Il buon seminatore.
Una delle parabole del Vangelo più belle che si possono
leggere è quella del buon seminatore: Gesù, parlando ai suoi discepoli si
rivolge raccontando loro la storia della semina del grano che poi alla fine
altro non è che quella della nostra vita. Dice Gesù che parte dei chicchi di
grano durante la semina finiscono tra le pietre e un terreno arido e vengono
beccati dagli uccelli, parte tra le spine e pur germogliando vengono alla fine
soffocati, mentre parte finisce in un terreno fertile e ben lavorato e alla
fine darà buoni frutti, non prima però di essere passato da chicco a germoglio
e a pianta e solo con l’aiuto del sole e della fertilità del terreno potrà alla
fine portare un buon raccolto.
Cosa centra tutto questo con ciò che mi appresto a scrivere?
Non so, forse nulla: sta di fatto che pur non essendo io un credente non
disdegno di prendere le cose buone che arrivano dall’insegnamento di valori che
arrivano da un mondo che non la pensa come me.
Non so se altri abbiano le mie stesse sensazioni, sta di
fatto che più passa il tempo e più mi convinco che per quanto ci si possa
sforzare di fare delle buone semine, quasi tutti i chicchi di grano che il mondo
della sinistra cerca di seminare finiscano quasi esclusivamente sul terreno
arido e tra le spine. Le recenti elezioni francesi ci porterebbero a pensare
che il mondo venga spinto sempre più verso destra: se cosi fosse forse vorrebbe
dire che vi è una nuova consapevolezza nelle persone che li porta a pensare in
un modo diverso dal nostro. La cosa che a me invece lascia perplesso è il fatto
che invece le persone continuano comunque ad avere pensieri positivi, solo che
per una serie di circostanze, diciamo pure per la mancanza di una progettualità
reale della semina che si intende fare o perché no anche dalla paura per la
drammaticità del momento le gente si affida a coloro che spingono sui mal di
pancia e sulle insicurezze per cercare quella tranquillità che la politica non
riesce più a dare. Mal di pancia e insicurezza, ossia terreno arido e spine che
soffocano i germogli.
Oggi mi sento un tantino religioso e cosi mentre scrivo mi
torna in mente il libro dell’Esodo e delle tante volte che Mose deve
intervenire per impedire che il popolo liberato dalla schiavitù egiziana possa
tornarsene con la coda tra le gambe proprio verso quella schiavitù dalla quale
aveva impiegato secoli per potersi affrancare.
Questa se ci pensiamo è la storia recente del nostro mondo:
le grandi lotte dell’800 e 900 avevano affrancato i popoli, quelli europei in
particolare, dalle oppressioni del capitalismo e del feudalesimo. Le più grandi
conquiste in materia di diritti per i lavoratori, in termini di salari, orari e
condizioni di lavoro, istruzione, sanità, emancipazione, sono avvenute durante
i due secoli scorsi. Se qualcuno pensa che il tutto sia stato possibile grazie
ad una passeggiata si sbaglia di grosso: Il terreno delle battaglie è rimasto
intriso di sangue, non solo quello dei tanti lavoratori ma anche quello di
tanti dirigenti che non hanno esitato a mettere la loro vita a disposizione del
bene comune: i buoni seminatori.
In questa ultima frase a mio avviso sta il segreto della buona
semina che ancora oggi non riusciamo più a fare. Come pensiamo di fare un buon
raccolto se non siamo disposti anche a sacrifici più estremi per il bene della
causa comune?
Ho assistito negli ultimi decenni a diversi tentativi di
ricostruzione di una entità politica che guardi ai valori storicamente di
sinistra: tutti miseramente falliti e non perché non ci fossero delle buone
premesse o delle buone intenzioni, ma fondamentalmente perché un po per la
fretta, un po per la natura egoistica che negli anni ha conquistato anche il
nostro modo di pensare ci ha portati a mettere al primo posto le ambizioni
personali e spesso quelle dei nostri orticelli. Qualcuno mi ha detto che
sarebbe necessario fare un reset della politica e ricominciare da zero;
personalmente sono convinto che il vero reset di cui abbiamo bisogno è il
nostro modo di pensare. Ecco, liberiamo le nostre menti dalle cose effimere, le
ambizioni che ognuno di noi può avere sono nulla in confronto di un mondo più
bello che potremmo lasciare ai nostri figli. Ritorniamo a guardare negli occhi
i nostri simili e impariamo a leggere le loro angosce e i loro disagi. Vi
garantisco che sentirsi utili a qualcuno più che ha se stesso da soddisfazioni
molto più grandi e per quanto possa sembrare non abbia prodotto nulla nell’immediato
alla fine ci porterà al raccolto più grande che è quello dell’idea che prima di
qualunque cosa vengono i rapporti umani.
Tonino Ditaranto
1 commento:
Bello questo pezzo. E utile. Non è necessario essere credenti per leggere e capire i significati delle parabole. Quella del seminatore poi è spettacolare per come sia universale. Ne possono fare tesoro gli insegnanti, genitori , nonni , partiti onesti. Ecco quando troverò un buon Seminatore di sinistra ve lo dirò
Posta un commento