Ha chiuso ufficialmente i battenti ieri sera la sede di Rifondazione Comunista in vicolo delTeatro; La dirigenza ha voluto salutare i compagni con un aperitivo a base di ottimo vino e salame contadino. Non si tratta però di un addio, ma una necessità dettata dalla macanza di fondi necessari per poter continuare a mantenere aperta una sede. La politica purtroppo fa un'altra vittima; mentre da un lato assistiamo sempre con più frequenza allo sperpero di denaro pubblico, oltre che al cattivo utilizzo per scopi personali dei fondi destinati alla politica, dall'altra, le coscienze critiche devono fare i conti con il venir meno delle possibilità finanziarie, basate solo su contributi volontari di coloro che credono in progetti alternativi ad un sistema sempre più marcio.
Per diversi anni ho frequentato la sede di Rifondazione, prima come iscritto, poi perchè, pur non condividendo più strategie e linee politiche nazionali di Rifondazione, non ho mai smesso di nutrire la mia più grande stima in persone che hanno dato alla politica fidentina un contributo genuino e leale senza mai eccedere in personalismi o in ambizioni di occupare posizioni di potere.
Le ultime vicende legate alla esclusione della lista di Rifondazione Comunista dalle ultime amministrative, ad opera di un clamoroso errore nella presentazione dei documenti da parte del candidato sindaco Nardella, sembrano essere il preludio per ciò che si è consumato ieri sera con la chiusura della sede di vicolo del Teatro.
A rimetterci non è solo Rifondazione, ma tutta la città di Fidenza; Ricordo perfettamente le tantissime iniziative svolte in quella sede, non solo di carattere politico ma anche sociale e culturale, e non ultima la presenza costante di un gruppo di acquisto solidale "GAP" che era diventato il punto di riferimento per tanti consumatori, ma anche per molti produttori agricoli che hanno potuto offrire prodotti di qualità a chilometri zero, a prezzi molto contenuti.
Ai compagni di Rifondazione il mio personale saluto "A PUGNI CHIUSI" con la promessa e la speranza che anche senza sede potremo condurre avanti ancora tante battaglie per una società più giusta.
Tonino Ditaranto
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