martedì 28 febbraio 2012

Olimpia Fuina Orioli una madre che da vent'anni insegue la verità

Salve a tutti essendo voi il mio popolo mi presento per chi non mi conoscesse ancora Sono Olimpia Fuina Orioli, la mamma di Luca. Sto lottando, e non ad armi pari, con un sistema che non mi rende ancora giustizia per la morte di mio figlio Luca. Ritengo che, in uno Stato Democratico come il nostro, lottare per ottenere il proprio diritto sia un dovere di tutti, e, poichè il mio grido, da solo, è rimasto finora inascoltato, spero in un grido corale, numeroso, e, più accorato. Sono convinta che oltrepasserà i confini della terra e attraverserà la coscienza di chi si è sentito negativamente turbato dalla sua presenza. Se fosse qui gli chiederebbe scusa e lo pregherebbe di restiutirsi serenità in vita e in morte liberandosi di quella verità mai detta finora. Si può cancellare un'immagine su Facebook, ma non il senso di colpa. Ognuno deve fare i conti con la propria coscienza, che s'acquieta solo quando si è fatto il proprio dovere, fino in fondo. Nessun responsabile di questa mancata verità e giustizia potrà vivere sereno nè morire sereno. Nè è possibile pensare di imbrogliare Dio con confessioni inutili. Un concetto cristiano per tutti cpoloro che, ostinati nell'omertà, continuano a prendere l'ostia Consacrata sperando nel perdono incondizionato di Dio. Il perdono esige il rispetto della Verità, senza la quale non c'è pace per nessuno. E'un principio religioso abbastanza chiaro per non essere compreso e applicato, da chi, oltretutto, ha un ruolo docente in proprositoi. Si può fingere dinanzi al mondo che guarda e tuttavia comprende bene tutto, ma non si può scappare da se stessi nè da Dio. La libertà e la pace risiedono unicamente nella Verità. La salvezza è alle porte di chi bussa e di chi apre accogliendo questa accorata richiesta. Il perdono è lì, integro e totale, e attende con fiducia e con speranza...
A Olimpia vogliamo dire che noi lucani emigrati in ogni parte d'Italia siamo con lei in questa ricerca di un verità da sempre taciuta e nascosta. Il modo con cui le autorità hanno da sempre insabbiato e  impedito che sulla vicenda di Luca Orioli e della sua fidanzata Marirosa Andreotta fosse fatta finalmente luce rimane un punto oscuro e vergognoso per una regione che a gran voce reclama giustizia.

3 commenti:

Franco Bifani ha detto...

Questo e' solo uno dei tanti casi in cui le forze dell' ordine non combinano che disastri investigativi e si mostrano incapaci, ad arte o per insipienza e negligenza, di condurre indagini sicure ed affidabili. Vedi ad es. I casi di Sarah Scazzi, la sparizione di Denise Pipitone, l'omicidio di Yara Gambirasio, quello di Meredith a Perugia. Ma ci sono diecine di altri casi di scandalosa superficialita', che, a volte, pare intenzionale, come nei casi di Elisa Claps e di Emanuela Orlandi.

Anonimo ha detto...

Ringraziamo il prof.introna perché ha fatto luce su questo caso con gli esiti della perizia effettuata, anche se trovo vergognoso che la madre del ragazzo abbia avuto toni aspri nei confronti del prof. a cui va tutta la nostra stima, la signora dovrebbe abbassare i toni e rispettare il lavoro della procura. Siamo stanchi di pagare per l'insoddisfazione di certe persone che anche di fronte alla verità non si arrendono mai e pretendono altri accertamenti davvero vergognoso. La signora pagasse di tasca sua quel che chiede.

Anonimo ha detto...

La signora sembra poco umile da quel che leggo be' dovremmo tutti ringraziare il prof. Introna che ha ha fatto luce su questo caso che trovo una persona concreta e affidabile, al contrario della signora che si erege a santona dando dogmi sulla vita cristiana..