Si dice che il tempo lenisce i dolori, non so quanto potrà
essere vero, sta di fatto che non riesco proprio a capacitarmi che tu non ci
sei più. Ho sperato più volte in questi
giorni di potermi risvegliare da un bruttissimo sogno e di chiamarti per poter prendere
un caffè e insieme ridere e scherzarci sopra come spesso abbiamo fatto e
continuare a prenderci in giro cosi come tanto ci piaceva fare. Era il nostro
modo di dimostrarci quanto grande era l’affetto che ci legava, un legame che
affonda le proprie radici nei lontani anni settanta e che nel tempo è cresciuto
al punto di essere diventato una grande quercia che intemperie e avversità non
sarebbero mai riuscite a scalfire.
In tanti in questi anni mi hanno chiesto che senso ha
continuare ad avere un ideale come punto di riferimento; ecco oggi la risposta
mi viene naturale: avere la fortuna di aver avuto come compagno di lotta uno
come Rocco Luberto ti ripaga di tutte le delusioni, le amarezze e le mazzate
sulla schiena che la politica ci ha riservato e che ogni volta puntualmente ci
siamo messi alle spalle consapevoli che l’emozione che si prova nel combattere per un mondo migliore è la gratificazione più
alta che l’uomo possa ricevere.
Arrivederci Rocco, vai per la strada che il destino ha
voluto tracciarti, un giorno ci rincontreremo, ma fino ad allora continuerò la
battaglia anche per te e se mai dovessi avere dei tentennamenti mi basterà
ricordare l’amico, il fratello, il compagno che sei stato.
Tonino
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