CAMBIARE SI PUÒ!
Per
una presenza elettorale alternativa alle elezioni politiche del 2013
● Il
sistema sta andando in pezzi. Le differenze economiche e sociali crescono, le
disonestà individuali o di gruppi sono diventate corruzione del sistema, la distanza tra stato e
società e tra organi rappresentativi e cittadini non è mai stata così elevata.
La possibilità di contare e di decidere sulla propria vita e sul proprio futuro
è quotidianamente frustrata da decisioni verticistiche e incontrollabili. Così
lo stesso desiderio di partecipazione politica si affievolisce, riducendosi a
esplosioni di rabbia, alla fuga dal voto o all’adesione a proposte populiste
(egualmente presenti dentro e fuori le forze politiche tradizionali). Prevale
l’idea che non ci sia più nulla da fare perché ogni scelta è obbligata e
«imposta dall'Europa» (cioè dai mercati). Il modello sociale europeo è
cancellato dalle compatibilità economico-finanziarie in una concezione
dell’economia che non lascia spazio alla politica.
Questa posizione è stata da tempo
abbracciata dal Partito democratico e si è tradotta nell’appoggio senza se e
senza ma al governo Monti, nel concorso all’approvazione del cosiddetto patto
fiscale e della modifica costituzionale sul pareggio di bilancio, nel contributo
alla riduzione delle tutele del lavoro, nel sostegno alle grandi opere, nel
frequente aggiramento dell’esito referendario in favore dell’acqua pubblica. È
una prospettiva nella quale si è inserito, da ultimo, il gruppo dirigente di
Sel con la scelta di partecipare alle primarie, in una alleanza che ne sancisce
la subalternità al Partito democratico (a prescindere dallo stesso esito delle
primarie). Dall’altra parte c’è la posizione del Movimento 5 stelle di Beppe
Grillo, che, pur partendo da una condivisibile critica radicale di questa
classe politica e di questi partiti, non offre risposte sul piano della
democrazia costituzionale e di una diversa uscita dalla crisi in atto.
● A fronte di ciò non è più possibile
stare a guardare o limitarsi alla critica. L’attuale pensiero unico e il
conseguente orizzonte politico sono modificabili. Esiste un'alternativa forte,
sobria e convincente alla politica liberista che, in tutta Europa, sta
distruggendo il tessuto sociale senza dare soluzione a una crisi che non
accenna a diminuire nonostante le rassicurazioni di facciata.
È un’alternativa che si fonda sulle
promesse di civiltà contenute nella nostra Carta fondamentale: la Costituzione
stabilisce che tutti i cittadini hanno diritto al lavoro e, in quanto lavoratori,
a una retribuzione sufficiente ad assicurare un’esistenza libera e dignitosa:
noi vogliamo che questi principi siano attuati e posti a base delle politiche
economiche e sociali. È un’alternativa che esprime una cultura politica nuova,
che si prende cura degli altri e rifiuta il leaderismo, che parla il linguaggio
della vita della persone e non quello degli apparati, che include nelle
discussioni e decisioni pubbliche la cittadinanza attiva. Un’alternativa capace
di fare emergere, con l’impegno collettivo, una nuova rappresentanza politica
preparata, capace, disinteressata al tornaconto personale e realmente al
servizio della comunità. Un’alternativa in grado di produrre antidoti a quel
sistema clientelare che ha generato corruzione e inquinamento mafioso e di
trasformare lo stato rendendolo trasparente, de-centralizzato ed efficiente.
Un’alternativa, quindi, che guarda a un mondo diverso, in cui si rispetti
l’ambiente, siano valorizzati i beni comuni, si pratichi l’accoglienza, si
assicuri a tutte e tutti la possibilità di una vita degna di essere vissuta
anche se si è vecchi, malati o senza lavoro o se si è arrivati nel nostro paese
per viverci e lavorare. Non è un’illusione, ma il compito di una politica
lungimirante: il welfare, lungi dall’essere un lusso dei periodi di prosperità,
è la strada che ha portato alla soluzione delle grandi crisi economiche del
secolo scorso. E non c’è solo una prospettiva di tempi lunghi. Ci sono azioni
positive da realizzare e scelte sbagliate da contrastare. Subito.
L’elenco è semplice e riguarda sia gli
interventi indispensabili che le modalità per recuperare le risorse necessarie.
Da un lato, la rinegoziazione delle normative europee che impongono politiche
economiche recessive; un progetto di riconversione di ampi settori
dell’economia in grado di rilanciare rapidamente l’occupazione con migliaia di
piccole opere di evidente e immediata utilità collettiva; un piano di riassetto
del territorio nazionale e dei suoi usi mirante a garantire la sicurezza dei
cittadini e la riduzione del consumo di suoli agricoli; un’imposizione fiscale
equa ed efficace (estesa ai patrimoni e alle rendite finanziarie nonché alle
proprietà ecclesiastiche); il potenziamento degli interventi a sostegno delle
fasce più deboli e dei presidi dello stato sociale; il ripristino delle tutele
fondamentali del lavoro e dei lavoratori; la sperimentazione di modalità di
creazione diretta di occupazione, anche in ambito locale, affiancata
dall’introduzione di un reddito di cittadinanza; l’attuazione di forme di sostegno
e promozione delle esperienze di economie di cooperazione e solidarietà; l'investimento a favore della scuola e dell'università
pubblica, a sostegno della formazione, della cultura, della ricerca e
dell’innovazione; il rispetto pieno e immediato dei referendum 2011 sui beni
comuni e contro la vendita ai privati dei servizi pubblici locali; un’effettiva
riforma del sistema dell’informazione e del conflitto di interessi; il pieno
riconoscimento dei diritti civili degli individui e delle coppie a prescindere
dal genere e l’accesso alla cittadinanza per tutti i nati in Italia.
Dall’altro: una reale azione di contrasto dell’evasione fiscale e della
corruzione; il ritiro da tutte le operazioni di guerra e l’abbattimento delle
spese militari; la definitiva rinuncia alle grandi opere (a cominciare dalla
linea Tav Torino-Lione e dal ponte sullo Stretto); l’abrogazione delle leggi ad personam (che sanciscono la
disuguaglianza anche formale tra i cittadini); la previsione di un tetto
massimo per i compensi pubblici e privati e l’azzeramento delle indennità
aggiuntive della retribuzione per ogni titolare di funzioni pubbliche.
● I fatti richiedono un’iniziativa
politica nuova e intransigente, per non restare muti di fronte a opzioni che
non ci corrispondono e per rompere con la logica paralizzante delle compatibilità. Un’iniziativa politica nuova e non la raccolta dei cocci
di esperienze fallite, dei vecchi ceti politici, delle sigle di partito, della
protesta populista. Un’iniziativa che porti alla costituzione di un polo
alternativo agli attuali schieramenti, con uno sbocco immediato anche a livello
elettorale. Un’iniziativa che parta dalle centinaia di migliaia di persone che
nell’ultimo decennio si sono mobilitate in mille occasioni, dalla pace ai referendum,
e che aggreghi movimenti, associazioni, singoli, amministratori di piccole e
grandi città, lavoratrici e lavoratori, precari, disoccupati, studenti,
insegnanti, intellettuali, pensionati, migranti in un progetto di rinnovamento
delle modalità della rappresentanza che veda, tra l’altro, una effettiva parità
dei sessi.
È un’operazione complicata ma
necessaria, che deve essere messa in campo subito. Negli ultimi giorni si sono
susseguiti numerosi appelli in questo senso. È tempo di unire passione, intelligenze,
capacità ed entusiasmo per costruire una proposta elettorale coerente con
questa prospettiva, in cui non ci siano ospiti e ospitanti, leader e gregari ma
un popolo interessato a praticare e promuovere cambiamento.
● È questo il senso della campagna
“CAMBIARE SI PUÒ! NOI CI SIAMO”, nella quale abbiamo deciso di impegnarci con
l’obiettivo di presentare alle elezioni politiche del 2013 una lista di
cittadinanza politica, radicalmente democratica, alternativa al governo Monti,
alle politiche liberiste che lo caratterizzano e alle forze che lo sostengono.
Noi ci siamo e pensiamo che molte e
molti vogliano costruire con noi questo percorso.
Ma le firme non bastano. Serve che tutti
noi, che aderiamo a questa campagna, ci incontriamo, per definire i passaggi
successivi, in una prima assemblea pubblica, che proponiamo per il 1° dicembre.
5 novembre 2012
Luciano Gallino
(professore sociologia, Università di Torino)
Livio Pepino
(magistrato, responsabile Edizioni Gruppo Abele)
Marco Revelli
(professore di scienza della politica, Università del Piemonte orientale)
don Marcello
Cozzi (vicepresidente nazionale Libera)
Antonio Di Luca
(operaio, Fiom, Fiat Pomigliano)
Chiara Sasso
(scrittrice, Coordinamento Rete dei Comuni Solidali)
Vittorio
Agnoletto (medico)
Andrea Aimar (Officine corsare, Torino)
Caterina Avanza
(Ethicando)
Andrea Bagni
(insegnante, redazione École,
Firenze)
Piero Basso
(dirigente di azienda)
Bengasi
Battisti (sindaco Comune Corchiano, coordinatore
nazionale enti locali per l'Acqua bene comune)
Oliviero Beha
(giornalista e scrittore)
Lorenzo Bicchi
(ferroviere, delegato sindacale, Firenze)
Cinzia Bottene
(No Dal Molin, consigliera Comune di Vicenza)
Antonio Bruno (consigliere Comune di Genova)
Antonio Bruno (consigliere Comune di Genova)
Massimo Carlotto
(scrittore)
Emilio Chiaberto
(sindaco di Villar Focchiardo, Val Susa)
Ivan Cicconi (esperto di infrastrutture e appalti pubblici, Bologna)
Ivan Cicconi (esperto di infrastrutture e appalti pubblici, Bologna)
Nicolella Clizia
(consigliera Comune di Genova)
Ylenia da
Valle (biologa, Università di Pisa)
Maurizio Del
Bufalo (coordinatore di Cinema e Diritti, Napoli)
Donatella Della Porta (professore scienze politiche e sociologia, Istituto Universitario Europeo, Firenze)
Donatella Della Porta (professore scienze politiche e sociologia, Istituto Universitario Europeo, Firenze)
Mariangela
Delogu (delegata Rsu La Rinascente)
Gianna De Masi (assessore Comune di Rivalta)
Gianna De Masi (assessore Comune di Rivalta)
Francesca
Fornario (autrice satirica, videomaker, giornalista di Pubblico)
Flavia Fortunati
(Libera, Perugia)
Dario Fracchia
(sindaco di Sant’Ambrogio, Val Susa)
don Andrea Gallo
(Comunità San Benedetto al Porto Genova)
Piero Gilardi
(artista)
Paul Ginsborg
(professore di storia contemporanea, Università di Firenze)
Haidi Giuliani (già
insegnante)
Lorenzo
Guadagnucci (giornalista, Comitato verità e giustizia per Genova)
Sabina Guzzanti
(artista)
Sergio
Labate (ricercatore Università di Macerata)
Roberto Lamacchia
(avvocato, presidente Associazione italiana Giuristi democratici)
Enrico
Lauricella (visual designer, Prato)
Chiara Lesmo
(assessore alle politiche sociali Comune di Novate)
Domenico Lucano
(sindaco di Riace)
Alberto Lucarelli (professore, assessore Comune
Napoli e coautore quesiti referendari sull’acqua)
don
Aniello Manganiello (già parroco di Scampia)
Rino Marceca
(vice presidente Comunità montana Valle di Susa e val Sangone)
Teresa
Masciopinto (dirigente Banca Etica)
Ugo Mattei (professore di diritto civile, Università
di Torino, coautore quesiti referendari sull’acqua)
Sandro Medici
(giornalista, presidente del X Municipio di Roma)
Emilio Molinari
(presidente Comitato italiano per un Contratto mondiale
sull'acqua)
Andrea Mormiroli (referente area Tratta e marginalità sociale, cooperativa Dedalus, Napoli)
Andrea Mormiroli (referente area Tratta e marginalità sociale, cooperativa Dedalus, Napoli)
Guido Ortona
(professore di politica economica, Università del Piemonte orientale)
Moni Ovadia
(artista)
Giovanni
Palombarini (magistrato, pubblicista)
Rosangela
Paparella (garante per i minori, Regione Puglia)
Tonino Perna
(professore di sociologia economica, Università di Messina)
Riccardo
Petrella (professore Università cattolica di Lovanio, fondatore Comitato
Mondiale dell'Acqua)
Nicoletta
Pirotta (presidente Iniziativa femminista europea)
Michele
Pistone (delegato Rsu STM, Catania)
Matteo
Pucciarelli (giornalista di Repubblica)
Leana
Quilici (assessore Comune di Capannori)
Roberta Roberti
(insegnante, Parma)
Marco Rovelli
(scrittore e musicista)
Luca Sappino
(giornalista di Pubblico)
Giuseppe Sergi
(professore storia medievale, Università di Torino)
Giacomo Sferlazzo (cantautore, Askavusa, Lampedusa
Giacomo Sferlazzo (cantautore, Askavusa, Lampedusa
Lorenzo Signori
(presidio di San Pietro di Rosà,Vicenza)
Paolo Sollier (allenatore di calcio e scrittore, già calciatore)
Paolo Sollier (allenatore di calcio e scrittore, già calciatore)
Gianmaria Testa
(musicista e cantautore)
Gianni Tognoni
(medico, segretario del Tribunale permanente dei popoli)
Francesco
Vallerani (professore di geografia, Università Ca’ Foscari, Venezia)
Guido Viale (economista, giornalista e studioso di tematiche ambientali, Milano)
Laura Vigni
(consigliere Comune di Siena)
Attilio
Wanderlingh (giornalista, editore, Caffè letterario Intra Moenia, Napoli)
Alfredo
Zuppiroli (primario cardiologo, Firenze)
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