domenica 28 giugno 2009

LA SFIDA DEI GIOVANI DEL PD

SFIDA FRANCESCHINI-BERSANI, MA LINGOTTO CERCA TERZA VIA
TORINO - L'hanno chiamata la Woodstock democratica, il ritorno sul "luogo del delitto" dove due anni fa, stesso mese stesso giorno, Walter Veltroni aveva tenuto il suo discorso di candidatura alla segreteria del Pd. Al Lingotto di Torino i 'piombini', quasi tutti tra i 30 e i 40 anni, hanno chiamato oggi a raccolta quelli che vorrebbero "il Pd che finora abbiamo solo immaginato", per usare le parole di uno dei loro coordinatori, Giuseppe Civati, 34 anni, consigliere regionale in Lombardia. I 'piombini' cercano la 'terza via', diversa da Franceschini e Bersani, in prima fila ad ascoltarli per tutta la mattinata, e corteggiano Chiamparino - anche lui al Lingotto - che però non vuole abdicare da sindaco "perché - spiega - rispettare il mandato conferito dai cittadini è un imperativo amministrativo, politico ed etico".

I due principali candidati alla segreteria sono accolti con freddezza, si alza qualche fischio quando i fotografi fanno capannello davanti al palco per immortalarli. Ma provano a rilanciare: "La nuova generazione è già in campo - dice Bersani - non è da inventare, ma da riconoscere, facendo in modo che sia pienamente protagonista. Ma il partito deve darsi una struttura, non può essere la simulazione di una società perfetta. E chi vuole un partito liquido ha perso la fiducia che si possa cambiare la società". La battaglia pre-congressuale è già cominciata, "ma non é una resa dei conti, né una guerra tra bande - dice Franceschini alla platea - il confronto è democrazia. Non capisco, quindi, chi è impaurito, e tra questi ci sono anche dirigenti del partito, dal dovere scegliere da che parte stare. Il Pd, comunque, non è più in discussione: ci saranno vittorie e sconfitte, ma non si torna indietro". Il segretario annuncia: "Farò la mia squadra prima di sapere se verrò rieletto. E sarà composta da sindaci, coordinatori di circoli, parlamentari radicati nel territorio, senza riferimenti a nomi dati da qualcuno che conta". E la terza via? Chiamparino vorrebbe esserlo, ma è sindaco di Torino fino al 2011 ed esclude il doppio incarico: "Penso alla candidatura? Passo le mie giornate a pensare, tra i miei pensieri c'é anche questo, lo devo alle tante persone che mi hanno chiesto di scendere in campo". Per adesso i 'piombini' restano alla finestra: dall'assise al Lingotto non è uscito alcun documento, "é stato l'inizio di un'assemblea aperta ed il lancio della giornata del tesseramento, l'11 luglio. Franceschini e Bersani, almeno per ora, non ci hanno convinto, vediamo se verrà fuori un'alternativa. Quello che vogliamo è un partito orizzontale, non correntizio, un luogo pulito e ben illuminato, dove non si parli più, finalmente, di Ds e Margherita, di dalemiani, veltroniani, bindiani eccetera". Debora Serracchiani, la segretaria del Pd di Udine che alle Europee in Friuli ha preso più voti di Berlusconi, non crede al leader: "Non abbiamo bisogno - dice - di un capo figura salvifica, ma di una squadra, di un patto generazionale che aiuti a traghettare la nuova classe dirigente verso le leve di comando in vista del governo del Paese".
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