Manca un anno esatto alle elezioni amministrative del 2014
che vedrà gli elettori di Fidenza tornare alle urne per dare il proprio
giudizio sull’attuale Amministrazione comunale e scegliere la prossima; un anno
in cui ognuno di noi dovrà tirare le somme e dopo aver fatto le dovute
riflessioni decidere a chi affidare il futuro di Fidenza per i successivi
cinque anni. Naturalmente le riflessioni da farsi non riguarderanno solo l’operato
dell’Amministrazione Comunale, ma tutto il panorama politico fidentino,
opposizione e movimenti compresi.
Certo, a meno di sconvolgimenti notevoli dell’ultimo anno il
giudicare l’Amministrazione attuale non pare proprio un compito difficile. Non
si ricordano grandi fatti della vita cittadina fidentina che possono ascriversi
a questa Amministrazione; nessun piano di sviluppo, nessuna operazione di
rilancio economico o di rilancio delle attività produttive e commerciali;
nessun atto concreto verso i servizi per la gente o per la città, non fosse che
per la nascita della agenzia per le famiglie, inventata più per accontentare l’UDC, partner di Cantini nella
scorsa campagna elettorale che per una reale esigenza delle famiglie stesse.
Ricorderemo questa amministrazione come quella che ha aspettato tre anni per
affidare l’incarico per la redazione del nuovo PSC forse con la reale
intenzione di non infischiarsene più di tanto e lasciare la patata bollente ai
successori; ricorderemo, a conti fatti, l’Amministrazione Cantini come quella
che tanto aveva invocato il cambiamento senza troppe pretese di vincere le
elezioni, che una volta vinte ha avuto paura di confrontarsi con il cambiamento
e ha deciso di comportarsi alla Ponzio Pilato dedicandosi alla sola normale
amministrazione, non senza intoppi (piano neve di due anni fa, mancata
derattizzazione tre anni fa con i topi che liberi di circolare per via Berenini
e via Cavour e disastroso piano di taglio delle erbacce di quest’anno che ormai
potrebbe essere risolto solo con l’aiuto di un bel gregge di pecore.).
Non me ne vogliano Cantini e i suoi Assessori, ma
amministrare una cittadina come Fidenza è tutta un’altra cosa e non ci si può
limitare solo a mantenere in ordine i conti, se mai per davvero siano stati
tenuti in ordine, risolvere le diatribe di maggioranza con i continui cambi di
assessori, anche con dichiarazioni colorite e accuse reciproche degne da
discussioni da bar dello sport, e
delegare invece lo sviluppo cittadino agli uffici comunali, tecnici o altri,
che per quanto possano essere efficienti, mancando di un indirizzo politico
continueranno a navigare come fatto fin’ora su un bastimento senza cabina di
pilotaggio.
Se da una parte l’Amministrazione non è stata all’altezza,
dall’altra non possiamo certo affermare che l’opposizione sia stata in qualche
modo di aiuto, al contrario, si potrebbe affermare con assoluta certezza di
esserci trovati con un consiglio comunale, maggioranza ed opposizione, escluso
qualche consigliere di opposizione facente gruppo a se, o qualche consigliere
che ha preferito abbandonare il proprio mandato per non essere costretto a
continuare ad assistere al pietoso comportamento dei suoi compagni di gruppo,
un consiglio comunale dicevamo che spesso e volentieri ha dato spettacolo di
comportamenti non proprio degni dei banchi e dell’aula in cui si trovava.
Tutto questo, mentre Fidenza boccheggia per la crisi; il
centro continua a spopolarsi dei propri negozi storici e l’apatia si appropria
anche dei comportamenti sociali dei cittadini.
Eppure io resto convinto che se solo lo volesse la nostra
cittadina è in grado di cominciare a pensare già da oggi ad una nuova
generazione di uomini politici capaci di disegnare il futuro della nostra
cittadina in maniera diversa rispetto al passato e soprattutto in
contrapposizione ad un modello di sviluppo delle trascorse Amministrazioni
Comunali, ultima compresa, che ha privilegiato il consumo programmato del
territorio a scapito delle aree verdi e in particolare del centro storico
cittadino sempre più in vergognoso stato di degrado. Per fare ciò comunque è
necessario che ognuno di noi metta da parte stupide partigianerie o divisioni
che nulla hanno a che vedere con le nostre convinzioni ideologiche ma che ci
portano sempre a porci gli uni contro gli altri a solo scapito del bene comune.
Sia ben chiaro, il consumo programmato del territorio si è consumato alle
spalle dei cittadini fidentini seguendo una logica che nulla aveva a che vedere
con le contrapposizioni ideologiche ma che stranamente ha visto andare d’accordo
speculatori di destra con speculatori di sinistra, ecco perché se davvero
crediamo che un rinnovamento sia possibile questo non può non passare che attraverso
il nostro rifiuto di quella logica e la costruzione di una nuova classe politica che abbia il coraggio di staccare finalmente il cordone ombelicale
che da sempre lega la città di Fidenza alle lobbies della speculazione.
Tonino Ditaranto
5 commenti:
Ammiro il tuo sforzo di alzare il livello della discussione politica che è caduta molto in basso, sotto terra dove puoi trovare dei preziosi reperti ma sicuramente trovi fogne.
Sui contenuti del tuo intervento spero che altri raccolgano il tuo implicito invito.
Tonino aspetta e spera se credi che davvero a Fidenza si possa staccare il cordone ombellicale da mamma costruzione. Guardati intorno e poi datti la risposta da sola.
Franco
Il proverbio parlava di un cavallo a digiuno che avrebbe mangiato quando l'erba fosse cresciuta. Quel cavallo se passasse da Fidenza potrebbe ingrassare in qualsiasi zona della città. Ma quel proverbio nei templi cittadini della politica avrebbe suonato più o meno così. CAGA CAVALLO CHE I POLITICI NE PARLANO. Di defecazio isterica e di prodotti conseguenti son pieni i dibattiti politici, di un futuro o di un programma son vuoti i politici locali. Nel vuoto si potrebbe costruire, ma non si immagina chi lo possa fare.
Se è vero che il web è pieno di discussioni di bassissimo livello che purtroppo vede sempre più coinvolta l'attuale classe politica, è altrettanto vero che la piazza, quella reale, abbonda di persone che almeno al riguardo, e sul come costruire il futuro hanno le idee abbastanza chiare. A loro io chiedo di e ribadisco che la semplice indignazione non basta, occorre costruire e per farlo bisogna uscire dall'anonimato delle chiacchierate tra amici e cominciare a spendersi in prima persona se davvero si vuole salvare e rilanciare la nostra cittadina.
Tonino, ripeto, per la centesima volta, che, se certi negozi storici del centro iniziasserio a praticare prezzi un poco più accessibili, forse tornerebbero a riempirsi di avventori; invece, vogliono mantenersi esclusivi anche nei prezzi,sempre a livelli stratosferici, e ben gli sta se perdono clienti. Ma ti pare che io debba andare a comprare certi alimentari o bevande, profumi, rasoi elettrici o elettrodomestici e simili al doppio di quello per cui me lo offrono da altre parti, solo perché quei negozii sono "storici"? Ma chissenefrega! Hanno già accumulato tanti di quei quattrini, da decenni, che se anche chiudono, i loro gestori hanno di che vivere da qui all'eternità! E gli snob e radical-chic che li frequentano dovranno abbassarsi ad acquistare dove vanno anche persone che guadagnano in un anno quanto costoro percepiscono in un mese.
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