Milano, Napoli, Torino, Bologna, quattro grandi città alla sinistra, oltre a Cagliari, Trieste ed altre città minori. E' il vento del cambiamento? Sta finendo l'era del Berlusconismo per lasciare il passo ad un nuovo modello di società?
Il risultato non lascia dubbi, si tratta di una forte spinta del paese verso la ricerca di una politica nuova, che tenga in debita considerazione le problematiche della gente comune. Proprio per questo non dovremmo farci prendere da facili entusiasmi.
Pensare che queste vittorie, se pur schiaccianti, siano il frutto di un reale cambiamento della politica della sinistra italiana, sarebbe da stolti, e dimostreremmo di essere poco lungimiranti.
Se cambiamento, o vittorie ci sono state, questo mi rammarica dirlo, ma non dipende da una ritrovata progettualità della sinistra, che continua ad annaspare sui vecchi schematismi che l'hanno contraddistinta negli ultimi anni, se mai, gran parte del merito va senza ombra di dubbio a quei candidati sindaci, Pisapia a Milano, Demagistris a Napoli, che hanno dimostrato proprio con le loro campagne elettorali, di saper uscire fuori dagli schemi dei partiti, e saper proporre quel rinnovamento di contenuti e di uomini che ne il PD, ne l'intera sinistra al momento non sembra in grado di poter proporre.
Sintomatico è il caso di Napoli, dove in netta contrapposizione con volontà della base di Sinistra Ecologia Libertà che voleva appoggiare fin dal primo turno De Magistris, l'imposizione dall'alto di Gennaro Migliore con l'avallo dello stesso Vendola ha prodotto quello che tutti sappiamo come è andata a finire: Federazione della Sinistra sei consiglieri in maggioranza, SEL un unico consigliere.
Situazione diversa quella di Torino, dove ad essere premiato non è stata la novità portata da Fassino, se mai i torinesi hanno voluto premiare dieci anni di buon governo di Chiamparino che ha saputo far fronte alle criticità proprie di una città operaia in un periodo di forte crisi economica.
Le dichiarazioni odierne di quasi tutti i leader della sinistra sono state quasi tutte univoche nella richiesta di un cambio alla guida del governo nazionale. Chiedere di andare alle elezioni anticipate è un sacrosanto diritto, visto anche lo sfascio economico e sociale prodotto dall'attuale governo, ma siamo sicuri che la sinistra oggi possa rappresentare la vera novità?
Io credo che al momento siamo ancora lontani dal poter essere veramente alternativi, visto l'andazzo generale che avvolge la partitocrazia di sinistra.
Con i proclami e le dichiarazioni di intendi non si governa, al contrario si bruciano energie e si alimente ancora di pù il clima di sfiducia generale della gente nelle istituzioni e nella politica più in generale.
Oggi dei forti segnali di reale possibilità di ritornare a credere nella politica ci vengono proprio dalle città di Napoli e Milano, di questo dovremmo fare tesoro e cominciare a costruire il progetto che possa significare la vera svolta.
Ecco perchè credo che da Napoli e da Milano, dalla loro esperienza dovremmo ripartire, non prima di aver messo da parte gli stupidi distingui e le continue seghe mentali cui siamo abituati, e cominciare a capire che senza una reale volontà di voler significare il nuovo non si va da nessuna parte.
E' arrivato il momento credo che l'intero centro sinistra si dia appuntamento in una costituente democratica del progetto di governo, senza remore e rinunciano alle se pur legittime partigianerie, mettendo al centro del dibattito il Paese e i suoi problemi.
Ci aspettano mesi impegnativi, ma se avremo a mente le novità portate dalle ultime elezioni amministrative io credo che alla fine la sinistra ha le capacità per potercela fare.
Tonino Ditaranto
1 commento:
Bravo Tonino
Torna in pista
Ci sentiamo
Adolfo
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