giovedì 5 febbraio 2015

Mafia è annientamento della dignità!!!

Non può esserci lotta alla mafia se non c’è il rispetto per il bene comune.
In Emilia 160 arresti per associazione di stampo mafioso tra affiliati alle cosche della ndrangheta, politici e imprenditori in una delle più grandi operazioni di polizia degli ultimi decenni. Credo che il vaso di pandora sia stato solo leggermente scoperchiato e spero che quando il coperchio sarà tolto del tutto la società civile potrà tirare un sospiro di sollievo. Questo però non deve farci abbassarla guardia, ne smettere di continuare in una lotta contro la criminalità organizzata che non può avere tentennamenti ne cali di pressione. I fatti dell’Emilia sono stati ispirazione di una parte del discorso di insediamento del Capo dello Stato Sergio Mattarella martedì scorso davanti alle Camere riunite; nulla da eccepire, se non il fatto che la lotta alla mafia non può prescindere da una ricerca costante della cultura della legalità e del bene comune profondamente compromessa negli atteggiamenti quotidiani ormai di buona parte della società civile.
Si diceva una volta che la mafia per uccidere usava la pistola; oggi alla pistola si è aggiunta la penna stilografica. Una semplicissima metafora per dire che mafia non è più solo quello che una volta poteva essere identificata con la strategia dell’intimidazione per appropriarsi di un territorio, oggi, sempre più spesso l’azione criminale si identifica con la gentilezza dei modi di coloro che intrecciano rapporti d’affari e di scambi di favori con parte di quella società istituzionale che invece dovrebbe garantire uguali diritti e opportunità a tutti i cittadini. In una società dove i diritti individuali e il bene comune non sono più garantiti dalle Istituzioni democratiche, la ricerca di un by pass al fine di raggiungere uno scopo, sia pure legittimo come la ricerca del lavoro, si insinua in maniera culturale nel modo di pensare anche delle persone normali al punto da spingerli a sentirsi legittimati all’uso di scappatoie anche illegali pur di raggiungere un proprio diritto. Questo senso ormai comune a tanti che la legalità si può anche scavalcare, fa si che anche chi mafioso non lo è mai stato possa accettare con indifferenza tutto ciò che gli succede intorno e permette l’incrementare della azioni della mafia e la collusione con apparati della società civile che invece dovrebbero essere i baluardi della legalità e del rispetto del bene comune.  Gli unici due scopi che perseguono le associazioni criminali, sono il denaro e il potere, denaro e potere che neanche a farlo apposta sono oggi gli stessi scopi che oggi interessano i comitati d’affari che si sono impadroniti dell’intero panorama politico italiano, non escluso quelle zone, come l’Emilia che per la loro natura sociale erano state per anni la roccaforte della legalità contro l’azione mafiosa.  Sono anni ormai che si parla di infiltrazioni mafiose in Emilia Romagna, forse anche per questo i fatti della scorsa settimana non hanno meravigliato nessuno e per quanto possano essere stati definiti da qualcuno come un mezzo terremoto, la gente comune li ha accolti con molta indifferenza. Non è un caso infatti che nel pensiero comune ormai da tempo vi è una sorta di rassegnazione verso un modo di fare di buona parte delle Istituzioni. Non c’è appalto o lavoro pubblico o assunzione che non susciti nel pensiero comune il sospetto dell’imbroglio anche quando tutto si è svolto regolarmente, cosi come nessuno più si indigna per la squallida pratica dei sub dei sub appalti o l’utilizzo di manovalanza a basso costo magari con l’ausilio di caporali reclutatori di poveri cristi, che si è impadronita del mondo del lavoro e quello che più è peggio anche di quei settori dell’economia nati per contrastare il lavoro nero ma diventati anch’essi primi utilizzatori, come il mondo della cooperazione.

Non passa giorno che non si apprende dai giornali di qualche cooperativa finita sotto inchiesta per comportamenti di estrema scorrettezza nella gestione delle proprie risorse o nel trattamento riservato ai propri dipendenti o peggio fallite per azioni truffaldine come successo alla Coop. Edile G. Di Vittorio di Fidenza. Forse non centrano nulla con le azioni di infiltrazioni di carattere mafioso, ma non sono esse meno colpevoli solo perché non hanno collegamenti con qualche ndrina; sono esse stesse parte di un sistema che truffa lo Stato e i suoi cittadini, mortifica le maestranze e annienta la dignità delle persone. La mafia per assicurarsi il potere lo fa attraverso l’annientamento della dignità, per questo tutto ciò che è palesemente contro la dignità delle persone non può essere altro che mafia, sia essa organizzata in maniera classica, sia essa nascosta dietro la maschera della politica, dei comitati d’affare e spesso anche delle Istituzioni. 

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