mercoledì 26 ottobre 2011

La Valle che resiste. di Maria Panico


LA VALLE CHE RESISTE

Domenica 23 ottobre, ore 8,30, si parte; destinazione Giaglione in Valsusa, manifestazione NO TAV. Si ride, si scherza sul colore dei nostri indumenti, in prevalenza scuro come quello dei black block....e nello scherzo non si riesce a nascondere un pò di inquietudine, un pò di timore per i tanto annunciati scontri e disordini. Ma la causa è troppo importante, di quelle per cui vale la pena di rischiare e si va, giovani e meno giovani.
Superati i posti di blocco dove gran parte delle auto vengono perquisite, documenti e volti fotografati, la montagna ci accoglie nel suo splendido abito autunnale, impreziosito da un velo di foschia e da ciuffi di nuvole basse che incorniciano le cime, ma lasciano intravvedere laggiù in fondo al vallone il viadotto nei pressi del cantiere, pieno di mezzi blindati; sopra di noi il ronzio assordante degli elicotteri che si danno il cambio e che a turno, ci accompagneranno per tutto il giorno.

Ma nella piazzetta di Giaglione c'è aria di festa paesana, si distribuiscono caldarroste, una semplice colazione...c'è anche il vino "NO TAV", tante bandiere a colorare e rallegrare l'aria; nella folla persone di tutte le età e di tutti i ceti sociali....di black block, nemmeno l'ombra.Tra i manifestanti anche tanti Francesi, sono con noi dicono, perchè loro sono stati ingannati: hanno raccontato loro che la Tav serviva per togliere i tir dalle strade, cosa che ovviamente non è avvenuta e ci incoraggiano a tener duro e non mollare.
Parte il corteo e si snoda lunghissimo, sul sentiero che conduce alla baita Clarea; lungo il percorso vengono recise le recinzioni poste a protezione della zona rossa e centinaia di persone si riversano giù per i boschi, tutte in direzione del ponte adiacente il famoso cantiere e la famosa baita dove, decine di poliziotti (circa duemila, sparsi in  una ristretta area intorno al cantiere) in tenuta anti-black block, non possono far altro che assistere a questa pacifica invasione di persone determinate a difendere il loro territorio. Inutile andare oltre e voler forzare la mano, lo scopo è stato raggiunto: dimostrare che quando c'è collaborazione va sempre tutto bene, a dispetto di quanti, giornalisti e politici, prima della manifestazione hanno "gufato" nella speranza quasi che succedesse qualcosa e che la violenza prendesse il sopravvento; a dispetto di quanti, soprattutto nell'ultima settimana, hanno volontariamente cercato di riscaldare gli animi con tutti i mezzi possibili, per poter bollare definitivamente il popolo dei NO TAV, come una massa di violenti nullafacenti, etichetta che invece calza a pennello a tutti quei politici irriguardosi e spreconi.
Guardo le facce di quegli uomini in divisa, alcuni giovanissimi, li scopro disorientati, molti hanno gli occhi bassi, come fossero imbarazzati e provo quasi tenerezza pensando che dovremmo stare dalla stessa parte e non gli uni contro gli altri perchè questa non è solo la causa dei valsusini ma dell'Italia intera; molti di loro vengono dal profondo Sud, così come a Lampedusa vengono mandati probabilmente quelli del profondo Nord; forse una tattica per accentuare il loro senso di estraneità verso luoghi e problematiche lontane dal loro mondo, non pensando che la Valsusa come Lampedusa non sono problematiche circoscritte ai rispettivi territori, ma che x la loro importanza, hanno ricaduta su tutto il territorio nazionale.
E allora mi chiedo perchè dopo tanti anni, ci si ostina a usare metodi repressivi contro una popolazione che nel voler proteggere il proprio territorio sta lottando in realtà anche per gli interessi di tutto il Paese, poichè solo dei pazzi possono lanciarsi in opere di questa portata mentre il resto del Paese è sull'orlo del baratro e della bancarotta, negando, contro qualsiasi logica e razionalità, qualunque tipo di confronto con questo movimento che, credo unico in Italia, conduce ormai da 20 anni una battaglia non solo pacifica e più che motivata, ma anche ampiamente documentata. La risposta delle "menti supreme", ossessiva come un disco incantato, continua a ripetere che l'Italia necessita di quest'infrastruttura per non restare isolata dal resto dell'Europa. Ma proviamo a chiederci quali e quante merci, in un futuro molto vago, quando quest'opera così "indispensabile" avrà raggiunto costi stratosferici, viaggeranno mai da Lisbona a Kiev passando per la Valsusa e per Torino? Eppure basta fermarsi per una mezz'oretta a guardare la ferrovia già esistente per rendersi conto che i treni merci che vi transitano sono quasi del tutto vuoti. E quali porte ci spalancherà mai l'Europa un domani che riusciremo a raggiungere Lione impiegandoci mezz'ora in meno; quali sono i vantaggi di andare sempre più veloci, per andare dove? Avanti così, certamente verso l'autoannientamento.....
...Comunque tutto è bene quel che finisce bene, manifestanti e istituzioni esprimono la propria soddisfazione per la riuscita della manifestazione, queste ultime ribadendo che COMUNQUE, la TAV va realizzata, come dire, adesso vi siete sfogati ma sappiate che è tutto inutile; e allora un'altra domanda mi sorge spontanea: hanno forse ragione coloro che affermano che le manifestazioni pacifiche non hanno nessuna utilità? No, non hanno ragione e questa valle tenace, di gente radicata nella propria terra e nei propri valori e comunque sempre pronta ad aprirsi in una vasta rete di scambi e di contatti; questa stretta valle fortemente antropizzata, attraversata da due statali, un'autostrada e una ferrovia; esasperata ma anche paziente, assediata e militarizzata contro ogni ragione, ha portato avanti in questi anni un metodo di lotta nuovo dal quale bisognerebbe prendere esempio e in questa domenica di ottobre ha dato a tutti una grande lezione di civiltà....e intanto si parte con i primi espropri per i lavori legati al ponte sullo Stretto.




1 commento:

Franco Bifani ha detto...

Maria, ma allora almeno per contrastare i NO-TAV, gli Eurini per il carburante il governo li trova; all'inizio della tua lettera pare quasi di assistere all'assalto al villaggio vietnamita in "Apocalypse now". Maria, bisogna organizzare cortei per dare l'assalto ai Palazzi del Potere a Roma, per occuparli in permanenza, si devono azzerare gli stipendi ai parlamentari, così se ne andranno i fancazzisti e resteranno quelli che un lavoro già lo svolgono, ed anche ben remunerato. Quando c'è un'infezione,o si ricorre ad un antibiotico potente, o l'organo va in cancrena. La nostra cancrena sono i politici, collusi con la criminalità organizzata ed il Vaticano. Occorre provvedere!