venerdì 25 novembre 2011

E se facessimo pagare la tassa di soggiorno a Bossi, Maroni e tutti i leghisti?



Strano come si siano incavolati i leghisti alle parole di Napolitano che chiedeva al Parlamento italiano di legiferare in materia di cittadinanza italiana a tutti i bimbi nati nel nostro territorio.
Strano perché questo sarà anche ricordato come l’anno del centocinquantesimo dell’Unità d’Italia, ma anche l’anno in cui i leghisti hanno abbandonato le aule dei consigli comunali durante le celebrazioni, l’anno in cui Bossi e Maroni hanno più volte e ripetutamente sprezzato la nostra Bandiera e il nostro Inno; l’anno in cui abbiamo assistito alla parata del giro di Padania in netto contrasto con il giro d’Italia; l’anno in cui caduto il Governo Berlusconi e di conseguenza tornati a casa i ministri leghisti, il giorno seguente Bossi ha riaperto il Parlamento Padano con dichiarazioni fortemente separatiste.

Io sono un Lucano, amo tantissimo la mia terra, terra martoriata dai Borboni prima dai Savoia dopo e continuata ad essere martoriata dalla repubblica negli anni del dopo guerra e ancora continua ad essere sfruttata e maltrattata. Basti pensare che la Lucania, per le sue risorse, per la sua agricoltura, per la notevole abbondanza di acqua, di gas e di petrolio, attualmente si estrae petrolio per il 10% del fabbisogno nazionale, poteva essere la regione più ricca d’Europa, invece rimane una delle più povere, eppure nessun lucano si è mai sognato nei centocinquanta anni passati di sentirsi non italiano. Il mio inno, la mia Bandiera, l’inno e la Bandiera di tutti noi lucani sono l’Inno di Mameli e il Tricolore.
La presenza di tanto petrolio in Lucania non porta nessun privilegio alle sue popolazioni, solo il 7% di roialtys vengono riconosciute alla Basilicata mentre chi ne trae un reale vantaggio è la nazione intera, padani compresi, come l’acqua lucana serve per irrigare i campi e far funzionare le industrie di mezzo mezzogiorno d’Italia.
Bossi e Maroni dovrebbero vergognarsi dei loro comportamenti, devono decidere una volta per tutte se si sentono di essere italiani, allora si comportino come tali, caso contrario dovessero insistere nel definirsi padani e non italiani allora forse sarebbe l’ora che il nostro Parlamento decidesse di imporre a tutti costoro una tassa di soggiorno come è giusto che sia dal momento che occupano il nostro territorio nazionale.

Tonino Ditaranto

2 commenti:

FB ha detto...

Tonino, brut terùn abrunsàto.vergognati a parlare male di genii della politica, economia e finanza come Bossi e Maroni. Bossi, giustamente, dall'alto del suo diploma di Perito elettronico, conseguito presso la Scuola Radio Elettra, ha appena finito di dire che il governo di Monti -docente universitario a Trento, Torino, alla Bocconi di Milano, di cui è divenuto rettore e poi presidente- fa schifo, che durerà poco, perchè è un governo di immprovvisati. Non come quello di Borghezio, Speroni, Calderoli, Castelli, tucc lumbàrd del sass.

Anonimo ha detto...

Suggerisco di estendere ai "padani", per contrappasso, la legge Bossi-Fini, applicandone con rigore i dettami essenziali:permesso di soggiorno,centri di permanenza temporanea,l'espulsione, corsi di lingua italiana obbligatori finalizzati all'integrazione(trattasi di extracomunitari).Per chiudere il cerchio, ricorderei loro: 1) Alberto da Giussano è citato nell'Inno di Mameli; 2)Il "va pensiero", coro di esuli ebrei (non celti), tratto dal Nabucco di Verdi, è stato uno dei simboli musicali più importanti del Risorgimento italiano.
Apulo Emiliano