venerdì 20 gennaio 2012

E' A RISCHIO LA DEMOCRAZIA


E’ a rischio la Democrazia
Il movimento cosiddetto dei “forconi” (già il nome è tutto un programma) partito dalla Sicilia, rischia di coinvolgere altre regioni italiane senza che alcuno abbia fino a questo momento fatto sapere il proprio pensiero e quel che è peggio sottovalutando o minimizzando ciò che sta succedendo.
In una Italia ormai priva di una classe dirigente credibile, le spinte qualunquiste assumono sempre più vigore alimentate dalle giuste rimostranze di un popolo ormai ridotto alla fame sempre più stritolato da un potere politico ed economico che usa metodi da strozzinaggio per portare l’Italia ad un livello sempre più maggiore di povertà.
Fu in Sicilia che nacquero i primi movimenti per il pane, ribattezzati fasci siciliani che crearono i presupposti per la marcia su Roma e la presa del potere da parte di Mussolini.
Oggi come allora le similitudini sono molte evidenti, cosi come coloro che rimanendo nell’ombra fomentano la rivolta per creare le condizioni di una nuova marcia su Roma.
Dietro il movimento dei Forconi e dietro le giuste rimostranze di persone realmente ridotte alla fame, si nascondono i grossi latifondisti, i mafiosi, le grosse compagnie di autotrasporti e di armatori di pescherecci, oltre naturalmente a gruppi reazionari come quelli di Forza Nuova. Testimonianze dirette di piccoli imprenditori siciliani parlano di forzature nel far chiudere le attività commerciali, pena lo sfascio del negozio. Dovrebbe bastare solo questo per farci capire chi ci troviamo di fronte e quali sono i reali obbiettivi del movimento.
Possibile che a nessuno venga il dubbio che una volta approvata la manovra finanziaria del Governo Monti oggi l’obbiettivo possa essere quello di far cadere il Governo per impedire che si metta mano alle liberalizzazioni e alla legge elettorale?
L’Italia o si salva tutta o affonda per intera e l’unico modo per salvarsi è quello di prendere di petto l’intera situazione di tutte le categorie di lavoratori, senza spinte corporative, senza demagogie e soprattutto salvaguardando la democrazia e la libertà di ognuno di noi.
Altre volte abbiamo dovuto affrontare situazioni delicate e pericolose per la Democrazia in Italia nel passato, mi torna in mente il Governo Tambroni del 1960, ma allora avevamo una sinistra e un movimento sindacale ancora credibile che impedì il colpo di stato formando un muro all’avanzata delle forze reazionarie non senza perdite di vite umane lasciando sul selciato i giovani corpi di cinque ragazzi a Reggio Emilia. Oggi purtroppo ne la sinistra, ne il sindacato gode più di quella credibilità, in qualche modo solo la FIOM mantiene oggi un rapporto stretto con i lavoratori, per questo il mio appello è rivolto in primo luogo alla FIOM e a tutti i lavoratori e coloro che hanno a cuore la Democrazia, per farsi garanti affinchè l’Italia che ancora ricorda i disastri del fascismo sappia in qualche modo respingere le spinte reazionarie ed affrontare con dignità e serietà la strada che ci permetta di uscire fuori dalla crisi.
Tonino Ditaranto

1 commento:

Franco Bifani ha detto...

Al movimento dei forconi si dovrebbe contrapporre quello dei kalashnikov, da usare contro le mafie sicule, calabresi, campane; ma è chiaro che non lo farebbe mai nessuno, per cui dobbiamo rassegnarci a realizzare che siamo un paese governato dalla criminalità organizzata e dai monsignori del Vaticano, che spesso si aiutano reciprocamente, nei momenti del bisogno.