Era un dubbio che ci affliggeva da tempo, fin da quando per
la prima volta provammo a scrivere della situazione creatasi davanti ai
cancelli della Bormioli, con i facchini a presidiare i cancelli per rivendicare
diritti venuti meno; il dubbio che qualcuno tentasse in qualunque modo di
minimizzare la loro protesta e che dietro vi fosse una regia ben precisa, è
stato definitivamente fugato oggi nello scorrere l’intera Gazzetta di Parma e
non trovare una sola riga sulla manifestazione di ieri pomeriggio a Parma che
ha visto sfilare per le strade cittadine oltre mille facchini venuti a portare
la loro solidarietà ai loro colleghi di Fidenza. Strano come possano trovare ampio
spazio su un giornale di fatti locali una famigliola di galli che disturbano il
sonno mattutino dei salsesi (i galli da che mondo è mondo hanno sempre cantato)
mentre nessuna voce viene data a chi protesta per la perdita di diritti e
soprattutto del posto di lavoro. Avevamo pensato si fosse trattato di mancanza
di spazio quando non abbiamo visto pubblicato il comunicato dei lavoratori in
lotta che noi stessi ci premurammo di far ricevere al corrispondente locale
della gazzetta che oltre a ribadire le proprie sacrosante richieste, tra l’altro
chiedeva anche scusa ai lavoratori Bormioli per il disagio arrecato. Eppure di
articoli al riguardo sulla gazzetta ne abbiamo visti diversi. Abbiamo letto l’intero
comunicato dell’rsu aziendale, quello dei sindacati firmatari dell’accordo,
quello del sindaco e altri ancora, tutti premurosi nel ribadire che l’accordo
era un ottimo accordo mentre invece non una sola volta abbiamo letto le ragioni
di chi quella protesta la sta portando avanti ormai da oltre un mese, neanche
il comunicato dell’area di minoranza della CGIL che prendeva le distanze dalla
manifestazione voluta dall’rsu e avallata dalle segreterie provinciali che ha
portato una parte, fortunatamente non tutta, degli operai Bormioli a scendere
in piazza in contrapposizione dei facchini in lotta e per rimarcare la “legittimità”
dell’accordo.
Non siamo mai entrati nel merito dell’accordo stesso, che
per quel che ci riguarda potrebbe essere per davvero migliorativo, anche se
siamo convinti del contrario; questo però non giustifica il fatto che a
sottoscriverlo siano stati sindacati che al momento della sua stesura rappresentavano
una piccolissima parte degli operai interessati. La situazione attuale è che alla data del 15
gennaio, ai 15 lavoratori iniziali di cgil e cisl che avevano sottoscritto l’accordo,
altri 20 lavoratori hanno accettato il passaggio sotto la nuova cooperativa l’ultimo
giorno di scadenza chiaramente sotto il ricatto della perdita del posto di
lavoro, (come dar loro torto quando si ha famiglia da mantenere); altri 23
invece non hanno accettato l’accordo con il conseguente risultato di aver perso
il posto di lavoro. Stiamo parlando di 23 lavoratori fidentini, abitanti a
Fidenza con le rispettive famiglie e che ad oggi vanno ad aggiungersi ai tanti
disoccupati che purtroppo conosce la nostra cittadina. E’ mai possibile che di
fronte al rischio divenuto di fatti realtà della perdita di 23 posti di lavoro
la politica fidentina non sia riuscita ad interrogarsi se vi fossero delle
forbici all’interno delle quali provare a ricucire uno strappo dovuto solo alla
pessima abitudine di mantenere orgogliosamente delle posizioni prese sia da una
parte che dall’altra? Personalmente ho provato a far ragionare l’altra parte,
invitando i lavoratosi a sospendere i blocchi ai cancelli e mettere in atto forme
di lotta più democratiche e meno radicali, con il risultato di essere stato io
stesso allontanato dal presidio degli operai dagli stessi dirigenti dei cobas
che probabilmente non gradivano la mia intrusione; Mi chiedo però quale sarebbe
stato il risultato se al mio posto ci fosse stato il Sindaco o l’Amministrazione
comunale o magari gli stessi sindacati o i lavoratori Bormioli ai quali pure
avevano chiesto scusa i facchini, a venire incontro o per lo meno a cercare di
capire le ragioni di tale protesta? Questo non lo sapremo mai e le ragioni sono
molto evidenti; i sindacati erano solo preoccupati a giustificare un accordo
cui loro non erano legittimati a firmare; Sindaco e Amministrazione hanno
sposato convenientemente la tesi dei sindacati, facendosi anche dettare le
sigle da invitare all’incontro della commissione sicurezza e rifiutando la
parola ai facchini presenti; i cobas impegnati nel voler dimostrare la logica
di chi ce l’ha più duro e la gazzetta dal canto suo a reggere il gioco di chi
in tutta questa vicenda ha l’interesse a voler dipingere i lavoratori
protestanti come degli scriteriati se non proprio dei delinquenti. In tutto
questo si inserisce rete civica che per aver avuto la cattiva idea di smuovere le
acque si è ritrovata accusata di aver minacciato Sindaco e Segretario
Provinciale della CGIL.
Risultato di tutto questo: 23 lavoratori rimasti senza
lavoro.
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