venerdì 16 settembre 2016

NESSUNO E' ABD EL SALAM

NESSUNO E’ ABD EL SALAM

Siamo tutti bravi nel dichiararci “ je suis” ogni qualvolta le tv ci propinano immagini forti dei vari charlie hebdo, ma nessuno lo ha fatto questa volta che a morire è stato un emerito sconosciuto, uno venuto da un paese lontano, un extracomunitario, uno che nel pensiero generale è venuto in Italia per rubarci il lavoro.
Eppure lui, che un lavoro  lo aveva trovato, assunto a tempo indeterminato, lui, che come tanti altri, noi benpensanti non disdegnamo di guardare spesso con gli occhi della diffidenza o nella migliore delle ipotesi con quella dell’indifferenza, lui appunto, uno venuto da lontano è venuto a morire  per insegnare a noi italiani che per il lavoro e la propria dignità si può anche morire.
La procura sostiene si sia trattato di un incidente stradale; falso. Decine di testimonianze di colleghi ma anche di addetti all’ordine pubblico ci raccontano una verità diversa, una verità che contrasta con il becero tentativo di mettere a tacere tutto come se nulla fosse successo.
ABD EL SALAM è finito sotto le ruote del camion di un altro povero cristo, lavoratore come lui, a cui il padrone ha messo in corpo una si tale pressione da spingerlo ad un gesto sconsiderato.
ABD EL SALAM non è morto sotto le ruote di quel tir, ma sotto la mano assassina di una classe padronale sempre più avida e indifferente alle esigenze della povera gente; è finito sotto la mano assassina di una logica che ha spinto le classi governanti del nostro paese ad assoggettarsi sempre di più alle classi dominanti e ai loro sporchi interessi, al punto di calpestare con atti ignobili, tipo il job act e lo smantellamento dello statuto dei diritti dei lavoratori, quelle conquiste che già il sangue di altri lavoratori ci aveva lasciate in eredità.
ABD EL SALAM è morto sotto la mano assassina della nostra indifferenza, di quanti come me e quel mondo della sinistra che abbiamo dimenticato il valore fondamentale della lotta nella grande battaglia di classe.
ABD EL SALAM è morto sotto la mano assassina di quella parte del sindacato, e sindacalisti da strapazzo capaci solo di guardare alla sedia dove appoggiare il proprio culo e spesso al soldo dei grandi poteri finanziari.
ABD EL SALAM, un compagno, un lavoratore, è morto per ridare a noi lavoratori la dignità che noi non abbiamo saputo mantenere.
Non ci resta che piangere un compagno, un compagno che non ha esitato a mettere il proprio corpo davanti a quel tir per ridare a noi la speranza che il lavoro torni ad essere uno strumento per vivere e non per morire.
SIAMO TUTTI ABD EL SALAM

Tonino Ditaranto

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