1° Maggio: “ di lavoro si muore”
Festa del lavoro? Possiamo più parlare del Primo Maggio e
parlare di festa quando intorno a noi il lavoro assume connotati sempre più
inquietanti? La legge Fornero ha abolito anche le ultime rimasuglie in materia
di diritto al lavoro; 5 milioni di persone si sono ritrovati disoccupati e
tanti di essi senza neanche percepire alcun contributo dai cosiddetti
ammortizzatori sociali.
Tre milioni di giovani in Italia sono schiavizzati in posti
di lavoro con contratti capestro senza alcuna prospettiva di vedere un domani
regolarizzata la propria posizione, mentre dall’inizio dell’anno si contano
ormai quasi un morto al giorno di persone che non ce la fanno e decidono di
mettere fine alla loro vita.
DI LAVORO SI MUORE!!!!
Sei giorni fa a Dacca in Bangladesh 400 operai e operaie
tessili sono morte e migliaia sono rimaste ferite sotto il crollo del palazzo
fabbrica dove lavoravano e producevano indumenti e vestiti per le grandi marche
internazionali ed europee tra le quali anche prestigiose firme italiane.
Essi percepivano uno stipendio mensile di appena 30 euro
mentre le loro produzioni vengono regolarmente venduti nelle nostre catene di
distribuzione per centinaia di euro al capo.
Le condizioni di lavoro della fabbrica erano tra le più
disumane per non parlare del livello di insicurezza dello stesso stabile sotto
il cui crollo hanno trovato la morte.
I media non ne parlano, nessuno fa i nomi degli assassini e
dei loro complici.
Una prestigiosa firma italiana ha ammesso di aver
commissionato la produzione dei propri capi di abbigliamento alle ditte
presenti in quello stabile ma di aver interrotto i rapporti, guarda caso da
marzo scorso. Sarà vero, ma a me sembra tanto una presa per i fondelli.
Nessuna festa questo Primo Maggio ma una giornata di lutto
per ricordare a tutti che c’è gente al mondo che costruisce le sue fortune
sullo sfruttamento, sul sangue e sulla morte di persone che muoiono di fame.
Se a questo ci ha portato la globalizzazione allora non ci
resta che rispondere con le parole di Marx:
“PROLETARI DI TUTTO IL MONDO UNIAMOCI, NON ABBIAMO CHE DA PERDERE LE NOSTRE CATENE MA TUTTO UN MONDO DA GUADAGNARE”.
Tonino Ditaranto