domenica 16 ottobre 2011

Dietro i fatti di Roma il fallimento di una classe dirigente!!!




Chi pensava che tutto sarebbe filato liscio o era un illuso o semplicemente un incosciente.
Tutto alla vigilia della manifestazione romana degli indignati faceva presagire che il pericolo di infiltrazioni da parte di gruppi di blak blok era altissimo, vi era stato l’assaggio di guerriglia non più tardi di due mesi fa in val di Susa, e le stesse informazioni delle forze dell’ordine parlavano di gruppi che si stavano organizzando per questa manifestazione.
Oltretutto la crisi economica che sta attraversando l’Italia, con un altissimo tasso di precariato, di disoccupati e di famiglie che non reggono più il peso della crisi ha portato il Paese sull’orlo di un tracollo di nervi e di esasperazione tale che una polveriera non potrebbe essere più esplosiva.
Di Pietro stesso avvertiva non più di qualche settimana fa di questo rischio.
Io oggi, mentre ancora si stanno contando i danni e l’odore acre delle auto incendiate ammorba ancora il cielo di Roma, mi chiedo: se Di Pietro, segretario di uno dei più grossi partiti dell’opposizione, lo stesso Bersani, Vendola, Ferrero e con loro la Camusso e Landini, che pure erano con i manifestanti al punto di aver organizzato attraverso le proprie strutture la partecipazione dei propri militanti alla manifestazione, perché sono stati cosi idioti da sottovalutare un tale rischio e non aver preso per tempo le dovute contromisure per impedire con un proprio servizio d’ordine efficiente che qualche centinaio di delinquenti prezzolati al soldo delle multinazionali dell’economia, dell’odio e del terrore mettesse in atto quello che poi è successo devastando una città che da sempre ha dato dimostrazione di altissima civiltà?
Gridare quotidianamente contro il governo è molto facile, come facile è il continuare a chiederne le dimissioni, quello che è difficile è il governare i fenomeni, e ancora una volta la classe dirigente del centro sinistra, quella che chiede di sostituire oggi Berlusconi per intenderci ha dimostrato di non essere in grado di governare neanche le manifestazioni del proprio popolo.
Questo Governo deve andarsene, i danni che sta causando sono tali che il rischio di una catastrofe istituzionale è veramente altissimo, ma i nostri dirigenti anch’essi sono degli inetti, incapaci e privi di una qualunque proposta politica, attenti solo a coltivare i proprio orticelli.
E’ necessario che insieme al governo il popolo della sinistra trovi il coraggio di mandare a casa una intera classe dirigente che ha dimostrato in diverse occasioni di non essere in grado di dirigere un bel niente, una classe dirigente che ha fallito e come tale è giusto che si deve DIMETTERE.
Tonino Ditaranto

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Da quanto tempo fai politica Tonino? Questo fallimento cui ti riferisci è il tuo fallimento personale. Il fallimento della generazione di compagni che a partire dagli anni 70 non ha saputo rendere attuale l'ideale di chi ha sacrificato la propria vita per i diritti di tutti. Il fallimento di chi, partendo dall'ideale, non ha saputo concretizzare l'alternativa nè allora nè oggi. Oggi che i tempi sono cambiati ahimè peggiorando le condizioni sociali e politiche del Paese, è troppo comodo fare sermoni a chi vuole continuare a lottare. Non siamo tutti uguali ma dovremmo essere compagni mentre c'è sempre qualcuno che guarda gli altri dall'alto al basso invece di essere in mezzo a condividere. Ribellarsi è giusto,Massimo Ottolenghi, partigiano 95nne sa spiegare questo concetto molto meglio di me. Ti consiglio di leggerlo perchè queste mie parole non ti giungano come sempre come un attacco personale ........... è una valutazione sul fallimento di una generazione di politici di cui, volente o nolente, fai purtroppo parte anche tu. Con affetto. Elena

Anonimo ha detto...

Non tutto il male vien per nuocere.
Tutto quello che è successo a Roma, forse, anzi senza forse,è stato un bene.
Speriamo che la cosiddetta classe dirigente, quella che più ci apparterrebbe, si svegli finalmente dal torpore in cui è caduta e che invece di allinearsi a commenti di comodo inizi a valutare col dovuto rigore il disagio sociale in cui la nostra società si sta inabissando.
Serve un programma serio, servono idee nuove ed innovative al passo coi tempi che viviamo.

Francesco Simmarano

tm ha detto...

Hai ragione Elena, la mia generazione ha fallito, e con essa anche io, la cosa che ti sfugge purtroppo è che il nostro fallimento sta nel non essere riusciti a dar seguito alla grande tensione ideale che ci accomapagnava con un ricambio generazionale adeguato. All'idealismo di chi faceva plitica negli anni settanta si è sostituito con il personalismo, la voglia di emergere o di primeggiare che ha portato all'attuale dirigenza politica, sempre più addentro nel mal'affare e schiava delle caste. Risparmiami per favore la paternale, lotto da quando ero bambino e continuo a farlo in prima persona togliendo come spesso accade energie e tempo alla mia famiglia. Lo faccio volentieri e non ho mai guardato nessuno dall'alto al basso, se mai il contrario, ho sempre preferito stare nel basso perchè solo quando si è davvero in basso si riesce a capire meglio da che parte bisogna stare. Nulla di personale credimi. Con altrettanto affetto Tonino

Franco Bifani ha detto...

Io ero a Milano, prima alla cCttolica e poi alla Statale, tra il '67 ed il '73, ed ho conosciuto parecchi di quei contestatori filiotei, pseudomarxisti e falsocomunisti, ribelli della domenica e figli di papà, del tipo di Curcio, Capanna, Schianchi&Co, talebani maoisti di striscio, ignoranti di ogni concetto di veri cambiamenti e dei sistemi per instaurarli in modo alternativo e costruttivo, e non solo distruttivo, del vecchio sistema. tant'è che, passata la tempesta, costoro si sono adagiati nel perbenismo dei benpensanti borghesi, sono ritornati cioè al nido da cui si erano staccati per svolazzare maldestramente e sporcare delle loro deiezioni la brava gente sottostante, cioè coloro che manifestavano e si ribellavano per le loro misere condizioni culturali, di ceto e di censo, vedi ad es. Guido Rossa. Io sono certo che tra i cosiddetti violenti di Roma, che siano poi black bloc od altro, ci siano infiltrati delle forze dell'ordine ed abili strateghi ed abusatori della buona fede giovanile, di quei giovani esasperati da decenni di disprezzo, di ignoranza, di incultura, di raccomandazioni bieche, di voti di scambio perversi; di prostituzione forzata a quei vecchi che girano in Parlamento in giacca, cravatta e doppiopetto, di un'ignoranza etica e culturale infame e belluina. Dovevano essere loro il target degli incendi, delle mazziate; dovevano essere le loro auto blu ad essre date alle fiamme, loro e gli schifosi ed immeritati privilegi di cui godono. Sono loro il vero nemico da abbattere; come diceva Sinead O'Connor, anni fa, l'amica degli U2: Figth the true enemy! Ma il fatto che essi siano stati risparmiati dalla furia pseudoribellistica, la dice lunga sulla composizione dei cosiddetti black block; sono miopi o perlomeno strabici, nel cercare e colpire i loro obiettivi. Ed anche chi, tra le forze dell'ultrasinistra, silenziosamente e sornionamente, se li coccola e li protegge, sa fin dove farli arrivare. Come diceva un personaggio de "Il Gattopardo", facciamo la rivoluzione perchè nulla cambi:bravi, compagni della sinistra estremista,complimenti! Last, but not least: non ho mai partecipato a cortei e a manifestazioni, nel mio lavoro ho fatto di tutto e di ogni, per cambiare il sistema dall'interno, senza sbraitare slogans, sbracciarmi e senza lanciare alcunchè contro nessuno. Che schifo,eh? me ne vergogno tantissimo, sono salito ora sul davanzale della finestra e sto misurando la distanza tra secondo piano e pianterreno: bisogna che ponga fine a questa mia esistenza da disertore dei cortei politici!