domenica 10 giugno 2012

Lucania- Terra di razzie e di insabbiamenti


La vicenda che ha coinvolto il Tenente della Polizia Provinciale di Potenza Giuseppe Di Bello, condannato dal GUP di Potenza a due mesi e venti giorni di reclusione per la divulgazione di notizie protette da segreto d’ufficio, Di Bello insieme al segretario dei Radicali Bolognetti nel 2010 avevano denunciato pubblicamente lo stato di salute delle acque della diga del Pertusillo risultate altamente inquinate da residui di idrocarburi, ha veramente dell’incredibile e pone ancora una volta con forza l’annosa situazione di una terra, la Lucania, da sempre fatta scempio delle sue ricchezze e condannata a subire le più grandi porcherie.
Il Pertusillo, è solo l’ennesimo territorio Lucano che viene compromesso irrimediabilmente dalla avidità di personaggi e multinazionali senza scrupoli che hanno scambiato la Lucania per terra di conquista e per spazzamento per rifiuti di ogni genere.
Come non ricordare la vicenda delle navi dei veleni affondate al largo delle coste di Metaponto e di Policoro? Diversi studi scientifici dimostrano come in tutta la fascia del mar Ionio persistono percentuali di tumori leucemici molto maggiori rispetto a tutto il territorio nazionale.
L’inquinamento atmosferico dovuto ad emissioni di diossine nel melfese , lo scempio di intere aree di macchia mediterranea date alle fiamme per consentire una cementificazione selvaggia e l’insediamento di poli cosiddetti turistici che hanno come unico scopo quello di favorire la speculazione edilizia da parte di lobbies legate a questo o quel baronetto di turno, sono solo alcuni esempi di come in Basilicata si opera alle spalle e contro l’interesse per i beni comuni, il tutto sotto gli occhi ciechi di una classe dirigente politica omertosa se non complice di questo progetto criminale.
Terra di razzie! Le nostre acque sono state letteralmente svendute all’acquedotto pugliese mentre i nostri paesi e i nostri campi di sovente soffrono la sete, il nostro Petrolio viene depredato da compagnie petrolifere che in cambio non portano alcun beneficio oltre ad inquinare il nostro territorio, stessa cosa per i nostri prodotti dell’agricoltura che vengono pagati una miseria per poi finire sui banchi dei supermercati del nord e dell’Europa con ricarichi di ben oltre il 500%.
Terra di insabbiamenti! Quello che succede in Basilicata deve rimanere segreto, nessuno deve sapere o cercare le verità. Elisa Claps, Luca Orioli e Marirosa Andreotta, Marinagri, e oggi Di Bello e Bolognetti, tutti esempi di come a cercare la verità in Basilicata si cozza contro un muro di cemento, di omertosi silenzi, di continui e ripetuti insabbiamenti, di depistaggi e anche di punizioni per chi in qualche modo si vuole opporre al sistema.
Tutto ciò è inaudito in una società civile e veramente democratica. Il popolo Lucano non solo dovrebbe indignarsi ma anche prendere finalmente consapevolezza, rompere le catene che lo imprigionano ad una schiavitù di oltre sessant’anni e riprendersi la propria dignità rubata oltre ai beni che appartengono solo ed esclusivamente alle popolazioni lucane.
E’ Giunto il momento di dire con forza che siamo tutti dei Claps, siamo tutti degli Orioli, siamo tutti dei Di Bello, vogliamo che vengano fuori le vere verità, ve lo chiede un popolo messo in ginocchio dalla vostra ingordigia ma che non è più disposto a chinare la testa, un popolo che se serve urlerà la propria rabbia in faccia a tutti i benpensanti non solo dalle aule dei tribunali ma anche in tutte le piazze della Basilicata.

Tonino Ditaranto

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