Sinistra è amore
Carissimi compagni,
è un mondo strano quello che stiamo vivendo; alla vigilia di
una guerra globale che potrebbe segnare in modo irreversibile il destino di
questo nostro straordinario pianeta e non solo per il disastro e le distruzioni
che essa inevitabilmente causerebbe, ma anche per il progressivo imbruttimento,
veramente già in atto da tempo, dei rapporti tra i popoli del mondo, tra le
differenti culture e il divario sempre più incolmabile tra i ricchi e i poveri
della terra. Sembra quasi che tutti, e con tutti intendo anche noi che crediamo
in valori universali di fratellanza e solidarietà, abbiamo perso la bussola
della speranza che un mondo migliore possa essere possibile. Ecco, la speranza, ossia quella grande forza
interiore che ha spinto sempre milioni di uomini a guardare oltre i propri
confini, verso un infinito dove l’amore per le cose belle della vita possa in
qualche modo costituire quell’eden dove sia finalmente possibile quella coesistenza
armoniosa tra tutti gli esseri viventi, la natura e le infinite cose belle che
ci è stato consentito poter ammirare durante questa nostra vita. Il più bel
regalo che il destino potesse farci: consentirci di ammirare questo
interminabile insieme di cose di una straordinaria bellezza.
La speranza appunto, cosa se non la speranza spinge ancora
oggi i migranti di terre martoriate dalla fame e dalle distruzioni ad
affrontare viaggi senza una meta, viaggi che si perdono nel tempo e che per
tanti, per troppi purtroppo, alla fine del viaggio altro premio non c’è se non il
crudele destino della morte? E per coloro che ce la fanno, cosa riserva la
terra promessa se non l’inizio di un ulteriore calvario tra l’indifferenza, la
diffidenza, il rifiuto e la vergogna di essere guardati e trattati alla stregua
di ladri da coloro cui essi si erano rivolti credendo fratelli?
Non so voi, ma io non riesco più neanche a mangiare, ne a
pensare, ne a vivere un attimo di spensieratezza senza che gli occhi non si
inumidiscano di lacrime per quanto grande è il male che la bruttezza che
avvolge i nostri cuori sta causando a questo nostro pianeta.
Il tempo della personalizzazione della vita ci ha spinti a
cercare con sempre più insistenza cose effimere e materiali; con esse abbiamo
sostituito la semplicità che invece era il dono che ognuno di noi possedeva e
che permetteva un rapporto di reciproco rispetto tra esseri umani. Il culto
della persona ha fatto si che l’uomo acquisisse l’abitudine di mirarsi allo
specchio per gioire della propria bellezza esteriore ed ignorare la bruttezza
cui si è spinti proprio da questo affannoso inseguire dell’ego. Quanti di noi in tutta onestà possono
affermare oggi con assoluta certezza di conoscere il proprio vicino di casa,
quello che abita sullo stesso pianerottolo, se vive con spensieratezza o il
dramma di una vita fatta di rinunce, di bollette non pagate e di utenze staccate?
E chi di noi può dire di essere in grado di accorgersi dei malesseri che vive
il proprio compagno di lavoro, o il pensionato col quale ci si è fatto una
briscola fino alla sera prima e scoprire il giorno dopo che si è impiccato perché
un governo ha deciso che andava salvata una banca e bruciati i risparmi di una
vita di onesti lavoratori?
Sono entrato nel mondo della sinistra che ero un bambino; ho
avuto grandi maestri; da essi ho imparato che non è bello quello che possiamo
comprare e portare a casa come un giocattolo, è bello quello che non possiamo
comprare ma possiamo conquistare con la lotta e con la speranza; è bello
guardare la gioia negli occhi di coloro che si tende la mano; è bello guardare
i compagni di lavoro stringersi la mano ed è bello svegliarsi al mattino e
guardare all’orizzonte questa nostra straordinaria terra e commuoversi al
pensiero di quanto siamo stati fortunati di poterla mirare.
Tonino Ditaranto
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