sabato 10 agosto 2013

Ma di cosa parliamo?

Ma di cosa parliamo?
Una settimana intera di post e commenti sui vari blog cittadini e sulla stampa per elogiare la scelta del Sindaco Cantini di collocarsi in aspettativa per rimanere al servizio dei cittadini data l’incompatibilità sopravvenuta tra il suo lavoro di dirigente dell’ospedale e la carica di amministratore, per poi scoprire che proprio ieri la norma che prevede tale incompatibilità è stata congelata lasciando tutto come era prima.
Visto che già da qualche settimana si era a conoscenza che il Senato stava per approvare tale congelamento, ci viene spontaneo chiederci se anche la conoscenza di ciò abbia influito sulla scelta del nostro Sindaco dal momento che ora potrà tranquillamente rientrare dall’aspettativa e tornare al proprio posto di lavoro.
Naturalmente la mia non vuole essere in alcun modo una insinuazione ne tantomeno voglio entrare nelle motivazioni che hanno spinto Cantini a fare la scelta che ha fatto; di certo è una scelta da elogiare ma che sarebbe ancora più encomiabile se ora il nostro Sindaco decidesse di rimanere in aspettativa e come dichiarato anche a mezzo stampa e di dedicarsi interamente, per questa ultima parte del mandato amministrativo, ai problemi della cittadinanza.
Resta il mio giudizio completamente negativo per una norma, che se pur giusta nei contenuti, con la retroattività poneva grossi problemi  anche di carattere costituzionale e per questo sin dal primo momento personalmente mi sono attivato con esponenti del Governo affinchè si arrivasse alla decisione odierna che ripara ad un madornale errore del Governo Monti.
Fatta giustizia in qualche modo per ciò che riguarda il futuro dell’Amministrazione che potrà arrivare tranquillamente alla fine del proprio mandato rimane la grande ingiustizia che hanno subito i due consiglieri di minoranza Montanari e Ghisoni, entrambi come Cantini oggetto del provvedimento, ma che nei confronti dei quali il decreto di congelamento non ha potuto mettere le cose a posto vista la frettolosità con la quale l’Amministrazione ha ritenuto di dover convocare il Consiglio Comunale per provvedere alla loro surroga da consiglieri. Non si poteva aspettare qualche giorno, magari facendo passare ferragosto per dare anche a Montanari e Ghisoni la possibilità di ritirare le proprie dimissioni?
Se il decreto Monti che introduceva l’incompatibilità in qualche modo era una forzatura della volontà popolare che aveva eletto Sindaco e Consiglieri nel 2009 c’è da rilevare che nel caso di Montanari e Ghisoni tale forzatura ha avuto il suo effetto e qualcuno sul comune ha fatto in modo che ciò si verificasse.
Buon ferragosto a tutti

Tonino Ditaranto

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Hai fatto una analisi corretta che condivido.
Giuliano

Anonimo ha detto...

Purtroppo, nel caso dei consiglieri comunali, le dimissioni una volta firmate e protocollate sono irrevocabili.

Anonimo ha detto...

Bastava che al Sindaco fosse concesso qualche giorno in più per decidere, ma qualcuno aveva molta fretta che gli fosse notificata l'incompatibilità...e noi non saremmo qui a pontificare...

tm ha detto...

la fretta della notifica dell'incompatibilità non centra nulla in quanto i termini erano fissati dalla delibera del CEPIM; in quanto ai consiglieri comunali le dimissioni diventano esecutive nel momento in cui il Consiglio Comunale le ratifica con delibera resa immediatamente esecutiva, fino a quel momento rimane sempre facoltà da parte del consigliere di poterle ritirare o addirittura lo stesso Consiglio poteva non approvarle.