Una serata davvero pietosa. “Dabon”.
Come si fa a dare un giudizio sulla serata appena trascorsa
presso l’auditorio di San Michele, dove si è svolto l’incontro voluto dalle organizzazioni
di categorie di imprese e commercianti con i sei candidati alla Carica di
sindaco per il comune di Fidenza?
Fossimo a scuola forse darei un bel 6—a tutti i candidati,
magari un 6 pieno alla Gambarini per come si sono dovuti destreggiare in un
incontro organizzato veramente con molta approssimazione e un 2 agli
organizzatori, sia per la scelta del metodo di interventi che per le domande,
spesso ripetitive, che avevano poco a che vedere con la reale crisi che
attraversa il settore delle piccole e medie imprese, quello dell’artigianato e
quello del commercio al dettaglio. A tal proposito, dal presidente della
maggiore organizzazione di categoria degli artigiani, la CNA, mi sarei
aspettato in tutta onestà qualcosa di più rispetto alle due domande che ha
fatto e che pure meritano attenzione, ma che non sono proprio al primo posto
delle priorità degli operatori , schiacciati da una crisi devastante che
attraversa il settore. Non una parola in
tutta la serata è venuta fuori sia da parte degli organizzatori che dei
candidati sindaci sulle infiltrazioni di carattere mafioso negli appalti
pubblici della nostra regione, ne sul lavoro nero ne tantomeno sul sommerso, ne
sulla mercificazione e la schiavizzazione del lavoro da parte di caporali al
soldo delle mafie, che aggrediscono con una spietata concorrenza sleale il
tessuto delle nostre piccole imprese artigianali; nessun accenno agli oltre
duecento nostri ragazzi poco più che ventenni, costretti negli anni passati ad
aprire una partita iva per poter lavorare e che oggi si trovano letteralmente
sommersi da debiti e impossibilitati a svolgere una professione perché un
tacito accordo tra alcune associazioni sindacali di categoria, e alcuni enti
previdenziali, con la complicità delle amministrazioni comunali, impone ai lavoratori
autonomi senza dipendenti la presentazione del D.U.R.C. , contravvenendo alla
legge dello Stato che invece prevede esplicitamente che tali lavoratori non
sono tenuti a presentare tale documento. Stando all’incontro pare che tutti i
problemi di artigiani e commercianti fidentini, siano legati quasi
esclusivamente alla tassa sull’immondizia, alla carenza di parcheggi gratuiti
nel centro storico, e alla mancanza delle lampadine al led vicino alle vetrine
dei negozi per illuminarle anche di notte.
Scusate ma credo che le categorie di operatori economici
presenti questa sera all’auditorio meritano qualcosa di più, sia da parte dei
loro rappresentanti sindacali che da parte dei candidati sindaci che si sono
limitati a rispondere alle domande come degli scolaretti che hanno fatto il compitino
a casa. Fidenza si merita di più; sei candidati sindaci che non sono stati per
nulla all’altezza della situazione ne delle aspettative dei fidentini. La
Gambarini, al di la della capacità dimostrata questa sera di imparare
velocemente l’arte della politica, alla fine l’unica proposta sensata che è
uscita dalla sua bocca è stata la proposta di porre fine alla apertura
selvaggia dell’Outlet, peccato però che ha dimenticato che proprio lei, con il
suo gruppo consigliare e tutta l’amministrazione da lei sostenuta votò contro
una eguale proposta fatta dalla CGIL; Massari dal canto suo ha cercato di
destreggiarsi da politico, ma ha dimostrato che i cinque anni passati in
aspettativa gli hanno intorpidito le idee
al punto che l’unica cosa che ha saputo fare è stato quello di tessere le lodi
della sua precedente carriera amministrativa, come se i fidentini fossero cosi
sbadati da non ricordare che l’attuale piano della viabilità è opera sua, oltre
naturalmente ai tanti altri disastri compiuti dalla giunta di cui anche lui
faceva parte, mentre ha glissato, non so se volutamente o per mancanza di tempo
sull’unica domanda intelligente che riguardava l’assegnazione di lavori alle
piccole imprese locali; Rigoni oltre a dimostrare una spiccata abilità in
qualità di dirigente aziendale, ha dimostrato ancora una volta una pessima
attitudine all’arte della politica, arrivando in una occasione a sostenere che
intende continuare sulla strada tracciata dalla passata amministrazione
(speriamo solo che se risulta eletto non segua davvero il percorso della giunta
Cantini altrimenti ci converrebbe per davvero cambiare città);
La Galli, ebbene Giovanna mi deludi, ti sarebbe bastato
leggere il depliant con il programma della tua lista e avresti trovato tutte le
risposte. Non ha studiato; l’Amoruso invece ha studiato troppo, al punto che ha
messo tutto nero su bianco e incurante delle domande che venivano fatte ha
continuato a leggere il compito, interrompendosi quando scadeva il tempo e
riprendendo dallo stesso punto al turno successivo; Nardella dopo essere stato
li li per proporre le ronde per la sicurezza, alla fine ha tirato fuori dal
cilindro in tre secondi tre milioni di euro, non era forse il caso di
lasciargli più tempo cosi magari ci saremmo ritrovati con qualche milione in
più? Un consiglio ai miei compagni di rifondazione, invece di continuare ad
infierire contro il povero Nardella, forse sarebbe il caso che lo ringraziaste
per avervi evitato una figuraccia.
Bene, tutto qui, ora me ne vado a letto. Buona notte a tutti
e speriamo che domani sia migliore.
Tonino Ditaranto
2 commenti:
Di Taranto, ma non ne salvi proprio nessuno! Del resto come darti torto dopo la magra figura fatta da tutti ieri sera.
Ite, lista est! Andate, le liste sono finite...
Sono rimasto molto deluso dall'incontro di ieri sera, nel salone parrocchiale S. Michele. Alcuni candidati a sindaco trovavano grosse difficoltà nell'esprimersi, per cui, alla fine, annaspavano in un groviglio di frasi smozzicate, espresse per metà, con un inizio che non si agganciava al finale; mi cadevano le braccia ed altro, e mi era arrivato il latte, ormai cagliato, alle ginocchia. Ho persino smesso di prendere appunti, perché era impossibile ed inutile. Il filosofo Nardella era conciso -od anche coinciso o circonciso, come dice certa gente acculturata-, ma sognava una Repubblica, ucronica ed utopica, sul modello di quella di Platone. La Gambarini, splendida e divina creatura, sospendendo un giudizio politico sui contenuti, ha sciorinato una loquela precisa ed efficace. Così anche Massari, che ha, però, intervallato opinioni e progetti condivisibili, con citazioni autoreferenziali del suo preterito operato di assessore, ottimo e massimo, lodandosi ed imbrodandosi, e ha intessuto, all'infinito, laudi e panegirici in favore di un organismo inutile, come l'UTV. Non ho capito nulla delle proposte dell'Amoruso, tanto erano intercalate ed infarcite da un'ecolalia infinita di "praticamente…diciamo…". Gli interventi dei presidenti delle varie associazioni mi sono parse delle stanche omelie, recitate da curatoli, stressati dall'officiare Messe dalle 6 del mattino alle 20 della sera. Infine, la scelta di far seguire, ai discorsi delle autorità invitate, le precisazioni e le proposte dei sei candidati sei, in un rosario tibetano, per più di due ore filate(!), senza un solo attimo di sosta, è stata una vera carneficina della pazienza del pubblico presente. A me, verso la fine, calava la palpebra; e non avevo bevuto, a cena, abbondanti calici di vino o di birra, tutt'altro. Ancora oggi, rimango dubbioso, più che mai, sull'attribuzione del mio voto a qualcuno dei sei. Si salva, forse, solo Giovanna Galli, semplice e diretta, nelle sue proposte, espresse in un linguaggio alieno dal politichese e mantenute ad altezza d'uomo. Altri, invece, hanno perseverato nel presentare progetti a quote stratosferiche ed iperuraniche, invece di contenerle nell'ambito più vivibile della biosfera borghigiana. Last, but not least, avrei voluto esprimere un mio umile e deferente saluto alla collega Lina Callegari, ma aveva sfoderato una grinta ed un cipiglio tali, che non ho osato avvicinarla.
Franco Bifani
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