Forse la Lucania oggi è lo specchio reale della crisi, non solo economica, che attraversa l’Italia. Una regione, la nostra, ricca di risorse; da ogni parte si avverte la sensazione di una terra che potrebbe essere ai vertici dell’economia europea ma che invece è relegata al ruolo di cenerentola in un mondo dove gli abbuffini si azzuffano per accaparrarsi una fetta della torta. Le elezioni regionali di Novembre hanno segnato il punto più basso della nostra democrazia; un Presidente plurindagato e senz’altro parte di quel sistema di potere che impoverisce la Basilicata è stato eletto da una minoranza di lucani mentre la stragrande maggioranza ha deciso di lavarsi le mani come tanti Ponzio Pilato delegando a pochi la scelta di decidere anche le proprie sorti. Eppure parliamo di una terra fatta di uomini pieni orgoglio, gente abituata a non togliersi il cappello davanti a nessuno, tantomeno davanti a notabili boriosi. L’inno dei lucani “omme se nasce, brignati se more” recita che il vero lupo è il piemontese; nulla di più sbagliato, i lupi ce li abbiamo in casa e divorano non solo le nostre risorse ma anche i sogni dei nostri ragazzi. Ai miei conterranei lucani, in questo ultimo giorno di questo anno drammatico, rivolgo il mio augurio e il mio appello. Rompiamo le nostre catene, e come recita un nostro antico proverbio ricordiamoci che “ricco e pomposo si veste di ciucciagine, scalzo e cencioso veste filosofia”; Abbiamo la nostra storia, il ricordo di uomini grandi come Crocco, Scotellaro, Novello e Carlo Levi a ricordarci chi siamo, abbiamo una dignità da riconquistare ed un futuro da costruire per i nostri ragazzi; facciamo si che il 2014 la fotografia della nostra Lucania sia quella di una terra e di un popolo che sa reagire e non quella delle frane di Montescaglioso.
Buon 2014 a tutti

Tonino Ditaranto

domenica 13 ottobre 2013

Ma che bella Antimafia, Madama Dorè...

Ho appena saputo che sono stati recentemente scelti i componenti della Commissione antimafia 2013, il cui presidente, probabilmente, sarà Rosy Bindi, per il PD, mentre il Pdl proporrà Donato Bruno. Ma, tra coloro che siederanno sugli scranni di questo organismo, che ha il compito di indagare, approfondire e contrastare il fenomeno mafioso, ho notato nomine che mi hanno lasciato perlomeno perplesso. Giovanardi, recentemente, è diventato il difensore delle aziende emiliane, sospettate di condizionamento mafioso nella ricostruzione dei paesi terremotati; ha portato in aula diverse interrogazioni, per chiedere modifiche alle interdizioni antimafia. Ha addirittura presentato due emendamenti, per modificare questo strumento di prevenzione, anche se sono poi stati bocciati sonoramente. Ha criticato duramente Isabella Bertolini per aver denunciato la presenza, poi verificata come reale, di camorristi, tra gli iscritti del Pdl modenese. La Bertolini è stata però accusata di razzismo verso i meridionali. Carlo Sarro, si batte da tempo per assicurare a centinaia di cittadini la riapertura dei termini del condono edilizio del 2003 ed ha condotto un'aspra polemica contro Libera e Don Luigi Ciotti, per aver sottoscritto una petizione, che si opponeva alla riapertura dei suddetti termini. Vincenza Bruno Bossio, calabrese, ha un marito, Nicola Adamo, imputato di corruzione e altri reati in un'inchiesta, condotta dalla Procura di Catanzaro, sull'eolico in Calabria. Giovanni Bilardi è un senatore del gruppo Gal, indagato dalla procura di Reggio Calabria, per peculato, nell'ambito dell'inchiesta sui rimborsi per le spese dei gruppi regionali. Donato Bruno è il candidato presidente del Pdl per la commissione antimafia. Come avvocato, ha più volte difeso, a spada tratta, i colleghi imputati per collusione con le mafie. Sul 41 bis, nel 2002, aveva precisato che lo avrebbe, personalmente, abrogato. Claudio Fazzone si è battuto contro lo scioglimento, per condizionamento mafioso, del comune di Fondi. Rosanna Scopelliti, deputata calabrese, è un nome importante dell'antimafia sociale, fondatrice dell'associazione “Ammazzateci tutti”, e figlia del giudice Antonino Scopelliti, ucciso da Cosa Nostra, in collaborazione con la 'ndrangheta di Reggio Calabria. Dovrebbe essere una figura di garanzia per la commissione; però, ha criticato la Cancellieri per aver sciolto il consiglio comunale di Reggio Calabria, feudo del governatore Pdl della Calabria, Giuseppe Scopelliti. E proprio lei, ha partecipato alla manifestazione contro i giudici, organizzata dal suo partito il 4 agosto. Non mi pare un'esperienza in linea con il suo vissuto, in mezzo ad una folla che insultava la magistratura; o era solo contro le famigerate “toghe rosse”? Resta fuori solo il nome di Rosy Bindi, l'unica anima pura e candida, che, forse, ma solo forse, si è accontentata di qualche spicciolo, passatole, sottobanco, da Lusi. Certo che, con questi personaggi a comporre l'Antimafia, alla criminalità organizzata nostrana tremeranno, per la paura, gli orli dei pantaloni e delle gonne. Franco Bifani

domenica 6 ottobre 2013

Omaggio al Maestro e a Parma Daily

Dedicato a Parma Daily e agli anonimi cretini che sperando di farci dispetto finiscono per farci pubblicità

Adesso è ora di agire

Adesso è il tempo di agire.

Letta, Boldrini, il tempo del lutto e della commozione è passato ora adoperatevi per cambiare la Bossi-Fini in tempi ristrettissimi altrimenti le vostre lagnanze e le vostre indignazioni per ciò che è successo al largo di Lampedusa altro non saranno che delle commoventi sceneggiate ipocrite come già tante altre abbiamo visto sulla pelle di poveri Cristi che hanno trovato la loro definitiva dimora nelle acque del Mediterraneo.
Sarebbe stato più giusto chiudere questo mio intervento con la frase appena scritto invece ho voluto aprirlo proprio per dire che non vi possono essere giustificazioni ne perdite di tempo di fronte al massacro di migliaia di persone trucidate dagli scafisti prima e dai politici europei dopo nei nostri mari. Non possiamo parlare di disgrazie quando queste disgrazie sono volute e causate da Governi di popoli civili che hanno smarrito il senso della solidarietà e dell’accoglienza. Non possiamo parlare di dramma quando il Presidente del Consiglio dichiara pubblicamente che i morti di Lampedusa sono cittadini italiani e lo stesso giorno i superstiti di quella strage vengono iscritti nel registro degli indagati per il reato di clandestinità. Quella legge. La Bossi-Fini offende la dignità non solo dei coloro che bussano alle nostre porte chiedendo aiuto, ma offende la memoria di tutti gli italiani che nel secolo scorso sono partiti clandestini in cerca di aiuto nel continente americano e di quanti in quel continente non arrivarono mai perché inghiottiti dall’Oceano Atlantico. Non ci sono priorità più urgenti da affrontare di quelle che muoiono e che ancora sono destinate a morire nei nostri mari; il Governo italiano e i Governi della Comunità Europea hanno il dovere morale e civile di porvi rimedio con estrema urgenza con interventi immediati di aiuto nei paesi di origine dei migranti ma anche per sconfiggere con la forza la mafia degli scafisti che traghettano dietro compenso di migliaia di euro i migranti verso le coste italiane. Non sono forse essi uguali se non peggiori dei Talebani di Bin Laden o dello stesso Saddam Hussein? Allora perché nei confronti dei Talebani e di Saddam non abbiamo esitato ad usare la forza, mentre questi criminali scafisti continuano a farla franca da oltre vent’anni nonostante abbiano assassinato decine di migliaia di persone?
Il tempo per piangere i morti è finito, ora deve cominciare il tempo dell’azione, oppure tacciamo perché dimostreremmo di essere meno ipocriti .

Tonino Ditaranto

venerdì 4 ottobre 2013

Lampedusa, Premio Nobel per la Pace

L'accoglienza è un’azione concreta, verso l'umanità sofferente, e non solo fatta di bla-bla, slogans, presidii ed occupazioni di piazze, cortei con bandiere di varia foggia e colore, manifestazioni di parata e di vetrina, da conformisti dell'anticonformismo. Non c’è altro paese al mondo in cui si metta in pratica questo impegno, in modo così costante e determinato, come a Lampedusa, dagli abitanti tutti, ai soccorritori, i medici, i paramedici, i volontari; la gente di Lampedusa continua a portare in salvo, a terra, i sopravvissuti e a raccogliere e comporre, pietosamente, i morti. La gente di Lampedusa aiuta, da anni, gli stranieri, portati dal mare sulle rive dell'isola. Stranieri e clandestini. L’Unione Europea, colpevole assente in questa tragedia sulle sponde del Mediterraneo, dovrebbe, veramente, proporre il Nobel per la pace, da assegnare agli abitanti di quest’isola, esempio umile, silenzioso, modesto, ma ammirevole, di umanità e di fratellanza. Lampedusa, una minuscola isola, dal cuore immenso; uno dei suoi abitanti, che era presente alla tragedia, con altri sette amici, su una barca, nella rada dell’orrore, ha raccontato quanto vide, quella mattina. Fa l'ottico, non è un marinaio, un addetto della Protezione Civile, un esperto bagnino od un sommozzatore. Lui ed i suoi amici hanno, però, salvato ben 50 di quei poveracci, caricandoli sul loro natante, strapieno di profughi. Erano lì, a tirar sera, hanno salvato l'umanità. E gli abitanti di Lampedusa non hanno avuto bisogno, per muoversi a compassione del loro prossimo, degli interventi di certi politici nostrani, come asserisce l'ONU, o di predicozzi ecclesiali, per muoversi a pietà, verso gli ultimi della Terra. Lampedusa, porta dell'Europa, caritatevole e solidale, così vicina all’Africa -non ai Paesi nordici, sussiegosi ed egoisti, i cui rappresentanti siedono nelle stanze dei bottoni, dediti unicamente a controllare affari economici e transazioni finanziarie- ha ancora una volta insegnato che significa essere cristiani, ma non “da pasticceria”, come ha detto Papa Francesco; lasciano le pecorelle chiuse nell'ovile, al sicuro, per correre in salvamento, dai rapaci e dai feroci, delle vittime inermi dell'egoismo mondiale. Il sindaco di Lampedusa ha lamentato che gli abitanti sono stanchi non di allargare le braccia agli immigrati, per accoglierli, in quel loro minuscolo lembo di terra, ma di dover ampliare i Centri di accoglienza e i cimiteri. Sul fondo del mare non giace un dollaro d'argento ed i bimbi non cantano, come nel Sand Creek, cantato da De Andrè; si scorgono invece, innumerevoli scarpette di bimbi, morti affogati, all'alba livida della loro povera esistenza, dimenticati da tutti, ma non da Lampedusa. Politici nostrani e trans-nazionali, che avete profuso caterve di parole, di aria fritta e rifritta, spargendo, per ogni dove, lacrime ipocrite di coccodrillo, smettetela con le contrizioni del giorno dopo; ora, si passi ai fatti: “Basta poco, che cce vo!'', ripeteva, in uno spot umanitario, con Giobbe Covatta, un bimbetto nero, i cui coetanei, a centinaia, si trovano, ora, sotto un muro di acqua salsa, testimoni muti, ma terribili, dell'indifferenza dei ricchi Epuloni europei. Franco Bifani

giovedì 3 ottobre 2013

Dove è nata la pasta?


Molti fanno risalire la nascita della pasta a Marco Polo che l’avrebbe importata dalla Cina, niente di più falso, in quanto nella penisola italica già ne 35 a.C.  Quinto Orazio Flacco, poeta Latino Lucano racconta la sua cena nella satira IV del 1° libro “ inde domum me ad porri et cicero refero laganique catinum” “quindi me ne torno a casa per mangiare una scodella di porri ceci e lagane”.
Cosa siano queste “lagane” ce lo spiega il Forcellini (1688-1768) nel suo Lexicon “ sottili strisce di farina e acqua che cotte in brodo grasso, si condiscono con cacio, pepe, zafferano e cannella”.
Strisce di farina ed acqua quindi, ossia gli attuali tagliolini.
Stando a quanto scritto da Orazio già nel 35 a.C. si può quindi dedurre che in Lucania la pasta era diffusa già molti secoli prima di Marco Polo.

Quinto Orazio Flacco poeta Latino di Venosa (Lucania)


lunedì 23 settembre 2013

Arte e gusto lucano a Fidenza

Avrà luogo sabato 28 settembre 2013 alle ore 18,30 presso lo studio  Art e Design di Antonella Rabaglia in via XXIV maggio 62 in Fidenza un un "aper-art" con esposizioni di opere dell'artista lucano Nicola Filazzola e degustazioni di un mix di vini e prodotti della Lucania e della regione ospitante.



Nicola Filazzola vive e lavora tra Matera e Grizzana Morandi, piccolo centro dell’Appennino emiliano, con lo studio a La Scola, antico borgo medievale.Agli inizi degli anni ’70 l’attività artistica incrocia la passione politica e l’impegno civile. Risale a quell’epoca l’incontro con artisti come Ennio Calabria e Vittorio Basaglia, esponenti di rilievo della “Nuova figurazione” con i quali stabilisce saldi legami di amicizia. Ha tenuto mostre personali nelle maggiori città italiane ed estere. Sue opere si trovano in collezioni pubbliche e private. Tra le personalità che hanno scritto di Filazzola si ricordano: Ernesto Treccani, Dario Micacchi, Francesco Vincitorio, Elisa Acanfora. Della sua grafica si segnala la cartella di acqueforti-acquetinte del 1978: Violenza e politica in provincia di Matera, 1902-1940. Così come da ricordare sono i ritratti di Don ABBONDIO, Padre Pirrone, Don Traiella, raccolti nel quaderno :”Poesie del disamore e della paura” una riflessione crudele sui rapporti clero e potere.
 
Nel 1998 pubblica :”Il fante di Tursi”, opera grafica e ragionata nata dalla lettura dei monumenti di guerra della Basilicata. Nel 2004 nella Sala Museale del Baraccano di Bologna, espone il ciclo pittorico dedicato alle trasformazioni della campagna meridionale. Ha realizzato opere per le sale consiliari dei Comuni di Montescaglioso e Pisticci.
Da alcuni anni, negli ipogei del suo studio, situati nel cuore del Sasso Caveoso di Matera, promuove interessanti incontri culturali, ultimo, quello con le opere di Tonino Guerra.



mercoledì 18 settembre 2013

Concordia e discordia in Italia Tutte le operazioni di raddrizzamento della Costa Concordia, con relativi trionfalismi, proclami, tra rullar di tamburi e squilli di trombe, apologie, panegirici ed agiografie mediatici, ululati di sirene, applausi, passerelle e red carpet di personaggi del Governo e dintorni, mi hanno veramente sconcertato. L'evento, per gli italiani in genere, ha assunto e rivestito una tale importanza, da oscurare persino la volontà di Berlusconi di mandare in onda il suo video-messaggio, rimandato a miglior data. Stormi di uccelli neri, corvi del turismo macabro ed avvoltoi del gossip funesto, si sono riversati, a documentare l'avvenimento, sulla costa dell'isola del Giglio o su gusci di noce di fortuna. Molti isolani avranno messo giù il muso, pensando al calo di turisti, per la prossima estate, dato che mancherà l'attrazione principale. Pareva quasi di assistere allo spot dell'Amaro Montenegro, ingigantito solo nella quantità, più che nella qualità. Io spero che qualcuno, oltre ai parenti delle due vittime, ancora intrappolate tra i rottami, abbia rivolto anche un solo tenue e vago pensiero al ricordo dei 32 poveracci, affogati nel disastro. Per me, esultare per il raddrizzamento di quella nave, ennesimo ed assurdo mostro marino da crociera, sarebbe come sentirsi orgogliosi del fatto che, nonostante la tragica strage degli abitanti della valle sottostante, la diga del Vajont abbia resistito all'urto immane delle acque. In Italia, tra poco, ululeranno le sirene d'allarme dell'IMU e dell'IVA; la Concordia e l'Italia, entrambe, non galleggiano, ma sono solo precariamente poggiate su un fondale. Partirà la nave partirà, dove arriverà, questo non si sa... Intanto, il principale colpevole di diecine di vittime sulla nave che comandava, l'eroico e glorioso Capitan Schettino, sta combattendo furiosamente, ai domiciliari, per il dissequestro della sua adorata moto, coccolato e strenuamente difeso dai compaesani della costiera campana. Se il grande Padre Dante fosse stato qui, presente, ancora una volta avrebbe lamentato: Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave sanza nocchiere in gran tempesta, non donna di province, ma bordello! Franco Bifani

mercoledì 11 settembre 2013

Oggetti smarriti


se non dovessero presentarsi i proprietari delle carte di identità, cosa faranno le metteranno all'asta?

domenica 8 settembre 2013

Difensori della Costituzione a chiacchiere

Difendiamo la Costituzione: a chiacchiere

Banchetti del Movimento 5 stelle il tutta Italia per raccogliere le firme contro la proposta del Governo di modifica dell’art. 138 della Costituzione che fissa in non meno di tre mesi i tempi di discussione tra le due Camere Parlamentari delle leggi di revisione della Costituzione.
Senza entrare nel merito della vicenda, cui lascio la discussione in altri momenti (va ricordato che solitamente ci lamentiamo per le lungaggini, mentre questa volta ci si lamenta perché si vogliono accorciare i tempi), a questi difensori della Costituzione della domenica, gli altri giorni sono dedicati alla spiaggia, vorrei far notare come il loro indiscusso burattinaio non meno di qualche mese fa avanzava la proposta di modifica dell’art. 67 che recita in questo modo: “ OGNI MEMBRO DEL PARLAMENTO RAPPRESENTA LA NAZIONE ED ESERCITA LA SUA FUNZIONE SENZA VINCOLO DI MANDATO”.
Alla faccia dei difensori della Costituzione.
Strano che i movimentocinquestellini si riscoprino difensori della Costituzione su una vicenda che per certi aspetti potrebbe rivelarsi migliorativa, mentre invece pretendono di cambiarla togliendo la loro autonomia politica ai Parlamentari per farli diventare per legge burattini nelle mani dei partiti al pari degli attuali parlamentari grillini che devono chiedere il permesso al loro guru anche per andare a pisciare.
La Costituzione si difende con i propri comportamenti, accettando le regole democratiche che prevedono il dialogo tra le forze politiche e forme associative e non si rifiutano gli incontri con i sindacati e le associazioni di categoria come fa il Sindaco fantoccio di Parma.
A questi signori l’unica cosa che mi viene da dire è giù le mani dalla costituzione perché da quello che avete fatto vedere fino a questo momento voi non centrate nulla ne con la Costituzione ne con la Democrazia.

Tonino Ditaranto 

Fidenza, cronaca di un qualunque venerdì sera di fine estate

Fidenza, cronaca di un qualunque venerdì sera di fine estate.
Le 9 e un quarto di sera, ho appena finito di cenare e in casa l’afa ti soffoca nonostante le finestre completamente spalancate nell’appartamento dove abito all’ottavo piano; decido di fare due passi e piano piano mi avvio verso San Michele e svolto in via Berenini.  Seduti alle scale delle Orsoline due ragazzi fumano una sigaretta prima di rientrare nei locali dello stabile dove stanno lavorando agli ultimi ritocchi di una mostra. Via Berenini un deserto, pure l’insegna spenta del bar dove di solito mi fermo a comprare le sigarette; cosi fino in Piazza dove alcuni avventori siedono sulle panchine e altri, non tanti, occupano i tavolini del caffè nuovo sorseggiando una bibita e godendosi quel filo di aria che solitamente soffia in piazza Garibaldi.
Ciao Gian, sei fuori? Ti aspetto all’obelisco. Intanto che il mio amico mi raggiunge mi fumo una sigaretta e osservo l’unica persona che non abbia una faccia conosciuta che con il telefonino scatta qualche foto al palazzo del comune e ai portici vicini.
Dai, facciamo due passi, allunghiamoci fino allo Scarlet.
Via Cavour è la fotocopia di via Berenini, dire che non ci fosse neanche un cane sarebbe sbagliato, perché di fatti un cane che il padrone aveva portato fuori per fare i bisogni lo abbiamo trovato.
Davanti allo scarlet un nutrito gruppo di ragazzi, qualche decina, staziona con una birra tra le mani; niente rispetto alla sera precedente quando la piazza era piena in occasione dello spettacolo di un gruppo di ragazzi che fa laboratorio teatrale. Ci rendiamo conto subito di essere fuori luogo, tra noi e i presenti passano abbondantemente almeno un paio di generazioni, cosi quasi delusi riprendiamo la strada del ritorno verso la piazza.

Gian osserva che in piazza un po di movimento in effetti ci sia, mi guardo intorno, si gli rispondo, peccato solo che gli unici due italiani presenti siamo io e lui, un fidentino e un terrone divenuti per caso o forse per scelta parte dell’arredo urbano del centro.

lunedì 2 settembre 2013

Se la Lucania chiudesse i rubinetti la Padania resterebbe al buio


Si è svolta a Fidenza la festa regionale della Lega nord che ha visto la partecipazione del Presidente della Giunta Regionale lombarda Maroni.
Senza voler entrare nel merito della riuscita o meno della festa che lascio al giudizio dei cittadini fidentini e senza neanche prendere in considerazioni i soliti stupidi slogan contro la Kyeng, la Boldrini e la Bonino che campeggiavano sugli striscioni appesi al palco, mi limiterò ad una considerazione personale riguardo la tanto propagandata ipotesi (falsa) che il nord sostiene il sud.
Il 15% del petrolio necessario al fabbisogno energetico italiano proviene dai pozzi petroliferi della Basilicata, senza che questa regione riceva in cambio un adeguato compenso (solo il 6,50% di royaltis contro il 45-60 dei paesi arabi).
Stando a questi dati, si potrebbe ipotizzare che nel caso in cui la Lucania decidesse di chiudere i rubinetti buona parte della Padania si potrebbe ritrovare al buio.

concerto conclusivo della festa della Lega Nord a Fidenza. Ore 22,30


sabato 31 agosto 2013

Salsomaggiore- Premio fedeltà all'On Nicola Cataldo

Conferito questa mattina dal Sindaco di Salsomaggiore Terme il Premio fedeltà all'On. Nicola Cataldo, presente nella città termale ininterrottamente dal 1963 ad oggi.
Alla cerimonia di consegna dell'attestato di merito oltre al Sindaco Filippo Fritelli erano presenti l'Assessore Elena Francani e diversi lucani residenti nella zona venuti per salutare ed omaggiare l'On. Cataldo.
Nicola Cataldo Avvocato penalista, Deputato dal 1963 al 1975 ha ricoperto la carica di Sindaco di Pisticci (MT). Dirigente comunista è stato impegnato in prima persona nelle lotte bracciantili e per le occupazioni delle terre in Basilicata che raggiunsero il culmine con l'uccisione del bracciante Giuseppe Novello ad opera della polizia di Scelba nella notte tra 1l 13 e il 14 dicembre del 1949 a Montescaglioso.

Parole di grande apprezzamento per la città termale e per le sue acque sono state rivolte dall'On. Cataldo al Sindaco Fritelli e all'Assessore Francani oltre che all'intero staf del albergo Valentini che ininterrottamente lo vede ospite sin dalla sua prima venuta a Salsomaggiore.
Momenti di grande emozione quando per circa mezz'ora, con la sua lucida esposizione, l'On. Nicola Cataldo ha parlato del suo impegno politico sempre al servizio della Repubblica e della Giustizia, ripercorrendo tappe storiche delle grandi battaglie per la riforma agraria e per l'abrogazione delle norme del codice Rocco in materia di carcerazione preventiva essendo stato lui stesso arrestato e tradotto in carcere, dove vi restò per sei mesi insieme ad altri dirigenti comunisti e contadini, senza alcuna accusa a suo carico se non quella di organizzare le lotte bracciantili.


A Nicola Cataldo, compagno di tante battaglie, difensore gratuito nelle aule dei tribunali dei lavoratori e dirigenti comunisti e sindacali, grande combattente della lotta alle mafie e genuino interprete dei valori della Democrazia e della Costituzione italiana il mio personale augurio affinchè la lezione che viene dal suo esemplare comportamento possa continuare nel tempo ad illuminare il cammino di tutti coloro che quotidianamente combattono la cattiva politica, il mal costume e difendono la nostra Democrazia e i diritti di ogni cittadino.

Tonino Ditaranto




giovedì 15 agosto 2013

Fidenza: WEB rancoroso: succede a Fidenza

Fidenza: WEB rancoroso: succede a Fidenza
Io credo che gli si chiuda la vena. Che ci venga il bisogno di sputare addosso a quelli che ci stan vicino. Per rafforzare la sua priorità ideologica il rospo sputa veleno in do coio coio. Ma la cosa curiosa, come rimarcavo in altro ambito, è di come di persona si intartaglia e diventa timoroso anche della sua ombra. Ma nel suo maniero virtuale il re impera o l'imperatore realizza. Spiegare come possa prendersela con chi lo circonda, nessuno escluso, di come vomiti sentenze e giudizi e sproloqui è davvero difficile. ma alla fine chi lo vuole spiegare ? Basta prenderne atto, poi chi è masochista gode, chi è vendicativo se la lega al dito e chi è sereno lo ignora. Si, perchè il problema è tutto suo. Il mondo cattivo ha bisogno di nuovi martiri, lasciamolo immolare nel suo soliloquio , del resto, e non era difficile capirlo, è una persona molto aperta al monologo.

Ferragosto 2013: tre facce di questa Italia

Ferragosto 2013: tre facce di questa Italia

Si tratta di migranti extracomunitari che una volta in Italia finiscono nella morsa di feroci aguzzini che li schiavizzano per pochi euro al giorno. Quello del Caporalato purtroppo è una piaga che più volte ho denunciato personalmente da queste pagine e che non riguarda solamente le regioni del Sud o la raccolta di prodotti dell’agricoltura, ma spesso in fatti simili ci si imbatte anche nelle più progredite regioni del nord e della nostra stessa Emilia Romagna, dove bande organizzate di caporali, sorretti da cosche mafiose, hanno messo le mani in edilizia ed in altri settori vitali della nostra economia.



Spiagge italiane: i bagnanti vengono disturbati da aerei che trascinano striscioni inneggianti ad un delinquente.
Dieci aerei hanno sorvolato questo pomeriggio le coste italiane trascinando striscioni con la scritta “forza Italia fora Silvio”. Sarà ma la prima cosa che mi è venuto in mente sono le canzoni che affiliati alle cosche scrivono e cantano per inneggiare alle gesta di delinquenti mafiosi o camorristi.


Ma esiste anche un’altra Italia che nonostante le tante brutture mi rende orgoglioso di essere italiano.

A Siracusa i bagnanti fanno una catena umana per aiutare laguardia costiera a soccorrere una nave di migranti disperati in balia delle acque agitate. Questa è l’Italia della solidarietà, quella che resiste nonostante tutto. Nonostante la crisi, i latrocinii, nonostante i continui attacchi alla nostra democrazia e nonostante gli idioti insulti razziali di balordi come Calderoli o Bossi ai danni della Ministro Kiengh.

Questa è l’Italia che non si arrende e che grida forte in faccia a coloro che la vorrebbero vedere distrutta che per poterlo fare devono prima fare i conti con noi.

sabato 10 agosto 2013

Ma di cosa parliamo?

Ma di cosa parliamo?
Una settimana intera di post e commenti sui vari blog cittadini e sulla stampa per elogiare la scelta del Sindaco Cantini di collocarsi in aspettativa per rimanere al servizio dei cittadini data l’incompatibilità sopravvenuta tra il suo lavoro di dirigente dell’ospedale e la carica di amministratore, per poi scoprire che proprio ieri la norma che prevede tale incompatibilità è stata congelata lasciando tutto come era prima.
Visto che già da qualche settimana si era a conoscenza che il Senato stava per approvare tale congelamento, ci viene spontaneo chiederci se anche la conoscenza di ciò abbia influito sulla scelta del nostro Sindaco dal momento che ora potrà tranquillamente rientrare dall’aspettativa e tornare al proprio posto di lavoro.
Naturalmente la mia non vuole essere in alcun modo una insinuazione ne tantomeno voglio entrare nelle motivazioni che hanno spinto Cantini a fare la scelta che ha fatto; di certo è una scelta da elogiare ma che sarebbe ancora più encomiabile se ora il nostro Sindaco decidesse di rimanere in aspettativa e come dichiarato anche a mezzo stampa e di dedicarsi interamente, per questa ultima parte del mandato amministrativo, ai problemi della cittadinanza.
Resta il mio giudizio completamente negativo per una norma, che se pur giusta nei contenuti, con la retroattività poneva grossi problemi  anche di carattere costituzionale e per questo sin dal primo momento personalmente mi sono attivato con esponenti del Governo affinchè si arrivasse alla decisione odierna che ripara ad un madornale errore del Governo Monti.
Fatta giustizia in qualche modo per ciò che riguarda il futuro dell’Amministrazione che potrà arrivare tranquillamente alla fine del proprio mandato rimane la grande ingiustizia che hanno subito i due consiglieri di minoranza Montanari e Ghisoni, entrambi come Cantini oggetto del provvedimento, ma che nei confronti dei quali il decreto di congelamento non ha potuto mettere le cose a posto vista la frettolosità con la quale l’Amministrazione ha ritenuto di dover convocare il Consiglio Comunale per provvedere alla loro surroga da consiglieri. Non si poteva aspettare qualche giorno, magari facendo passare ferragosto per dare anche a Montanari e Ghisoni la possibilità di ritirare le proprie dimissioni?
Se il decreto Monti che introduceva l’incompatibilità in qualche modo era una forzatura della volontà popolare che aveva eletto Sindaco e Consiglieri nel 2009 c’è da rilevare che nel caso di Montanari e Ghisoni tale forzatura ha avuto il suo effetto e qualcuno sul comune ha fatto in modo che ciò si verificasse.
Buon ferragosto a tutti

Tonino Ditaranto