Piante malate
o bufala?
In Salento le piante di ulivo risorgono, smascherando clamorosamente la bufala della Xilella e
le tante perizie, alla luce dei fatti chiaramente fasulle, che ne ordinavano l’abbattimento
ad ogni costo. Eppure stiamo parlando di perizie di rinomati studi agronomici e
università europee che sembrerebbero al di sopradi ogni sospetto.
A chi giovava
l’abbattimento di decine di migliaia di piante di olivo che ha spinto la
comunità europea a spendere fior di milioni in perizie smentite dalla natura
stessa?
Ho voluto
riportare la notizia della risurrezione degli ulivi del Salento solo come
esempio e per ricordare a noi tutti e prima degli altri a me stesso, che quello
che molte volte prendiamo per oro colato o come verità assoluta, in effetti
alla fine si rivela essere un clamoroso errore umano o degli strumenti che
abbiamo a disposizione. La scienza è piena di esempi di errori clamorosi, dalla
medicina a tutti gli altri settori della sua applicazione, per questo il buon
senso suggerisce, ove non vi siano evidenti casi di reale urgenza, di ripetere
analisi e verifiche o acquisire pareri di altri studiosi al fine di evitare
errori irreparabili come nel caso dell’abbattimento di dieci straordinari
esemplari di cedro atlantico di Via Antelami.
L’analisi
visiva dei monconi di tronchi rimasti, la loro consistenza, l’assenza evidente
di funghi e la misurazione del diametro delle piante, di misura di gran lunga superiore
a quelle riportate nella perizia che ne ordina l’abbattimento, a me che sono inesperto ma anche a tutti coloro
che abitano nelle immediate vicinanze o che sono passati in processione ad
osservare lo scempio, ha dato una impressione diversa rispetto a quella di
piante malate e meritevoli di abbattimento; allora era davvero necessario
intervenire con tale tempestività anche senza alcun evidente segnale di
pericolo reale? Non si poteva al limite intervenire con una semplice messa in
sicurezza con una normale potatura dei rami secchi ed attendere altri pareri?
La storia dell’Italia è piena di situazioni in cui nessuno sa darsi risposte di
fronte a scelte cui non riusciamo a capire, ma è anche piena di fatti, e le
ultime vicende della nostra capitale lo dimostrano, dove poi si scopre che
spesso il bene comune diventa oggetto di uso improprio e a beneficio esclusivi
di interessi di parte. Sicuramente non sarà il caso di Fidenza, ma come si
dice, quando uno si scotta con l’acqua bollente, alla fine anche poi ha paura anche
dell’acqua tiepida e dal momento che lo scempio di via Antelami non è unico
nella storia fidentina ma è solo il prosieguo di analoghi episodi degli anni
precedenti e che hanno visto avvicendarsi amministrazioni di diverso colore,
allora il dubbio che ci possa essere qualche regia che esula dalle stesse
amministrazioni e che il taglio sistematico di piante possa nascondere progetti
di altro tipo diventa ogni anno che passa sempre una ipotesi più concreta. Io
naturalmente non sono in grado di individuare
chi possa stare dietro una regia di questo tipo, ne quali possano essere tali
progetti, ne voglio avanzare accuse verso alcuno, ritengo tuttavia che sia
dovere civico di ognuno di noi e di chi gestisce la cosa pubblica, avere un approccio
meno semplicistico verso il bene comune e prima di arrivare ad atti estremi adoperarci
in tutte le maniere per la sua salvaguardia.
Tonino
Ditaranto
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