ciao Rita
domenica 30 dicembre 2012
ALBA invita a votare no al referendum del 30 e 31 dicembre
A poche ore dal referendum di Cambiare si può del 30 e 31
dicembre 2012
A tutte - tutti gli aderenti di ALBA che hanno aderito e/o promosso Cambiare si può
Buongiorno, in questi giorni ( sui giornali, per mail, nelle assemblee) il progetto in cui ci siamo spese e spesi sta mostrando tratti importanti fortemente insoddisfacenti, in quanto non risponde alle caratteristiche di lista di cittadinanza politica attiva e del passo indietro reale dei partiti e del rinnovamento completo della rappresentanza ( che non è l'esclusione di chi ha una tessera).
A poche ore dal referendum che coinvolge i firmatari della campagna 'Cambiare si può' sulla decisione di aderire o meno al percorso elettorale presentato ieri da Antonio Ingroia, ALBA ritiene di intervenire esprimendo forti perplessità sulla proposta politica così come illustrata.
Il quadro comunicato dalla delegazione Chiara Sasso, Livio Pepino, Marco Revelli è molto chiaro ( lo trovate di seguito).
Non ritenendo quindi che sussistano ora tali condizioni, invitiamo gli/le aderenti ad esprimere un giudizio negativo e a VOTARE NO alla proposta così formulata.
ALBA COMITATO OPERATIVO NAZIONALE
********************
Cari tutti,
scusateci per il ritardo nell’informazione ma i contatti con Antonio Ingroia e con alcuni dei potenziali partner nella costruzione di una lista alternativa per le elezioni del 24 febbraio (Luigi Demagistris e Leoluca Orlando) hanno avuto tempi più lunghi del previsto e si sono conclusi solo questa mattina prima della conferenza stampa di Ingroia. Riferiamo, dunque, in estrema sintesi, all’esito della assemblea torinese che si è chiusa pochi minuti fa.
La verifica si è articolata essenzialmente su tre punti: il programma, l’esplicita alternatività della lista rispetto a quella del centrosinistra, la sua caratterizzazione in termini di visibile discontinuità con il recente passato (e le regole per la sua formazione). Sul primo punto c’è stata convergenza (con l’accettazione da parte di Ingroia dei nostri 10 punti programmatici e la condivisione della necessità di mettere al primo posto le scelte economiche per uscire dalla crisi e il tipo di sviluppo perseguito nel quadro europeo). Anche sulla seconda questione si è raggiunto un punto di equilibrio condiviso, pur nel permanere di diversità di valutazioni tattiche sulla opportunità di mantenere aperto un confronto con il Pd ovvero di chiuderlo (ferma la concorde esclusione di ogni ipotesi di accordo, del resto di evidente impossibilità). Sul terzo punto, invece, le posizioni si sono rivelate profondamente divaricate. La proposta di Ingroia è stata quella di demandare la formazione della lista a un comitato di garanti (di cui non è stata precisata la composizione) a partire dalle proposte nominative di tutti i soggetti coinvolti nell’impresa (“Cambiare si può”, Movimento arancione, “Su la testa”, partiti e lo stesso Ingroia). Per altro verso, la candidatura a premier di Ingroia è stata considerata non contendibile dagli altri soggetti interpellati che l’hanno ritenuta il punto fermo intorno a cui costruire la lista. Ogni approfondimento ulteriore è stato interrotto dalla mancata soluzione della questione relativa alla candidabilità dei segretari dei partiti potenzialmente coinvolti nell’impresa (Di Pietro, Diliberto, Ferrero e Bonelli), da noi esclusa in quanto ambigua (per alcuni degli interessati) quanto alla coerenza con il programma (pur a parole accettato) e, in ogni caso, indice di un progetto tutto interno al quadro politico attuale (e alla sua salvaguardia) anziché finalizzato a nuove modalità di partecipazione e di rappresentanza. A fronte di ciò Ingroia ha dichiarato di non essere in grado di assumere impegni, riservandosi un confronto con gli interessati (tutti, peraltro, indisponibili al passo indietro, all’infuori di Ferrero) con successiva ripresa del dialogo con noi e sono state avanzate alcune bizzarre proposte di mediazione come la candidatura dei segretari al secondo posto della lista dopo lo stesso Ingroia, capolista in tutte le circoscrizioni (sic!) chiunque sia il secondo candidato e la sua provenienza. Questa mattina, Ingroia, esplicitamente interpellato, ha confermato di non poter escludere quelle candidature (e, con esse, quelle delle burocrazie dei partiti).
A voi le valutazioni. A noi non resta che proporvi il quesito da discutere nelle assemblee territoriali e da sottoporre a consultazione telematica, secondo quanto previsto dalla assemblea nazionale del 22 dicembre (ricomprendendo in esso, data l’intervenuta modifica della situazione, quello sulla cosiddetta “contendibilità” della candidatura a premier proposto in tale assemblea da Daniele Pigoli ed altri).
Ritieni che, nella mutata situazione di fatto rispetto all’assemblea del 22 dicembre (vedi report precedente), si possa proseguire nell’iter di formazione di una lista comune, avente come candidato premier non contendibile Antonio Ingroia (che ha dichiarato la disponibilità ad accogliere nel programma i nostri dieci punti irrinunciabili), con attribuzione a un comitato di garanti della formazione delle liste, nelle quali è comunque previsto l’inserimento dei segretari politici di IDV, Comunisti italiani, Verdi e Rifondazione comunista?
A tutte - tutti gli aderenti di ALBA che hanno aderito e/o promosso Cambiare si può
Buongiorno, in questi giorni ( sui giornali, per mail, nelle assemblee) il progetto in cui ci siamo spese e spesi sta mostrando tratti importanti fortemente insoddisfacenti, in quanto non risponde alle caratteristiche di lista di cittadinanza politica attiva e del passo indietro reale dei partiti e del rinnovamento completo della rappresentanza ( che non è l'esclusione di chi ha una tessera).
A poche ore dal referendum che coinvolge i firmatari della campagna 'Cambiare si può' sulla decisione di aderire o meno al percorso elettorale presentato ieri da Antonio Ingroia, ALBA ritiene di intervenire esprimendo forti perplessità sulla proposta politica così come illustrata.
Il quadro comunicato dalla delegazione Chiara Sasso, Livio Pepino, Marco Revelli è molto chiaro ( lo trovate di seguito).
Non ritenendo quindi che sussistano ora tali condizioni, invitiamo gli/le aderenti ad esprimere un giudizio negativo e a VOTARE NO alla proposta così formulata.
ALBA COMITATO OPERATIVO NAZIONALE
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Cari tutti,
scusateci per il ritardo nell’informazione ma i contatti con Antonio Ingroia e con alcuni dei potenziali partner nella costruzione di una lista alternativa per le elezioni del 24 febbraio (Luigi Demagistris e Leoluca Orlando) hanno avuto tempi più lunghi del previsto e si sono conclusi solo questa mattina prima della conferenza stampa di Ingroia. Riferiamo, dunque, in estrema sintesi, all’esito della assemblea torinese che si è chiusa pochi minuti fa.
La verifica si è articolata essenzialmente su tre punti: il programma, l’esplicita alternatività della lista rispetto a quella del centrosinistra, la sua caratterizzazione in termini di visibile discontinuità con il recente passato (e le regole per la sua formazione). Sul primo punto c’è stata convergenza (con l’accettazione da parte di Ingroia dei nostri 10 punti programmatici e la condivisione della necessità di mettere al primo posto le scelte economiche per uscire dalla crisi e il tipo di sviluppo perseguito nel quadro europeo). Anche sulla seconda questione si è raggiunto un punto di equilibrio condiviso, pur nel permanere di diversità di valutazioni tattiche sulla opportunità di mantenere aperto un confronto con il Pd ovvero di chiuderlo (ferma la concorde esclusione di ogni ipotesi di accordo, del resto di evidente impossibilità). Sul terzo punto, invece, le posizioni si sono rivelate profondamente divaricate. La proposta di Ingroia è stata quella di demandare la formazione della lista a un comitato di garanti (di cui non è stata precisata la composizione) a partire dalle proposte nominative di tutti i soggetti coinvolti nell’impresa (“Cambiare si può”, Movimento arancione, “Su la testa”, partiti e lo stesso Ingroia). Per altro verso, la candidatura a premier di Ingroia è stata considerata non contendibile dagli altri soggetti interpellati che l’hanno ritenuta il punto fermo intorno a cui costruire la lista. Ogni approfondimento ulteriore è stato interrotto dalla mancata soluzione della questione relativa alla candidabilità dei segretari dei partiti potenzialmente coinvolti nell’impresa (Di Pietro, Diliberto, Ferrero e Bonelli), da noi esclusa in quanto ambigua (per alcuni degli interessati) quanto alla coerenza con il programma (pur a parole accettato) e, in ogni caso, indice di un progetto tutto interno al quadro politico attuale (e alla sua salvaguardia) anziché finalizzato a nuove modalità di partecipazione e di rappresentanza. A fronte di ciò Ingroia ha dichiarato di non essere in grado di assumere impegni, riservandosi un confronto con gli interessati (tutti, peraltro, indisponibili al passo indietro, all’infuori di Ferrero) con successiva ripresa del dialogo con noi e sono state avanzate alcune bizzarre proposte di mediazione come la candidatura dei segretari al secondo posto della lista dopo lo stesso Ingroia, capolista in tutte le circoscrizioni (sic!) chiunque sia il secondo candidato e la sua provenienza. Questa mattina, Ingroia, esplicitamente interpellato, ha confermato di non poter escludere quelle candidature (e, con esse, quelle delle burocrazie dei partiti).
A voi le valutazioni. A noi non resta che proporvi il quesito da discutere nelle assemblee territoriali e da sottoporre a consultazione telematica, secondo quanto previsto dalla assemblea nazionale del 22 dicembre (ricomprendendo in esso, data l’intervenuta modifica della situazione, quello sulla cosiddetta “contendibilità” della candidatura a premier proposto in tale assemblea da Daniele Pigoli ed altri).
Ritieni che, nella mutata situazione di fatto rispetto all’assemblea del 22 dicembre (vedi report precedente), si possa proseguire nell’iter di formazione di una lista comune, avente come candidato premier non contendibile Antonio Ingroia (che ha dichiarato la disponibilità ad accogliere nel programma i nostri dieci punti irrinunciabili), con attribuzione a un comitato di garanti della formazione delle liste, nelle quali è comunque previsto l’inserimento dei segretari politici di IDV, Comunisti italiani, Verdi e Rifondazione comunista?
sabato 29 dicembre 2012
Il mio non voto: una scelta politica.
Solitamente quando si pensa al non voto in una competizione
elettorale la prima cosa che viene in mente è un atto di protesta; io voglio
protestare di certo, ma voglio anche esprimere un sereno e ragionato giudizio
politico nella scelta di ciò che andrò a fare il 24 febbraio prossimo. Non mi
asterrò, non andrò al mare come solitamente si usa dire, ma mi recherò alle
urne come sempre, per ribadire la mia volontà e anche il diritto di
partecipare; con altrettanta determinazione, dopo essermi fatto registrare,
dichiarerò pubblicamente, pretendendo che venga messo a verbale, il mio diniego
verso partiti e formazioni politiche che non mi rappresentano e verso una legge
elettorale che mi toglie il diritto costituzionale di poter scegliere
liberamente gli uomini che dovrebbero rappresentarmi nel Parlamento.
La mia non è solamente una scelta di protesta; fosse cosi mi
sarei orientato come tanti verso formazioni che fanno della protesta il loro
unico scopo; avrei votato magari per il Movimento 5 stelle, avrei dato voce a
coloro che gridano al lupo con l’obbiettivo di scacciare il lupo ma senza
preoccuparsi di rafforzare il recinto del gregge e lasciarlo comunque alla
mercé delle iene e dei tanti altri predatori che non si chiamano lupo.
Ma io sono e rimango un uomo di sinistra e prima di questo
un comunista; sono abituato a ragionare pensando ad uno Stato che si basi sul
bene collettivo innanzitutto; una Nazione dove gli interessi di tutti vengano
al primo posto e dove anche le individualità possano emergere senza che queste
debbano in nessun caso anteporsi ai diritti inviolabili del bene comune.
mercoledì 26 dicembre 2012
La donna? Un diavolo che tenta il femminicidio?
La donna? Un diavolo che tenta. Il femminicidio? Un’invenzione dei giornalisti tromboni. Eccolo, il regalo di Natale che don Piero Corsi ha riservato alle donne: l’affissione, nella chiesa della frazione San Terenzo di Lerici di un estratto dal sito radicale Pontifex.it in cui si accusa la donna di meritarsi il peggio, perché oggi ha abbandonato la virtù e la famiglia e si veste con abiti succinti. E dunque, merita il peggio. Don Piero aveva già appeso, sulla bacheca della medesima chiesa, alcune feroci vignette satiriche contro l’Islam e gli immigrati: la comunità si era “ribellata”, ma la Diocesi spezzina, pur invitando alla calma, ne aveva di fatto preso le parti.
Ora don Corsi, lericino, parroco di San Terenzo, ha fatto propria una dura filippica di Pontifex.it contro le donne: si denigra la realtà del femminicidio, e di fatto si accusano le donne di essere provocatrici, dunque causa del male.
Durissime le reazioni dei parrocchiani, che proprio non capiscono questa «guerra di Piero», contro l’Islam, gli immigrati e ora contro le donne. Toccherà al nuovo vescovo, se lo riterrà opportuno, rispondere della “crociata” radicale del prelato, ma finirà tutto a tarallucci e vino.
Don Piero Corsi in una foto d’archivio |
Appena insediato, don Piero aveva sgridato i turisti che vanno in chiesa «con i sandali sporchi di sabbia». Se l’era presa con alcuni disabili, giunti a tavola in ritardo e aveva chiuso la cucina prima del pasto. Insomma: don Piero è una persona intransigente. Non a caso è stato scelto come sacerdote esorcista ufficiale della Diocesi.
Alcuni giornalisti locali avevano provato a contattarlo, ma lui aveva risposto inviando loro una sorta di anatema. Io penso che potrebbe fare il paio con quel vecchio prete, imboscato nella canonica di Sorbolo, ricercato dall’Interpol, in quanto accusato di aver assistito, ripetutamente, come testimone silente, alle torture comminate, dai carnefici di Videla, in Argentina, ai comunisti sporchi, brutti, cattivi e pedofagi. Pure lui è strenuamente difeso dalle alte gerarchie ecclesiastiche, come se gli agenti dell’Interpol si fossero inventato tutto, iscritti come sono, dal primo all’ultimo, all’UAAR, da malefici atei ed agnostici anticlericali quali sono.
Franco Bifani
domenica 23 dicembre 2012
Buon Natale By Vince Guaraldi- originario di Montescaglioso
Buon Natale a tutti con la musica di Vince Guaraldi, al secolo Vincent Dell'aglio, pianista di fama internazionale originario di Montescaglioso (MT)
sabato 22 dicembre 2012
venerdì 21 dicembre 2012
mercoledì 19 dicembre 2012
Il mio nuovo compagno:Carduccio Parizzi
Ho appreso stasera di avere un nuovo “compagno” : Carduccio
Parizzi.
A quanto pare qualcuno non ha gradito il fatto che entrando
nella sala del Consiglio Comunale nei banchi riservati al pubblico sono andato
a sedermi di fianco a Carduccio; da quanto mi e stato raccontato, io ero
distratto, sembra infatti che nel momento in cui mi sono seduto qualcuno dai
banchi dell’opposizione si sia lasciato scappare la seguente frase rivolgendosi
ad un collega di partito : “ è arrivato il nuovo compagno di Carduccio”.
Ora volendo andare a sindacare sul significato della parola “compagno”,
essa deriva dal latino “Cum panem” ossia che si divide il pane; devo riconoscere in effetti che con
Carduccio, persona della quale non condivido il 99% del pensiero, spesso mi ci
sono trovato seduto allo stesso tavolo a dividere il pane e la cosa è stata
davvero piacevole; anzi per informazione siamo stati a cena insieme anche
sabato scorso alla festa dell’ANPI dove stranamente non c’era nessuno dei
cosiddetti “COMPAGNI”.
Non so cosa abbia voluto dire con quella frase il signore
che l’ha pronunciata, di certo sta il fatto che Carduccio Parizzi è un mio caro
amico di cui rispetto il pensiero che non condivido e ci passo volentieri tutto
il tempo che mi pare, cosa che non farei con tanti altri personaggi che
nonostante affermano di avere un pensiero simile al mio nella sostanza si
rivelano dei veri ipocriti.
venerdì 7 dicembre 2012
Le pettole dell'anima del purgatorio
Voglio riproporvi stasera ciò che ho scritto un paio di anni fa su Montescaglioso.net ma che puntualmente si è ripetuto anche quest'anno.
Buona Immacolata a tutti
Buona Immacolata a tutti
"Rientrando a casa intorno a mezzogiorno, già dentro l'ascensore, si percepiva l'odore caratteristico di olio fritto profumato delle case montesi del periodo di Natale. Ho realizzato subito che mia moglie stava friggendo le pettole, come ogni anno il giorno dell'Immacolata, tradizione che abbiamo mantenuto anche qui nella nebbia padana di Fidenza.
Come ogni anno, ho riempito un piatto di pettole belle calde, fragranti, e mentre mi accingevo ad uscire di nuovo, mio figlio mi ha chiesto come mai tutti gli anni quando friggiamo le pettole devo portare sempre un piatto a qualcuno.
Non ho mai detto ai miei figli, che anche questa usanza è tradizione consolidata non solo nella mia famiglia, ma nella stragrande maggioranza delle famiglie montesi, ma alla sua domanda non potevano non venirmi in mente i racconti di mia nonna.
Era la notte dell'Immacolata di tantissimi anni fa, quando mia nonna, ma credo questo sia accaduto alle nonni di tutti nell'immaginario collettivo, durante le poche ore di riposo, in una fase di dormiveglia, ricordava di aver sognata sua madre morta qualche tempo prima che le aveva espresso il desiderio di mangiare qualcosa di buono. Inutile dire che di fronte a tale richiesta, e turbata da quel sogno cosi reale, impossibilitata a riprendere sonno, si alzò dal letto e si mise a trombare il pane. Fu allora che realizzò l'idea, avendo di fronte quella pasta, di prenderne un pò e friggerla nell'olio bollente, per poi portarla in regalo ad una vicina di casa che versava in condizioni di miseria.
La notte seguente la madre le ritornò in sogno, dicendole espressamente di aver gradito il dono e di essere rimasta molto soddisfatta del comportamento della figlia.
Nascevano in quel modo ufficialmente le pettole.
Fin qui il racconto di mia nonna, quanto ci sia di vero, o quanto sia leggenda non si può sapere, fatto stà che è usanza a Montescaglioso di portare a regalare il primo piatto di pettole dell'Immacolata ad un vicino, con la convinzione di fare cosa gradita ai propri cari che non ci sono più".
Inceneritore: Pizzarotti resta a guardare
Il Tribunale del riesame ha rigettato la richiesta della
Procura di Parma di sequestro del cantiere dell’inceneritore di Ugozzolo; a questo punto tutto sembra pronto per l’accensione
del forno.
Tralasciando gli aspetti legali della vicenda e volendo
prendere per buono il fatto che non vi siano abusi commessi da parte di IREN
nelle procedure per la realizzazione dell’impianto, cosi come sancito dal
Tribunale del riesame, vi è un aspetto politico che a conti fatti ci lascia con
l’amaro in bocca.
E’ un dato di fatto che la battaglia condotta dal
G.C.R. negli anni scorsi contro la
realizzazione dell’inceneritore, battaglia fatta propria dal Movimento 5
Stelle, partiva dalla convinzione che l’impianto cosi come previsto, oltre alla
inutilità delle dimensioni, sovradimensionato per le reali esigenze di Parma,
non dava garanzie sufficienti; al contrario dai dati forniti e fatti propri dal
Sindaco Pizzarotti durante la campagna elettorale, emergeva chiaramente che l’emissione
di polveri sottili e di diossine avrebbero sicuramente portato ad un
inquinamento atmosferico tale da mettere a serio rischio la salute dei
cittadini ed in particolare delle fasce più deboli fatte dai bambini e dagli
anziani.
Su questo tema si è spesa una campagna elettorale che ha
portato ai risultati che tutti sappiamo: l’elezione di un sindaco dei 5 Stelle
con una maggioranza assoluta in consiglio comunale.
Senza entrare ora nel merito della bontà o meno delle ricerche
e quindi delle convinzioni circa la dannosità dell’inceneritore (personalmente
ne sono pienamente convinto), c’è da porsi una domanda: ma Pizzarotti, il
Movimento 5 Stelle e il G.C.R. di Parma, di cui un loro rappresentane è
presente in giunta con la delega all’ambiente, erano pienamente convinti di
quello che affermavano prima, durante e dopo la campagna elettorale?
A rivedere le loro azioni da Giugno ad oggi, a me, in tutta
onestà, questo non appare. Al di la delle pubbliche dichiarazioni a mezzo
stampa, fino ad oggi nessun atto concreto è stato preso ne dalla Giunta, ne dal
Consiglio Comunale; le manifestazioni contro l’inceneritore che prima della
campagna elettorale avevano una frequenza quasi mensile si sono stranamente
interrotte; mentre da parte del Sindaco si è cominciato a parlare di procedure
e di eventuali penali da pagare, come se la salute dei cittadini non fosse
invece una priorità inalienabile che viene al di sopra sia delle procedure che
delle eventuali penali.
Il Consiglio Comunale va ricordato è sovrano ed è anche l’unico
organo istituzionale preposto a deliberare sul proprio territorio; ora
Pizzarotti e il M.5.S, che tanto si sono prodigati, riuscendo ad avere su
questo la fiducia dei cittadini, nell’eleggersi difensori della salute
pubblica, come mai ad oggi non hanno ancora approvato un ordine del giorno che
impegni la Giunta in tal senso? Perché ad oggi nessuna delibera di Consiglio
Comunale è stata presa che vieti l’emissione di polveri sottili e diossine nei
cieli di Parma? Eppure hanno una maggioranza assoluta che li consente di poter
decidere nel merito senza pericoli da parte della minoranza.
Esiste oggi un’unica strada che possa impedire ad IREN di
accendere il forno di Ugozzolo: quella politica;gli unici ad avere oggi in mano
la possibilità di perseguire quella strada sono Pizzarotti e i consiglieri dei
5 Stelle; spetta solo a loro dimostrare oggi se credono realmente in ciò che
hanno sostenuto durante la campagna elettorale, in tal caso si comportassero di
conseguenza, altrimenti riconoscessero pubblicamente che le loro altro non
erano che strumentali campagne utili solo per portare acqua al proprio mulino.
Tonino Ditaranto
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