Consiglio comunale: speriamo che cresca.
Speriamo che cresca, si speriamolo per davvero, che crescano
politicamente i neo consiglieri eletti, sia di maggioranza che di opposizione,
e speriamo che cresca anche il senso critico di coloro che in consiglio non si
sentono rappresentati, altrimenti davvero ci troveremo di fronte ad un periodo
in cui la pubblica Amministrazione sarà solo appannaggio di tecnici o di
addetti ali lavori.
La cronaca dell’ultimo consiglio è stata ampiamente
riportata in modo abbastanza fedele nei vari blog cittadini, e anche sulla
Gazzetta di Parma; quello che manca a mio avviso è il resoconto di ciò che il
consiglio è riuscito ad esprimere in termini di valori politici.
Si discuteva il bilancio consuntivo, ma prima il doveroso
compito di eleggere i rappresentanti di Fidenza nel consiglio delle Terre
Verdiane e prima ancora e ancora più doverosa la discussione sulla delibera del
distretto ASP di Fidenza che con un voto unanime di tutti i comuni
rappresentati ha letteralmente mandato a puttane le sacrosante aspettative di
centinaia di lavoratori che chiedevano garanzie e ha affidato alle cooperative
l’intera gestione di case protette e casa di riposo. Ho rivisto la discussione
via web e trà un misto tra insofferenza e un po di indignazione, e naturalmente
mettendomi le mani tra i capelli, non riuscivo a rassegnarmi al fatto che tutta
la questione ASP fosse riportata solo ad una questione numerica, o di scadenze
da rispettare, quando il vero dramma è quello di persone che hanno una loro
dignità e che si sentono sballottati e presi in giro da un pugno di persone che
giocano a fare politica. Signori, si tratta di operare delle scelte e come tale
bisogna decidere se si sta dalla parte delle lavoratrici che operano nel
settore sociale, spesso con turni massacranti e mal pagate e che chiedono
maggiori garanzie sulla piena applicazione dei loro diritti oppure condannarle
ad una vita lavorativa fatta di ricatti e di continue pressioni, e ad una sempre maggiore cottimizzazione del
lavoro, a scapito non solo delle lavoratrici ma degli stessi assistiti. Il PD,
Massari, i suoi colleghi sindaci che rispondono tutti agli stessi burattinai
hanno scelto la privatizzazione, e l’opposizione, i consiglieri che gridano
alla partitocrazia di andarsene a casa, cosa hanno scelto? Non basta una
semplice dichiarazione di contrarietà declamata da una sedia del Consiglio
comunale, ma in questi casi occorre avere coraggio e scendere nelle piazze a
fianco dei lavoratori per costringere coloro che invece vogliono continuare a
mantenere un potere ricattatorio a rimangiarsi le scelte sciagurate e fare
marcia indietro.
Altra nota dolente le Terre Verdiane; va da se che la
maggioranza dovesse eleggere due rappresentanti del PD, unico partito di
maggioranza, ma i consiglieri della lista Rigoni e quella dei cinque stelle,
non hanno forse fatto la loro campagna elettorale sullo slogan che non hanno
nulla a che spartire con la partitocrazia? Allora, come si giustifica il voto
alla Gambarini, capo gruppo di Forza Italia? Non sarebbe stato forse meglio
cercare di puntare sulla elezione di un rappresentante indipendente dai partiti
che potesse quanto meno portare una voce critica nelle Terre Verdiane e che
potesse contrastare in qualche modo il sistema di spartizioni messo in piedi
proprio da i partiti:
Bilancio; si trattava si di un consuntivo e dal momento che
riguardava la passata amministrazione andava comunque approvato per correttezza,
ma possibile che a nessuno sia venuto in mente di provare comunque a guardare
dentro le singole voci, magari sul sociale o sui fondi per la scuola e provare
a dare indicazioni per il futuro che non ricalcassero le sciaguarataggini della
passata Amministrazione?
Il Consiglio comunale è il posto dove si dovrebbe fare
politica e non quello in cui ci si va solo per alzare o meno la mano, o per
scaldare una sedia, o peggio per non scaldarle per nulla come ha fatto la
maggioranza durante la discussione del bilancio. Fidenza ha bisogno di progetti
per il suo rilancio economico, sociale e culturale, ha bisogno che si diano
risposte ai tanti lavoratori del commercio che hanno chiuso o che rischiano di
chiudere le loro attività. Le risposte alle domande che aspettano i cittadini sono
tante e complesse; non ci resta di augurarci quindi che il consiglio comunale
possa crescere e che possa ridare quel senso che oggi manca alla politica
cittadina.
Tonino Ditaranto
1 commento:
Come sempre, perlomeno dal dopoguerra ad oggi, e in modo sempre più marcato e perverso, le amministrazioni del bene pubblico, della cosiddetta Res Publica, rimangono un cerchio chiuso nei propri interessi ed egoismi di partito, rivolti sempre alla medesima casta di eletti ed intoccabili e ad un entourage di prediletti, il cui potere, da quasi 70 anni, risulta ereditario. Chi tocca questo cerchio, muore fulminato; chi è dentro è dentro, chi è fuori è fuori, e deve abbozzare, chinando il capo di fronte alle decisioni superne e superiori, di chi sta ai piani alti dei palazzi del potere, dagli uffici comunali agli scranni del Parlamento. Il feudalesimo non è affatto finito secoli fa, si è solo trasformato in un clientelismo, ben oliato e gestito, per tenere sotto stretto controllo i sudditi italici, aggiogati e con anello al naso. Chi spera che, da un sindaco e da una giunta nuovi possano sortire delle novità, è un povero illuso, cornuto e mazziato.
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