Alla fine hanno vinto loro, ancora una volta le coop che da anni la fanno da padroni nel mercato del lavoro nei servizi sociali. Per il comunicato di "Carta Canta" vi rimandiamo al blog di Ambrogio Ponzi, noi ci limiteremo a delle considerazioni di natura politica su questa vicenda che è simile alle decine di altre che ormai sono il quotidiano in molti enti pubblici italiani. Il tutto va ricondotto al periodo in cui Massimo D'Alema nel 2000 sostituì Prodi alla Presidenza del Consiglio; fu allora che grazie alla complicità del PDCI, staccatosi da Rifondazione comunista e degli altri partiti satelliti che componevano il governo, fu possibile emanare le famose leggi sul precariato che tanto danno hanno arrecato a migliaia di famiglie e all'economia italiana. La giustificazione di rendere più flessibile il mercato del lavoro, altro non era che la maschera che nascondeva il vero obbiettivo di alcuni gruppi economici, trà i quali il mondo delle cooperative, di acquisire un maggiore potere ricattatorio nei confronti dei propri dipendenti ed operare indisturbati e senza colpo ferire l'arrembaggio al mondo del lavoro nei servizi pubblici riguardanti il sociale. Ambrogio si meraviglia che a distanza di solo due settimane dalla sua elezione il sindaco Massari si sia rimangiato le promesse elettorali ed abbia ratificato la decisione del comitato di distretto di Fidenza di passare l'ASP tutto nelle mani dei privati e quindi delle cooperative. Mi dispiace Ambrogio di questo tuo meravigliarti, se mai ci saremmo dovuti meravigliare del contrario dal momento che è ormai risaputo che l'interesse del PD in materia di posti di lavoro nei servizi, è tutto rivolto verso il mondo cooperativo, dal momento che le leggi che regolano i concorsi nel pubblico, non consentono più o quasi di poter effettuare assunzioni di tipo clientelare. Il PD in Emilia Romagna, l'unico modo che ancora mantiene per procacciare posti di lavoro ai propri asserviti e continuare a mantenere su di loro un potere ricattatorio è solo quello di favorire le cooperative e Fidenza non è da meno.
Tonino Ditaranto
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