mercoledì 22 aprile 2015

T ni sciut luntan.... (pensieri di Nicola Luberto)

PENSIERI E RICORDI
T ni sciut luntan..ma
I t'aspett quà
sott a stu cil scur
pur se non iè staser
tu da quà i passà
fors a na passà i mis... l'ann
ma semp quà mi cchià
i non m mov da quà
o sacc ca m sint
t'aspett pchè na teng nint da fà
i pozz aspttà
u sapim nui pcchè
Te ne sei andato lontano..ma
io t'aspetto quà
sotto a questo cielo scuro
anche se non è stasera
tu da quà devi passare
forse passereranno i mesi gli anni
ma sempre quà mi devi trovare
io non mi muovo di quà
lo so che mi senti
ti aspetto perchè non ho nulla da fare
io posso aspettare
lo sappiamo noi perchè
(tratto da Canio Loquercio musicista lucano)
La perdita è lacerante...con tutti gli sforzi possibili e immaginari, c'è sempre un vuoto incolmabile.
I pensieri in questi giorni sono come i nuvoloni che oscurano il cielo e insieme ai tuoni che
lanciano saette, prima di trasformarsi in pioggia scrosciante come le lacrime che ci riempiono gli
occhi...
Le disquisizioni sulla vita e sulla morte, discusse tante volte insieme, adesso preferisco lasciarle ai
filosofi, ai santoni, agli sciamani, perchè nel dolore e in mancanza di razionalità è difficile
distaccarsi e cercare di colmare la voragine creatasi nella perdita.
I ricordi si accavallano, partendo dall'infanzia vissuta parallelamente, quasi in simbiosi perchè
costretti dagli eventi che hanno determinato la vita della nostra famiglia .
Papà, Innocenzo, Girolamo e Giuseppe, Pietro già emigrati in una terra lontana, e noi con mamma
ad aspettare l'estate o il Natale che ci avrebbe portato i regali nelle enormi valige o nelle prime
macchine tedesche...ricordi la prima bicicletta con i freni a pedale???
non si era mai vista a "lu puzz di vign"...
Le serate intorno alla stufa a legna nel cucinino con mamma che preparava la cena....l'impasto
mattutino del pane che serviva per 15 giorni,..il sequestro delle scarpe d'estate per non consumarle,
e a piedi scalzi a scorazzare sulla strada a malapena asfaltata che bruciava come la pece calda, con
le carrozze fatte con le tavole e con i cuscinetti meccanici...alla mattina a vedere i primi film in
bianco e nero in televisione a casa di cumma Tares , tutti seduti per terra in silenzio per non dare
disturbo.
Mamma ci mandava a fare la spesa da cumpà Antonio Raciupp o da Pzzchin con il libretto per
segnare il conto e saldarlo quando arrivavano i soldi dalla Germania.
La vergogna di andarci a tagliare i capelli..sempre alla "Umbert" da Pitr Mscon...e mentre
aspettavamo il nostro turno.. c'era sempre gente che giocava a dama, a scopa, discuteva...e prima di
cominciare ci domandava sempre a chi appartenevamo e noi a rispondere..
sim i figh d Catarin e Manuel u brasles.
I ricordi di quando andavamo a trovare Mammarann Bruna che ci raccontava del Brasile dove erano
emigrati e intercalava sempre qualche parola di portoghese..
Tattarann Giuseppe che scavava con il pico a grott, la cantina di arenaria, con il suo viso arcigno
sogghignava quando ci vedeva, ma difficilmente ci sorrideva.
Lo sposalizio di Bruna con Pietro con l'esposizione in casa del corredo, i mscuttl, biscotti fatti in
casa e il rosolio di tanti colori a raffreddare sulla finestra, la festa al forno di Toruccio e
Maria...precocemente siamo diventati zii..le scorribande con il passeggino con Leonarda prima e
Franco subito dopo..lanciato nelle discese e ripreso al volo
La scuola popolare di musica fatta da "mest Luig u falgnam", dove abbiamo cominciato ad
apprezzare un'arte che ci ha fatto da colonna sonora e accompagnato negli anni...e il rientro a casa
suonando per le vie
Il ritorno definitivo di Innocenzo dalla Germania che da subito aveva assunto le veci di papà, sia
prima che dopo la sua morte. Certo ci costringeva a mangiare a forza le cotiche di maiale ( i scurzl)
tanto odiati, ma facevano parte dell'economia di casa...il maiale come ricchezza per la famiglia,
comprato alla fiera di Sant'Innocenzo e allevato alla casedda costruita da papà con il tetto di canne
e fango e noi facevamo a turno a portargli da mangiare..(.a trumbat) , un secchio pieno con sempre
arricchito di erbe selvatiche "a saltuscn", che avrebbe dato sapore alla carne..tagliando in mezzo ai
campi per fare prima e tornare a giocare in strada...il rito della macellazione e la prova iniziatica del
più piccolo a mantenere la coda per vincere la paura, la trasformazione della carne che diventava
una festa con il soffritto delle interiora ....
Con il senno di poi era una grande lezione morale di dignità, in una società di sprechi come quella
di oggi. Cenzino ci spronava a studiare, per capire e arricchirci culturalmente, avvicinandoci alla
politica attiva, leggendo e diffondendo l'Unità alla domenica, i primi incontri in sezione con i più
anziani compagni che ci guardavano un pò storti perchè si cominciava a portare i capelli lunghi.
Alla domenica ci dava sempre dei soldi per non farci sfigurare con gli altri amici...guai a
fregarglieli dal cassetto chiuso..si incazzava come una belva
L'impatto terribile con la malattia e la morte precoce di papà....noi ragazzini che abbiamo dovuto
crescere forse più in fretta di altri.
Ci ha lasciato un vuoto incredibile....ma eravamo ammaliati dalla sua inventiva...la prima moto
Aermacchi 250...la 600 Multipla per fare il noleggiatore, il camion per i trasporti di sabbia e pietra
dal fiume, le gite al mare a Scanzano da zia Amabile o i ferragosti con le scorte di cibo, pasta al
forno, i mulugnam ripien, carne da arrostire e un immancabile enorme anguria( u mlon), partendo
presto per trovare sempre un buon posto dove accamparci "a lu placc" o al santuario
"d Sant'Antun"....rimasto nel tempo luogo preferito di rifugio per brevi scampagnate al nostro
ritorno a Grassano, anche solo per una birra e un pò di fresco a contemplare panorami sconfinati e
mutanti nelle stagioni...
Il percorso scolastico e i fine settimana a fare i camerieri per essere autonomi e non pesare
sull'economia precaria della nostra famiglia.... alla sala Pontillo ( u pciut), a Castelmezzano, al
Parck Hotel di Potenza con Pasqual zac zac....ma anche e soprattutto l'attività politica..tu a Matera e
io a Potenza...la nascita della cellula del FGCI, orgogliosi che era una delle più forte e numerosa
della provincia....quante volte vi ho sgridato a te, Pinuccio, Pasquale Rocco e altri...perchè non si
studiava mai abbastanza Gramsci..Lenin....le manifestazioni e le scritte a grassano contro
Almirante...quando in forma teatrale abbiamo impedito al ministro Colombo di parlare in piazza
mettendo in scena il lamento delle vedove bianche..o dell'antica tradizione delle Prefiche
"i chiangiamurt".
La nascita del gruppo teatrale con Carmine, Piero Centolanza, Fascella....tutti a casa di Margherita a
bivaccare, come forma di collettivo politico per il recupero della memoria e della storia lucana che
si disperdeva man mano che i treni pieni di Grassanesi partivano per Torino, Milano.....
Le messe in scena e rappresentazioni nei paesi con la figura del banditore "u scetta bann"
(ti ricordi quando papà gli fischiava dalla finestra e si nascondeva???) ad annunciare il racconto di
una storia " a terr ngè e nann a voln dà" realmente vissuta dai nostri contadini..
Memoria e storia che ci apparteneva perchè papà prima con le occupazioni delle terre e Innocenzo
poi con il suo impegno nel sindacato sono stati sempre in prima fila a difendere la dignità e i diritti
calpestati degli ultimi.
I pomeriggi con gli zaini a spalla a girovagare per gli uliveti a raccimolare i resti della raccolta e che
ci permetteva di fare sempre una macinata di olio a " lu trappit"
Il tempo vola..sembra ieri che mi hai raggiunto a Parma per studiare Veterinaria, ma sono passati 35
anni...le serete al macello occupato..all'osteria della Rosa...le scorribande con la mia Vespa 150 a 3
marce, il venerdì che passavo a prenderti in casa albergo e andavamo a mangiare il pesce...i fine
settimana tutti a San Vitale Baganza dove mi ero trasferito da solo prima e con Mila dopo..con
Giuseppe il siciliano, Zaccaria e i tanti che passavano e intorno al camino con l'immancabile pasta
asciutta a discutere di problemi sociali, di Palestina, del fronte democratico di Habbass piuttosto
che di Arafat, con la Renault 4 di Ombretta ad accerchiare la centrale nucleare di Caorso...le nebbie
che ci facevano piangere e rimpiangere i colori brulli e aridi della nostra lucania...
Parafrasando Bertol Brecht...
"da subito ci sedemmo dalla parte del torto visto che tutti gli altri posti erano occupati"....
Tra un servizio da cameriere da Cosimino al Faro, a Villa Ceci a Collecchio con Euro che si
incazzava e ci invidiava perchè il Cavaliere privileggiava noi due facendoci fare i servizi alla carta,
piuttosto che servire ai matrimoni.
Le vacanze in Corsica a dormire in tenda con i cinghiali intorno...la sbronza di pastis che abbiamo
preso a Corte con i militanti del fronte di liberazione corso...e i bagni nell'acqua gelata
nell'entroterra corso arido e brullo come la nostra Grassano.
La passione per andare a trovare i funghi ad Albareto, come momento per stare insieme,
coinvolgendo anche Girolamo, nostra spina nel fianco, perchè quasi sempre isolato nei rapporti con
gli altri... e tua suocera la Mina che ti prendeva in giro perchè io ne trovavo quasi sempre di
più...finiva sempre con una pastasciutta con i funghi freschi, l'immancabile bottiglia di lambrusco
di Maurino, il bargnolino di annata e il resto dei funghi che davamo a Girolamo già secchi per la sua
scorta.
I lunghi viaggi in macchina quasi sempre fuori stagione a trovare mamma, dove non smettevamo di
chiacchierare con il sottofondo musicale, un mix di jazz, Paolo Fresu, Andrea Parodi, Daniele Sepe,
Enzo Avvitabile, Paco de Lucia e Gaetano Veloso, Cesaria Evola e il Fado nostalgico di ricordi
lontani che si attutiva in noi quando cominciavamo a respirare aria di casa..
La telefonata di sorpresa che gli facevamo quando mancavano pochi chilometri e sistematicamente
andava in agitazione perchè a suo dire non aveva niente in casa da mangiare.
Le discussioni mattutine, lei ancora a letto e noi seduti sopra "u cascion" con il caffè fatto sempre
con l'aggiunta del cucchiaino di orzo mischiato alla miscela normale....retaggio dei ricordi di
quando lo tostava in casa sulla stufa.
Il Vangelo, i Valdesi, la curiosità sorniona di mamma di voler sapere e conoscere i nostri pensieri sul
mondo..il rito della spesa e le litigate perchè non volevamo la carne e invece preferivamo che ci
cucinasse le pietanze antiche " cavatidd e rap..faf e cicorie...past e fasul".. e mangiare nel cucinino
dentro "a spas" di terracotta..e la frase che immancabilmente ci ripeteva..." la gent s mang la lecc
e la mecc e vui nint".
I giri al cimitero diventavano una rivisitazione della storia delle persone e delle famiglie da noi
conosciute o no..
I mesi che mamma trascorreva a Parma in via Gramsci con le porte aperte sullo stesso pianerottolo
dove abitavi con Franco, Assam, Marinella e Pino Conversano.
Certo ci siamo incazzati, litigato, avuto incomprensioni ripianate con uno sguardo o frutto di lunghe
discussioni...
Noi due, i più piccoli, a volte ci siamo assunti responsabilità enormi nella famiglia per cercare di
risolvere i problemi che nascevano... Franco con tutti i casini che ha creato, i litigi tra Cenzino,
Giuseppe e Girolamo per i confini e noi a cazziarli per la loro stupidità nel mettere da parte i
sentimenti che ci univano...ma quando le poche volte che ci si trovava a Grassano e giravamo
schierati fianco a fianco in Meridionale per lo struscio, la gente si girava a guardarci, i vi i braslis...
L'esperienza terribile della malattia di Cenzino, la rabbia per non aver potuto intervenire prima, ma
anche la consapevolezza di avergli alleviato la fine...le interminabili discussioni sui libri
accompagnate da pinte di birra tedesca..
Il sorriso che abbiamo trovato sul viso di mamma quando è morta, come a coronare il suo sogno di
morire in casa sua, aspettando la chiamata del suo Signore Gesù Cristo e non disturbare nessuno..
Ci vorrà tempo per accettare un distacco traumatico e violento, ma credo che forse questi pensieri e
ricordi servono a rimettere in fila il senso della vita vissuta parallelamente....
" Chi semina vento raccoglie tempesta"....... non sempre è così
Non hai potuto vedere quanta gente si è stretta intorno a noi, a manifestare incredulità, sgomento,
dolore, con le lacrime che scrosciavano e i pugni chiusi sotto le note di Bella Ciao o il suono mesto
del Sax che ha accompagnato la tua sepoltura.
Il riconoscimento di una vita non banale nei rapporti con e tra la gente che ci lascia anche una
eredità, un impegno a portare avanti le tematiche a te care, l'ambientalismo, la stupidità della
guerra, il razzismo, l'abbattimento dei recinti che ci permettono di arricchirci e contaminarci con le
altre culture, contro l'indifferenza e la mancanza di indignazione...ma anche e soprattutto il riscatto
per la dignità delle persone per cercare di vivire in un mondo migliore....
Sarà dura ma te lo meriti.
Buon viaggio fratello verso quell'ignoto mai abbastanza esplorato
Nicola

5 commenti:

Franco Bifani ha detto...

Tonì, un pezzo bellissimo, una poesia dolente, profonda, una filosofia lacerante, ma anche rasserenante, in un secondo tempo. Ho capito la poesia iniziale, senza ricorrere alla traduzione in italiano. Arrivederci presto, Tonino!

Unknown ha detto...

SEMBRA IERI

Dalla parte del povero
dalla parte di chi ha bisogno
dalla parte di chi non ha sogni

Cammina la nuova alba
nella memoria del passato
nei ricordi che hai lasciato

Vuoto adesso è il tempo
immensa è la tristezza
scorrono le lacrime
nel cuore di chi ti ama

Al canto di bella ciao
sventolavi ideali

Nello scrigno dei ricordi
Asia aspetta il tuo ritorno
amante degli animali farfalle liberavi

Elargivi sorrisi e abbracci
fiera vive la tua anima

“U puzz di vign’” t’ aspettava
il tuo sguardo magnetizzava
hai realizzato arcobaleni e sogni

Rocco
Ogni tuo passo
un seme di libertà
che il vento mai spazzerà
Carmine Donnola

Anonimo ha detto...

Per un gioco del destino, ieri, proprio ieri, 25 aprile festa della liberazione, ho appreso della morte del caro Rocco. Ancora incredulo, ho cominciato una ricerca spasmodica sul web per rintracciare i fatti e le persone che lo riguardassero e mi sono imbattuto nella bellissima lettera-ricordo del fratello Nicola. Saluto tutti i familiari e i compagni di Rocco, io sono Lillino (come piaceva a lui chiamarmi) IULA e sono stato suo compagno di scuola alle superiori (ITIS di Matera), erano anni di assemblee, cortei, palate e grandi risate. Poi, tutti al nord, chi a studiare, chi a lavorare. Ho rivisto Rocco dopo qualche anno (era il 1987) era pieno di capelli e barba che l'ho riconosciuto appena; scendevamo entrambi dal treno alla stazione di Grassano e abbiamo passato una giornata insieme parlando ininterrottamente fermandoci solo davanti al piatto di zitoni col sugo preparati dalla madre che ho avuto il piacere di conoscere quel giorno, in quella casa (la casa che sembrava la traduzione lucana della casa dei fratelli Cervi. Della lettera di Nicola ho ricordato quasi tutto tranne le loro storie più intime, proprie della famiglia; Rocco lo nominava spesso a scuola. Una volta che eravamo addivenuti alle mani in un’assemblea studentesca e ci difendevamo spalla a spalla, Rocco ridendo (e io non capivo perché ridesse) esclamò “qui ci voleva mio fratello Nicola”, ma ce la cavammo comunque, anche perché i compagni ed i cugini erano tanti. Nicola il contrabbassista, il compagno, il fratello maggiore, era un po’ di esempio e guida nel cercar lavoro d’estate e risolvere le questioni scolastiche e familiari. Non so più andare avanti, mi ha commosso la tua lettera Nicola che racchiude le storie di ragazzi e paesi lucani che volevano cambiare e hanno continuato come Rocco a contribuire a cambiare anche in altri luoghi e con persone nuove. Non mi meraviglio di quanto era amato e rispettato nel suo paese e in tutta Parma; vorrei far sapere ai suoi cari, alla moglie e alle sue figlie e a quanti gli volevano bene, che non l’abbiamo mai dimenticato e che se la vita aveva separato tanti ragazzi e loro storie non ci eravamo mai persi.
Sottoscrivo pienamente l’impegno con cui hai chiuso i tuoi ricordi per Rocco:

<>

Lascio la mia e-mail perché qualcuno raccolga la mia richiesta di sapere dove Rocco è stato sepolto.

Lillino IULA

angelo.iula@tiscali.it

tm ha detto...

Ciao Angelo, sono Tonino Ditaranto (mustazz) anche io ero all'ITIS come te e Rocco e di battaglie insieme ne abbiamo fatte tante. Faro in modo di far arrivare a Nicola, Ombretta,Ambra e Anita questa tua bellissima testimonianza. Un abbraccio Tonino

Alessandra ha detto...

Mi sono imbattuta in queste bellissime parole cercando ricordi su Grassano e soprattutto su mio nonno Antonio Ambrico soprannominato raciupp .. è lo stesso di cui parla lei? Aveva il negozio in via Capitan Pirrone .. i figli Rosa , Maria, Canio, Santina, Francesco detto Toni .. mio padre Canio è del 1955 e la famiglia si è trasferita a Milano nel1970 circa ..grazie comunque per le bellissime parole, mi hanno scaldato il cuore