lunedì 4 luglio 2011

NO-TAV; gli scontri in Val di Susa e la lezione di Scanzano



I violenti scontri di ieri nei boschi di Chiomonte in Val di Susa aprono forti interrogativi e dovrebbero farci riflettere.
Chi sono i facinorosi violenti che con caschi e maschere anti gas attaccano le forze dell’ordine?
Quali sono i loro veri obbiettivi?
Chi paga i loro campi paramilitari e li addestra alla guerriglia?
Ormai è certo e confermato da decine di prove schiaccianti, i blak blok hanno legami in tutta Europa con le stesse forze dell’ordine e con i servizi segreti in particolare, questo succedeva a Genova nel 2001, questo succedeva ad Atene nei giorni scorsi, i video della TV greca che riprende i più scalmanati blak blok che si accordano con i poliziotti sulle strategie di attacco sono eloquenti e stanno facendo il giro del mondo.
Il Movimento dei no TAV ormai investe larga parte della popolazione e tutte le Amministrazioni locali della Valle, creando seri problemi al proseguimento dei lavori, la cui eventuale sospensione arrecherebbe danni altissimi alle casse delle multinazionali che in quel progetto hanno investito tantissimo e dietro al quale si muovono interessi economici che vanno oltre i confini nazionali e che coinvolgono non solo il Governo ma anche soggetti che determinano le scelte politiche Italiane ed europee con i loro capitali, passando sulla testa delle popolazioni e infischiandosene della tutela dell’ambiente e del territorio.
Il proseguimento dei lavori dell’alta velocità in Val di Susa, si capisce bene, è legato indiscutibilmente alla delegittimazione del movimento dei NO-TAV al fine di incrinare il proprio potere di convincimento e di coinvolgimento facendolo passare per violento, a questo compito sono quindi addetti i blak blok, mercenari senza scrupoli che seguendo le indicazioni dei loro padroni (le multinazionali dell’economia e del terrore) seminano sistematicamente il panico e minano i genuini obbiettivi di chi lotta per i propri diritte e la difesa del proprio territorio.
Naturalmente tutto ciò si rende possibile solo dove si creano le condizione perché ciò avvenga.
Dopo il G8 di Genova e gli scontri che tutti noi conosciamo il social forum di Firenze dell’anno successivo correva rischi analoghi, ricordo che quasi tutti noi presenti nei giorni del social forum avvertivamo forte il timore che potesse ripetersi Genova 2001, timori che per fortuna furono avvertiti anche dagli stessi partiti, movimenti e sindacati che avevano aderito, tant’è che fu proprio quel timore a far si che si diede vita ad un servizio d’ordine massiccio da parte degli stessi partiti e sindacati che isolò sul nascere eventuali infiltrazioni e diede vita alla grande manifestazione conclusiva con oltre un milione di partecipanti senza che vi fosse anche il più piccolo incidente.
Due anni dopo, nell’autunno del 2003 fu la volta di Scanzano Jonico in Basilicata.
Il Governo, guarda caso nuovamente Berlusconi, decise che il sito ideale per trasferire le scorie nucleari era la piana di Scanzano, a pochi chilometri dal Mar Jonio e in un territorio ad altissima intensità agricola. Per oltre un mese la popolazione del metapontino e dell’intera Basilicata si adoperò in un gigantesco braccio di ferro con il Governo che vide l’Italia dei trasporti dividersi in due. Per oltre un mese nessun treno e nessun camion riuscì a forzare il blocco e passare, vi furono anche in quella occasione  tentativi di delegittimazione del movimento ma non riuscirono perché la popolazione non permise ai violenti di prendere il sopravvento, fu cosi che la sera in cui il Governatore di Basilicata, dopo oltre un mese dall’inizio della lotta, nella stazione di Metaponto annunciò l’avvenuto ritiro del decreto davanti a ventimila persone, nello stesso momento tutti i blocchi furono rimossi senza che un solo cassonetto fosse stato dato alle fiamme o una sola bottiglia fosse stata spaccata.
La grande lezione di civiltà dimostrata dal popolo lucano dovrebbe esserci di insegnamento, le battaglie si possono e si devono condurre, tutto quello che facciamo per la difesa del nostro territorio è sacrosanto, ma va fatto con grande spirito di sacrificio e senza permettere a nessuno di sminuire in nessun modo i nostri principi. Il popolo lucano nel 2003 ebbe l’apporto sostanziale dei partiti e dei sindacati che non fecero mancare in nessun momento il proprio sostegno e contributo, chi aspettano oggi i partiti che tanto si affannano con dichiarazioni di condanna delle violenze a capire che il popolo dei NO-TAV ha bisogno di un sostegno reale e non solo di facciata?

Tonino Ditaranto

1 commento:

Franco Bifani ha detto...

Io credo che la linea TAV in Val di Susa sia inutile, esistendo, già da tempo, quella del Frejus; l'apporto, promesso e strombazzato, di nuovo lavoro potrebbe essere distribuito in tante altre opere, meno grandios e faraoniche, per tutta l'Italia. Si potrebbero apportere migliorie ed ammodernamenti alla linea che utilizza il traforo del Frejus ed all'autostrada parallela ad essa. Non credo assolutamente, invece, che i Black Block siano mercenarii al soldo delle multinazionali. Sono sempre i soliti coglioni fancazzisti che vegetano e poltriscono nei Centri cosiddetti Sociali, luoghi che, personalmente, abbatterei con enormi Caterpillar, occupanti compresi, utilizzando poi lanciafiamme e spargendoci sopra anche del sale grosso. Non sono certo quei quattro scalzacani radical-chic che ci vivono dentro che cambieranno la storia dell'Italia in senso diretto a sinistra; sono solo la manodopera e la manovalanza dei partiti pseudo-marxisti più violenti, che li utilizzano, periodicamente, per fini oscuri ed abominevoli. Non si conquista la libertà a suon di mazziate, bastonate, lanci di sanpietrini, molotov, utilizzando le auto di poveracci incolpevoli per incendiarle o usarle a mo' di barricate e devastando negozii ed uffici per le strade.