venerdì 25 luglio 2014

Luglio 1960-Luglio 2014 una eversione che viene da lontano

Era il 7 luglio del 1960, quando la polizia agli ordini del Presidente del Consiglio Tambroni aprì il fuoco ad altezza d'uomo lasciando sul terreno, falciati inesorabilmente a morte cinque ragazzi di vent'anni. Erano i ragazzi dalle magliette a strisce, i ragazzi di Reggio Emilia, quelli ai quali da oltre cinquant'anni dedichiamo la canzone "Morti di Reggio Emilia" per ricordare all'Italia e a noi stessi che la resistenza non è mai finita e che bisogna tenere sempre alta la guardia.
Nei giorni scorsi mi sono più volte chiesto se qualche volta il nostro Premier Matteo Renzi abbia mai cantato quella canzone. Forse si, ha partecipato a tante feste dell'Unità, ma di sicuro non si sarà mai chiesto le ragioni di quella canzone e del perchè a cinque ragazzi di vent'anni fu tolta la vita in quel caldo giorno di luglio e i loro corpi grondanti di sangue lasciati per terra a bagnare il selciato rovente di Reggio. Vedi Matteo, avresti dovuto leggere la storia, perchè forse o non avresti mai cantato "Morti di Reggio Emilia", o non avresti mai pensato di avventurarti nella grande porcata che stai combinando. La scintilla che portò il popolo italiano a ribellarsi e scendere nelle piazze di tutta Italia in quella occasione, fu il tentativo del governo Tambroni di approvare una legge elettorale truffa che avrebbe assicurato un premio di maggioranza alla Democrazia Cristiana. Il popolo si oppose, vi furono i morti di Reggio, ma alla fine il governo dovette cedere e Tambroni tornarsene a casa sconfitto. Ma allora c'era anche il grande PCI.

Ho voluto ricordare questa storia perchè sia chiaro per ognuno di noi quanto sia costato all'Italia in termine di vite umane la nascita e la difesa successiva della Repubblica e della sua Costituzione. Dopo Tambroni ci provarono il generale DeLorenzo e Valerio Borghese oltre alla Gladio della P2 di Licio Gelli a sovvertire l'ordinamento dello stato, scontrandosi però ogni volta contro il muro invalicabile eretto dal movimento dei lavoratori con in testa il PCI e il movimento sindacale. Nulla da fare, allora altro non restava che fare che provare a scalfire quel muro minandolo dall'interno e alle sue fondamenta. Quello a cui oggi stiamo assistendo, altro non è che il nuovo tentativo dello stesso progetto eversivo. Bisognava abbattere il muro quindi, allora quale sistema migliore se non quello di impossessarsi direttamente del muro? Lo smantellamento del PCI, e tutte le fasi successive dello sfaldamento della sinistra italiana fino alla nascita del PD, fanno parte di un unico disegno eversivo che parte da lontano e che ha come obbiettivo l'azzeramento della repubblica e l'instaurazione di una nuova dittatura. Non potendo sconfiggere il movimento dei lavoratori, hanno preferito annullarlo comprando direttamente il suo ex partito di riferimento, il PD e il movimento sindacale. La scalata di Renzi alla segreteria del PD era l'unico tassello ancora mancante per portare a compimento il progetto. Venuto meno Bersani, nulla più impedisce al grande potere economico internazionale di appropriarsi dell'Italia grazie alla complicità di un Presidente fantoccio.

5 commenti:

Franco Bifani ha detto...

Tonino, io non capisco, francamente, come tu possa distorcere i fatti storici in un tal mod, mettendo su uno stesso piatto della bilancia Tambroni, con il suo monocolore appoggiato dal MSI del 1960, con la situazione attuale e con Renzi. Io ero allora al mare, a Civitanova Marche, avevo 15 anni, tu eri un bimbetto di 4 anni, mi ricordo bene la sommossa di allora. Quei morti, che non furono solo a Reggio Emilia, ma anche a Licata, Catania e Palermo, furono vittime volute da Tambroni, e da chi comandava i CC ed i reparti di PS, ma sia prima che dopo, non fu certo il PCI a salvare l'Italia, altrimenti non saremmo arrivati al punto odierno. Citarmi poi una nullità come Bersani, quale ultimo eroe comunista, uno che ha dato ossigeno nuovo a Berlusconi, che poteva, al massimo, fare il segretario PD a Bettola, mi lare un tantino sbagliato. Al PCI, da Togliatti in avanti, con la sua amnistia per tutti, ha fatto comodo stare sempre e solo alll'opposizione, urlando e sbraitando in Parlamento contro la DC ed alleati, ma non concludendo mai nulla di veramente alternativo al sistema vigente.

tm ha detto...

Franco, dove la vedi la differenza? Monocolore DC con appoggio dei fascisti allora e governo DC con l'appoggio dei fascisti oggi; a meno che tu non voglia dirmi che il PD abbia ancora qualcosa di sinistra. La mano che tirava le fila dei burattini di allora è la stessa mano di oggi: il grande potere economico. L'unica differenza sta nel fatto che per quanto tu non possa essere d'accordo, allora c'era il PCI a difendere la Repubblica, e ha continuato ad esserci fino al suo scioglimento, cosa che oggi invece non c'è. Ero un ragazzino, hai ragione, ma la storia credo di averla letta, mentre quella successiva credo nel mio piccolo di averla anche fatta e ti garantisco che una prerogativa che abbiamo sempre avuto noi comunisti è stata quella della difesa della costituzione. Lo abbiamo fatto contro i rigurgiti fascisti e lo abbiamo fatto contro le Brigate Rosse. Se tu hai letto un'altra storia non posso farci niente, ma io la mia la conosco molto bene.
Sempre con simpatia Tonino

Franco Bifani ha detto...

Tonino, ma tu sei un rispettabilissimo, stimabilissimo e nobilissimo comunista idealista, forse un tantino utopico ed ucronico, e mi paiaci molto proprio per questo tuo essere sempre ben lungi dai compromessi e dai coinvolgimenti politici poco puliti. Un comunista come te non appartiene al PCI o al PD, ma all'umanità intieia, quella che vuole e cerca giustizia, libertà, pace e fratellanza, in modo generoso ed entusiasta, sotto nessuna bandiera o vessillo dil sorta. Ripeto, ti stimo e ti sono amico proprio per questo tuo essere "fuori dagli schemi-fuori dai palazzi". Ti posso dire che io mi sento cattolico, ma non mi va quasi niente della Chiesa ufficiale; non so se mi son fatto capire bene. Siamo entrambi poco simpatici a chi vive di politichese e di frequentazioni di sagrestie, per chiedere raccomandazioni e prebende, per sé e famiglia. Ciao, Tonino!

tm ha detto...

Caro Franco, grazie della stima che è reciproca, ma consentimi comunque di ricordarti che la mia scuola è stato il PCI, quel PCI che voi da fuori non avete mai conosciuto. Se io oggi mi ritrovo ad essere quello che sono lo devo sopratutto alla militanza in un partito dove i valori fondamentali non venivano solo insegnati, ma condivisi. Naturalmente anche nel PCI vi erano persone cui interessava solo portare acqua al proprio orticello, ma quelli lo sappiamo tutti dove sono andati a finire e pur essendosi spacciati per anni per comunisti alla fine hanno rivelato la loro vera natura.

Anonimo ha detto...

Interessante l'articolo e le considerazioni.
Pertinenti, assolutamente pertinenti, per nulla datate, anzi un indicazione di lavoro politico; quello di ricostruire un partito che ponga al centro del suo pensiero e della sua azione la parola " UGUAGLIANZA".
Un lavoro di lungo termine; per ora è fondamentale impedire che si compia quello che i potentati ecomici e finanziari chiedono; la cessione di democrazia, anche delle sue forme simboliche, per permettere il totale spiegamento delle politiche liberiste che devono assaltare l'entità statuale, per spolparla.