lunedì 11 marzo 2013

Nessun appello, ma imperativo categorico: SIETE STATE ELETTI, ALLORA GOVERNATE.


Mentre la gente comune continua a soffrire la fame, imprenditori stritolati dalla crisi si suicidano, operai perdono il posto di lavoro e coloro che non possono più far fronte ai mutui da pagare perdono la casa, assistiamo al vergognoso teatrino di parlamentari eletti che giocano a fare i guerriglieri nelle trincee di partito o di movimento come se quello che sta vivendo il Paese  fosse una commedia all’italiana.
Nessuna commedia signori, qui o si ricostruisce o va tutto in malora.
Qualcuno ancora forse non si è reso conto che l’Italia non solo vuole cambiare, ma deve cambiare se non vuole rimanere travolta dalle sue stesse macerie, lo deve fare al più presto e senza ulteriore perdita di tempo. Non se ne sono resi conto i vecchi partiti che ancora sperano di poter mantenere uno status quò fatto di privilegi e mangerie generali, ma non se ne sono accorti neanche coloro che risultano essere stati eletti proprio per contrastare la vecchia partitocrazia.
I giochi gli slogan e i proclami andavano bene prima delle elezioni, ora è il momento di dimostrare quanto realmente si tiene a questo nostro Paese.
Esiste per la prima volta in Parlamento il numero reale per sperare in quel cambiamento auspicato da tutti gli italiani, che spazzi via una volta per tutte vent’anni di gozzoviglie alle spalle dei lavoratori; che ridia speranza ad un popolo di giovani precari mortificati da contratti di lavoro capestro; che dia alle imprese e ai fornitori dello stato e della pubblica amministrazione la certezza di essere pagati in tempi molto brevi; che ponga le basi per una economia più giusta e riequilibri il potere d’acquisto delle famiglie e la loro capacità di progettare il proprio futuro.
Non ci sono scusanti per nessuno, ne per il PD che fin’ora ha ventilato la scusa di non aver avuto mai i numeri per poterlo fare, ne per i neo eletti del Movimento 5 stelle che devono dimostrare ora nei fatti che il cambiamento tanto proclamato non era soltanto uno slogan per incantare gli allocchi ma una reale intenzione cosi come a gran voce richiesto dagli elettori alle elezioni del 24 e 25 febbraio scorso.
Coloro che aspettano di essere pagati da anni non sono più in condizione di aspettare ancora lunghissimi mesi, cosi come non sono più in condizione di aspettare oltre coloro che hanno perso il lavoro e hanno una famiglia da mantenere.
Due suicidi al giorno per gli effetti della crisi credo siano un motivo più che sufficiente per dire in modo categorico oggi,  a voi che ancora state giocando, finitela e fate le persone serie; le beghe di partito non ci interessano; non ci interessano i vostri supponenti comportamenti arroganti di chi deve dimostrare di averlo più duro, cosi come non ci interessano le regole scritte o non scritte di statuti e non-statuti; non ci interessa se durante la campagna elettorale avete o meno fatto promesse che ora non potete mantenere; l’unica cosa di cui però possiamo essere certi e che vi riterremo tutti colpevoli, di quello che ancora dovranno patire i cittadini italiani.
Tonino Ditaranto

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