Ma di cosa parliamo?
Una settimana intera di post e commenti sui vari blog
cittadini e sulla stampa per elogiare la scelta del Sindaco Cantini di
collocarsi in aspettativa per rimanere al servizio dei cittadini data l’incompatibilità
sopravvenuta tra il suo lavoro di dirigente dell’ospedale e la carica di
amministratore, per poi scoprire che proprio ieri la norma che prevede tale incompatibilità
è stata congelata lasciando tutto come era prima.
Visto che già da qualche settimana si era a conoscenza che
il Senato stava per approvare tale congelamento, ci viene spontaneo chiederci se
anche la conoscenza di ciò abbia influito sulla scelta del nostro Sindaco dal
momento che ora potrà tranquillamente rientrare dall’aspettativa e tornare al
proprio posto di lavoro.
Naturalmente la mia non vuole essere in alcun modo una
insinuazione ne tantomeno voglio entrare nelle motivazioni che hanno spinto
Cantini a fare la scelta che ha fatto; di certo è una scelta da elogiare ma che
sarebbe ancora più encomiabile se ora il nostro Sindaco decidesse di rimanere
in aspettativa e come dichiarato anche a mezzo stampa e di dedicarsi interamente, per
questa ultima parte del mandato amministrativo, ai problemi della cittadinanza.
Resta il mio giudizio completamente negativo per una norma,
che se pur giusta nei contenuti, con la retroattività poneva grossi problemi anche di carattere costituzionale e per questo sin dal primo momento
personalmente mi sono attivato con esponenti del Governo affinchè si arrivasse
alla decisione odierna che ripara ad un madornale errore del Governo Monti.
Fatta giustizia in qualche modo per ciò che riguarda il
futuro dell’Amministrazione che potrà arrivare tranquillamente alla fine del
proprio mandato rimane la grande ingiustizia che hanno subito i due consiglieri
di minoranza Montanari e Ghisoni, entrambi come Cantini oggetto del
provvedimento, ma che nei confronti dei quali il decreto di congelamento non ha
potuto mettere le cose a posto vista la frettolosità con la quale l’Amministrazione
ha ritenuto di dover convocare il Consiglio Comunale per provvedere alla loro
surroga da consiglieri. Non si poteva aspettare qualche giorno, magari facendo
passare ferragosto per dare anche a Montanari e Ghisoni la possibilità di
ritirare le proprie dimissioni?
Se il decreto Monti che introduceva l’incompatibilità in
qualche modo era una forzatura della volontà popolare che aveva eletto Sindaco
e Consiglieri nel 2009 c’è da rilevare che nel caso di Montanari e Ghisoni tale
forzatura ha avuto il suo effetto e qualcuno sul comune ha fatto in modo che
ciò si verificasse.
Buon ferragosto a tutti
Tonino Ditaranto
4 commenti:
Hai fatto una analisi corretta che condivido.
Giuliano
Purtroppo, nel caso dei consiglieri comunali, le dimissioni una volta firmate e protocollate sono irrevocabili.
Bastava che al Sindaco fosse concesso qualche giorno in più per decidere, ma qualcuno aveva molta fretta che gli fosse notificata l'incompatibilità...e noi non saremmo qui a pontificare...
la fretta della notifica dell'incompatibilità non centra nulla in quanto i termini erano fissati dalla delibera del CEPIM; in quanto ai consiglieri comunali le dimissioni diventano esecutive nel momento in cui il Consiglio Comunale le ratifica con delibera resa immediatamente esecutiva, fino a quel momento rimane sempre facoltà da parte del consigliere di poterle ritirare o addirittura lo stesso Consiglio poteva non approvarle.
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