giovedì 15 luglio 2010

ghe pensi mi- di Franco Bifani


LUI, L'UNO E TRINO.


Tento di delineare, con sommo rispetto e con la massima deferenza, l'icona inconfondibile di LUI, del Megalomane, costantemente teso a sopravvalutare se stesso e le proprie capacità, in assenza di un opportuno vaglio critico e, soprattutto, di gente, attorno a LUI, in grado di fungere da moderatori, anche solo discreti, per ridimensionarlo e ricondurlo all'ovile della ragione umana. EGLI investe la sua personalità di grandezze spovrumane e vive, perennemente desto anche nel sonno apparente, sensazioni di strapotere sulle proprie risorse e capacità. E come aveva diagnosticato il grande Freud, sposta la sua libido da ogni oggetto esterno, la sottrae al mondo oggettivo ed investe la sua persona di una forma esasperata di narcisismo, fattore, quest'ultimo, che l'accomuna ai sofferenti di demenza precoce. Come nel maniaco classico, EGLI esterna scoppiettante euforìa, disinibizione assoluta, illimitata fiducia in se stesso, intraprende fughe dispersive di iniziative e idee che prorompono da ogni contesto autobiografico, cui il soggetto si rapporta in modo assolutamente acritico. Un'immotivata e traboccante esuberanza ed una gioia di vivere sciocca e puerile stimolano tutte le sue pulsioni istintive, come, ad es., un'ipersessualità dilagante, un'iperattività irrefrenabile; una logorrea straripante da eccitamento lo illude di apparire arguto e spiritoso, anche se è solo becero e volgare. Non perde occasioni per apprezzamenti sguaiati e triviali al gentil sesso, si circonda di femmine mercenarie, a LUI prone, come le odalische degli harem delle “Mille e una notte”, anche se, forse, in questo caso specifico, sarebbe più corretto parlare di “Mille ed un Euro” a notte. Nel suo costante ottimismo, tutto e tutti appaiono nella luce più rosea ed inscritti in un alone azzurro -il colore del suo partito-, in quello che gli pare e che ci viene gabellato, da questo novello Pangloss, come il migliore dei mondi possibili. Egli vive in un assoluto presente, senza un passato né un futuro, come pare che viva, ab aeterno, Iddio Onnipotente, secondo la teologìa corrente; da qui la facilità con cui EGLI intraprende iniziative e produce idee che non porterà mai a termine. Da qui la libertà di una spensieratezza sfrenata, di un'assoluta mancanza di riguardi per gli altri; LUI percepisce il tempo più corto e lo spazio più piccolo. Di qui il suo incedere con passo franco e sicuro ed il sorriso a trentadue denti, tipici di chi non ha ritegno, perchè non conosce limiti;ed ecco il suo vociare e gesticolare irrefrenabili, ad occupare lo spazio-tempo attorno a LUI, tra telefonate risolutive di problematiche a livello globale, ritardi ingiustificabili a conferenze internazionali, richiami ai vicini di fila, cucù e bau sèttete. Prevale l'estensione sull'intensità, la dilatazione sulla profondità, non esiste differenziazione tra l'Io e l'Altro, come nei bambini, e le vicende di sé e della propria vita sono considerate le uniche ad avere un significativo valore. Egli è un egoista morale, che restringe tutto e tutti a sé ed al suo utile; logico, dato che non ritiene necessario sottoporre il proprio giudizio a quello altrui; estetico, nell'assoluto valore conferito ai proprii gusti, mai nemmeno confrontati con quelli degli altri. EGLI vive una nevrosi narcisistica cronica, del tipo definito, da J. Lacane, come “stadio dello specchio”. Quale egoista cronico pecca non tanto in azioni quanto d'incomprensione e, comunque, necessita e cagiona l'egoismo dei singoli e questo suo comportamento trasuda e traspare da ogni tessuto con cui lo si voglia coprire e celare e si tradisce ad ogni occasione. Aveva affermato giustamente Churchill che i prepotenti cavalcano tigri dalle quali poi non osano più smontare, e questi felini feroci, prima o poi, iniziano ad avere fame ed a reclamare carne umana. E chi inizia ad abituarsi all'abuso di potere, provoca altresì il pervertimento verso il quale trascina gli animi esacerbati degli offesi; purtroppo non c'è essere umano e sistema politico che non venga demolito, a lungo andare, con il disprezzo di ogni sua componente. E quanto ai cortigiani che circondano perennemente l'UNO,TRINO ed UBIQUO, si consideri che l'adulazione batte ogni tipo di intelligenza; essa appartiene ai pusillanimi, che ancor più infimi sanno diventare, per penetrare meglio nella sfera vitale delle persone alla cui corte si sfamano; e l'adulazione è il cibo preferito degli sciocchi. Il popolo italiano, avvezzo per secoli ad avere sopra di sé padroni arroganti e presuntuosi, non è più in grado di farne a meno. E tutti cercano di arrampicarsi, a quattro zampe, su per i sentieri che portano al Palazzo del Potere, come le scimmie, questi parvenus meschini della politichetta italiota; delle scimmie hanno appunto l'agilità e la destrezza, nel corso della salita. Ma, man mano che s'arrampicano, le uniche parti che si vedono con maggior dettaglio sono i loro deretani pelati. “Mèdiocre et rampant, et l'on arrive à tout”, scriveva Beaumarchais nelle sue “Nozze di Figaro”.

Franco Bifani

P.S. Last, but not least; se vuole proprio sparare battute anche in inglese, eviti perlomeno, per designare un vecchio puttaniere, di dire, al posto di “play-boy”, “play-old”, che non significa nulla; al limite, play-oldman.

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