domenica 14 febbraio 2010

quel San Valentino che non dimenticherò mai


Son passati quasi vent'anni dalla stosia che mi accingo a raccontare e sinceramente non so se riuscirò a terminarla dandoci il giusto peso che merita, ne sa alla fine avrò il coraggio di premere invio e decidere di pubblicarla.

Il rischio è che una storia del genere si fa veramente fatica a credere, io stesso non ci avrei creduto se fosse capitata ad un altro, e magari ci avrei sogghignato su come so che potrà succedere ai tanti che leggeranno e che sicuramente il sorrisino lo faranno vista la incredulità della storia stessa, però non mi importa, io ci provo lo stesso a raccontarla dal momento che in tutti questi anni l'ho tenuta per me e oggi sento il bisogno di condividerla.

Era il martedi dopo Pasqua del 1992 e stavo riaccompagnando a Monte la mia famiglia che aveva deciso di trascorrere la Pasqua insieme a me qui a Parma, arrivato nelle vicenanze di Bologna comincio ad avere dei problemi alla macchina e decido di fermarmi alla prima stazione di servizio per dare una controllata intanto che i miei approfittano per andare in bagno e a prendere qualcosa da mangiare.

Mentre stò trafficando intorno all'auto mi si avvicina una ragazza che mi dice che deve parlarmi, al che io cerco di allontanarla facendo notare che avevo ben altro da fare, ma lei insiste e alla fine le concedo qualche minuto e lei comincia con il raccontarmi una storia piena di particolari che mi riguardavano e che solo io conoscevo chiudendo dicendomi che la signora a cui mi ero rivolto la sera di San Valentino mi mandava a dire che potevo stare tranquillo che tutto si sarebbe sistemato.

Non immaginate il mio stupore nel sentire dalla bocca di quella ragazza il racconto nei minimi particolari, indicandomi perfino il posto, di un episodio che mi era accaduto la sera del 14 febbraio precedente.

Avevo voluto trascorrere il San Valentino con mia moglie e i miei figli quell'anno, ero sceso a Monte e la sera stessa mi ero rimesso in macchina per tornarmene a Parma. Da un anno ormai passavo due notti a settimana in autostrada nei miei viaggi tra Parma e Monte con la testa che continuava a pensare alle tante bruttissime cose che mi stavano accadendo, momenti in cui i pensieri più brutti ti continuano a martellare in testa come se la soluzione di tutto stesse li a portata dei ponti che stai attraversando e pensi sempre che il prossimo possa essere quello giusto. Anche quella sera mi ero rimesso in macchina con i soliti pensieri questa volta più insistenti che mai. Ricordo di essere andato via di casa poco prima della mezzanotte, e poi il vuoto completo, quello che ho fatto nelle ore successive non ricordo più niente, il buio più totale.

Mi sono risvegliato da questo mio sogno improvviso che ero seduto ad un banco in una stanza non tanto grande e di fronte a me una signora vestita di azzurro con due occhi lucenti che mi fissavano e che io incredulo continuavo a fissare e a non spiegarmi come mai mi trovassi in quel posto.

Saranno state le quattro di mattina quando riavutomi dallo stupore decisi di rimettermi in viaggio, e scendendo la collina in cui mi trovavo mi resi conto dalla segnaletica stradale di aver passato la notte davanti alla statua della Madonne di Picciano, posto in cui non ero mai stato in precedenza.

Il viaggio verso Parma per la prima volta aveva un altro sapore, continuai lo stesso a pensare, ma i pensieri erano completamente diversi, non provavo più tutto quel rancore che avevo covato dentro negli ultimi tempi, continuavo a ripetermi che la cosa importante nella vita non fosse quello che riusciamo a realizzare per noi ma quello che potremo offrire a ciò che ci circonda.

Non sono mai stato un credente e continuo a non esserlo, ma la forza che ho acquistato quella notte mi ha permesso di vivere una vita diversa.

Sono tornato dopo alcuni anni a Picciano e ho raccontato questa storia al Priore il quale anche lui è rimasto stupito dal fatto che mi fossi trovati li nelle ore notturne visto che ogni sera il Santuario viene chiuso dopo la messa.

Ora qualcuno potrà anche farsi il sorriso, ma indipendentemente dal fatto che si tratti di una storia vera o il frutto di pura immaginazione una cosa non cambia e cioè il fatto che sia successo il giorno di San Valentino, giorno degli innamorati e non c'è amore più grande di quello di mettere da parte i rancori e aprire il proprio cuore agli altri.

tonino

1 commento:

Luca Garulli ha detto...

Sono ateo percui non pretendo nè lezioni nè retromarce da chi ha riportato la storia.
Tuttavia , penso che debba essere rispettata la tua spontaneità e la tua convinta sincerità con cui ci hai reso partecipi ad una esperienza interessante.