NESSUNO E’ ABD EL SALAM
Siamo tutti bravi nel dichiararci “ je suis” ogni qualvolta
le tv ci propinano immagini forti dei vari charlie hebdo, ma nessuno lo ha
fatto questa volta che a morire è stato un emerito sconosciuto, uno venuto da
un paese lontano, un extracomunitario, uno che nel pensiero generale è venuto
in Italia per rubarci il lavoro.
Eppure lui, che un lavoro lo aveva trovato, assunto a tempo
indeterminato, lui, che come tanti altri, noi benpensanti non disdegnamo di
guardare spesso con gli occhi della diffidenza o nella migliore delle ipotesi
con quella dell’indifferenza, lui appunto, uno venuto da lontano è venuto a
morire per insegnare a noi italiani che
per il lavoro e la propria dignità si può anche morire.
La procura sostiene si sia trattato di un incidente
stradale; falso. Decine di testimonianze di colleghi ma anche di addetti all’ordine
pubblico ci raccontano una verità diversa, una verità che contrasta con il
becero tentativo di mettere a tacere tutto come se nulla fosse successo.
ABD EL SALAM è finito sotto le ruote del camion di un altro
povero cristo, lavoratore come lui, a cui il padrone ha messo in corpo una si
tale pressione da spingerlo ad un gesto sconsiderato.
ABD EL SALAM non è morto sotto le ruote di quel tir, ma
sotto la mano assassina di una classe padronale sempre più avida e indifferente
alle esigenze della povera gente; è finito sotto la mano assassina di una
logica che ha spinto le classi governanti del nostro paese ad assoggettarsi
sempre di più alle classi dominanti e ai loro sporchi interessi, al punto di
calpestare con atti ignobili, tipo il job act e lo smantellamento dello statuto
dei diritti dei lavoratori, quelle conquiste che già il sangue di altri
lavoratori ci aveva lasciate in eredità.
ABD EL SALAM è morto sotto la mano assassina della nostra
indifferenza, di quanti come me e quel mondo della sinistra che abbiamo
dimenticato il valore fondamentale della lotta nella grande battaglia di
classe.
ABD EL SALAM è morto sotto la mano assassina di quella parte
del sindacato, e sindacalisti da strapazzo capaci solo di guardare alla sedia
dove appoggiare il proprio culo e spesso al soldo dei grandi poteri finanziari.
ABD EL SALAM, un compagno, un lavoratore, è morto per ridare
a noi lavoratori la dignità che noi non abbiamo saputo mantenere.
Non ci resta che piangere un compagno, un compagno che non
ha esitato a mettere il proprio corpo davanti a quel tir per ridare a noi la
speranza che il lavoro torni ad essere uno strumento per vivere e non per
morire.
SIAMO TUTTI ABD EL SALAM
Tonino Ditaranto
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