lunedì 13 dicembre 2010
domenica 12 dicembre 2010
una battaglia per l'amore
Una Battaglia per l’amore
Eravamo in tanti, più dello scorso anno, forse il doppio o il triplo, ma i numeri non contano, quello che conta è che insieme, mamme, bambini, studenti, professori, malati e medici, uniti con un unico obbiettivo, dire al mondo che non può esserci amore se non si comincia con l’amare la natura e il mondo in cui viviamo.
La fiaccolata di ieri sera per le vie di Parma non è stata una manifestazione contro, ma una manifestazione per.
Non c’era odio, negli slogan dei bambini, ne rancore nel silenzio dei genitori, ma solo speranza, quella speranza oggi necessaria affinché anche la politica capisca che le politiche dei profitti non possono in alcun modo venire prima di quelle per la salvaguardia della salute e dell’ambiente.
L’aria che respiriamo, l’acqua che beviamo, il cibo che mangiamo, ci accomunano tutti, e tutti vogliamo che quelle cose non siano fonti di malattie per nessuno di noi, per nessuno dei nostri figli.
Eppure sempre più spesso sembra quasi che lo dimentichiamo, e la corsa ai profitti ci fa perdere di vista il problema più grande di questo nostro mondo e della sua esistenza: la sua salvaguardia per salvaguardare la vita.
I tumori, le leucemie, colpiscono indiscriminatamente tutti, e non guardano nelle tasche per vedere quanto si possiede, ne le tessere dei partiti cui apparteniamo, ecco perché questa non può non essere una battaglia di tutti.
Qualcuno sostiene comunque che il problema dei rifiuti è un problema grave che attanaglia questo nostro pianeta, e che va assolutamente risolto, e noi siamo perfettamente d’accordo, ma non si da la chemio a un malato che può essere curato con l’aspirina o con un normale antibiotico, si cerca di fare una diagnosi giusta al fine di prevenire e curare con le medicine giuste al fine di evitare che le stesse finiscano per indebolire e far ammalare altri organi.
Il problema dei rifiuti, va affrontato allo stesso modo. Non si costruisce un termovalorizzatore che immette nell’atmosfera milioni di microparticelle inquinanti e dannose alla salute, quando in una provincia come la nostra basterebbe una buona politica di differenziazione e di risparmio sulla quantità di rifiuti prodotti.
La fiaccolata di ieri sera questo lo ha evidenziato con chiarezza, ha lanciato un messaggio d’amore,
Tocca ora a noi politici recepire quel messaggio e fare in modo che nessun interesse economico o di partigianeria metta in pericolo la salute e la vita dei nostri bambini.
Tonino Ditaranto
lunedì 6 dicembre 2010
lettera aperta
Lettera aperta al Sindaco di Fidenza e al Consiglio Comunale
Egr.Sig.
Sindaco,
Egr. Sig.ri Consiglieri Comunali,
le ultime notizie relative alla “variante in deroga” alle norme edilizie vigenti nel nostro territorio, denominata Ristorante Albergo Pinguino, ripropongono con forza il problema non ancora risolto di dotarsi di un rinnovato strumento urbanistico generale che definisca nuove norme e nuovi regolamenti e tracci le linee guida per un sviluppo urbanistico rispettoso delle esigenze territoriali, in armonia con l’evoluzione della società civile degli ultimi anni.
La mancanza di tale strumento ha fatto sì che Fidenza subisse, indifesa, un imbarbarimento degli interventi, con la nascita di quartieri dormitorio da una parte e lo sviluppo di centri commerciali dall’altra, in assenza di un qualsivoglia collegamento e di un minimo di servizi nei quartieri interessati..
La recente massiccia cementificazione, avvenuta attraverso la forzatura di normative esistenti e col ricorso a continue varianti in deroga, ha stravolto un assetto cittadino già problematico in termini di forma, sostanza e quantità.
Solo nei primi sei mesi del 2010 si contano 80 varianti: un numero decisamente
preoccupante, quasi un piano regolatore strisciante, non dichiarato!!
Noi di Sinistra Ecologia e Libertà riteniamo che il ricorso allo strumento della variante, raramente richiesto ed utilizzato dal privato cittadino, al fine di dare soluzione a un modesto e circoscritto problema, altrimenti irrisolvibile, favorisce e asseconda unicamente il sistema speculativo, a tutto vantaggio del singolo e a discapito dell’interesse comune. Si aggiunga inoltre che le suddette
varianti hanno avuto, in più di una occasione, solo valore di sanatoria.
Per quanto riguarda la variante Pinguino, appare oscuro il motivo che ha spinto l’Amministrazione ad autorizzare l’aumento di 1000 mq di superficie rispetto al progetto iniziale; difficile anche interpretare i parametri usati per definirne gli oneri di urbanizzazione, previsti in circa 160 mila euro, a fronte di cifre di gran lunga superiori incassate in casi analoghi; con non minore sconcerto e
preoccupazione, risultano incomprensibili i motivi per i quali si è proceduto ad una variante di tale portata nonostante il parere contrario della Commissione per la Qualità Architettonica e del
Paesaggio. Parere indubbiamente consultivo ma non meno importante nella formulazione di un atto deliberativo.
Alla luce di quanto esposto, facciamo appello al Sindaco di Fidenza e all’intero Consiglio Comunale, affinché si corregga radicalmente modo di agire e si proceda velocemente a dotarsi del nuovo strumento urbanistico, indispensabile e non più prorogabile.
I più cordiali saluti
Tonino Ditaranto
Coord,
circolo SEL Fidenza
Fidenza li 6 dic. 10
lunedì 29 novembre 2010
da una pagina di facebook
LASCIO IL MOVIMENTO 5 STELLE
Alle scorse elezioni comunali di Bologna e alle regionali ho votato il Movimento 5 Stelle. Leggo i post di Grillo da anni, e ho visto nel Movimento una “speranza” per il nostro Paese. La scorsa primavera ho deciso di partecipare attivamente alle riunioni dello stesso. Avevo ovviamente letto il programma nazionale e ne condividevo i contenuti. Sono insegnante e mi interessano molto quelli inerenti alla scuola. Ci lavoro da quasi 30 anni e la demolizione della scuola pubblica portata avanti dalla Gelmini, la circolare Limina in Emilia Romagna che invitava i dirigenti scolastici ad assumere provvedimenti disciplinari nei confronti degli insegnanti che avessero preso posizioni pubbliche critiche nei confronti della Riforma, la situazione sempre più drammatica del nostro Paese con la crisi economica affrontata con i tagli allo Stato sociale, hanno suscitato in me la necessità di assumere un impegno civile diretto .
Entrata nel Movimento ho organizzato il gruppo scuola, ho partecipato alle manifestazioni di protesta contro la riforma, convinta che il Movimento ne condividesse i contenuti. Come gruppo scuola, del quale ero la coordinatrice, abbiamo presentato un documento nel quale è stata analizzata l’attuale situazione della scuola pubblica e si chiedeva al Movimento di assumere una posizione chiara rispetto alla politica scolastica del Governo. Pochi e chiari principi: difesa della Scuola pubblica e conseguente NO alla riforma, laicità dello Stato e conseguente richiesta di abolire i finanziamenti alla scuola privata. Abbiamo chiesto al Movimento di approvarlo. Non è stato possibile. La risposta del Movimento è stata l’ostracismo. Di scuola non se ne parla o, se si è costretti a farlo, comunque non si assume una posizione, perchè all’interno del Movimento le posizioni sono diverse, inconciliabili e, per non allontanare nessuno, meglio far “finta di niente”, meglio discutere di cose più semplici. Il Movimento nei fatti non assume alcuna posizione sulla riforma della scuola, come non ne assume su moltissimi argomenti che riguardano il “sociale” e le politiche economiche di chi ci governa.
Poco per volta mi sono resa conto che il Movimento non è ciò che viene descritto da Beppe Grillo: il programma nazionale e lo stesso nome di Beppe servono solo come “specchietto per le allodole”, per attirare i voti di chi non ne può più dell’attuale classe politica, dei suoi privilegi e della sua incapacità di dare risposte credibili ai problemi del Paese. Il Movimento è eterogeneo, composto da persone che cavalcano la tigre della protesta e che affrontano solo argomenti “facili” sui quali convergere. Quando si parla di piste ciclabili, o di spazi verdi nella città, o di diminuzione dei costi della politica, di raccolta differenziata, di nucleare …. è facile trovare una convergenza di idee e di proposte. Diverso invece è assumere posizioni politiche rispetto alla riforma Gelmini, al finanziamento alla scuola privata, alla laicità dello Stato, ai diritti delle coppie di fatto, alla legge 194 sull’aborto, al problema ormai drammatico della casa, del precariato, all’accordo di Pomigliano, che non è un fatto isolato nel Paese, ma rappresenta il tentativo di togliere sempre più tutele ai lavoratori in tutto il Paese. Su queste e altre problematiche il Movimento non è in grado di prendere una posizione, perché al suo interno ci sono persone con idee spesso contrapposte: vi sono conservatori e “orfani della sinistra”, laici e cattolici integralisti, uniti nella “protesta”, nei facili luoghi comuni, ma incapaci di avere un progetto realistico e coerente di più ampio respiro. Uno dei loro motti preferiti è che non sono un partito, non sono una casta. A mio modo di vedere sono molto peggio: “uno vale uno” è in realtà solo uno slogan. Nelle assemblee si decidono solo alcuni aspetti, per lo più organizzativi, per il resto c’è un’oligarchia che decide per tutti: sono gli eletti e i loro stretti collaboratori. In questi mesi trascorsi nel gruppo l’assemblea non ha deciso nulla di rilevante dal punto di vista politico. Sono gli eletti Favia e De Franceschi che assumono in totale autonomia qualsiasi decisione politica a nome del Movimento. Quando ho chiesto di discutere in assemblea di alcune problematiche, come il finanziamento dato alla fine di luglio dalla Commissaria Cancellieri alle scuole private a Bologna, l’adesione alla manifestazione in difesa della scuola pubblica indetta a Reggio Emilia il nove ottobre scorso, la discussione sull’eventuale nomina alla presidenza della Commissione Pari Opportunità in Regione di Silvia Noè, l’accordo di Pomigliano e la necessità di assumere una posizione politica in difesa dei lavoratori, non ho mai ricevuto risposta. Formalmente non rispondono, lasciano decadere, non ne parlano, così possono fingere di essere tutti d’accordo, così possono coesistere nel movimento posizioni spesso contrapposte, intanto gli “eletti” decidono per tutti, perché loro sono i “portavoce” del Movimento. Bell’esempio di democrazia! Ieri sera l’ultima “farsa”: i Consiglieri Regionali in assemblea pubblica hanno presentato un bilancio politico ed economico dei primi sei mesi in Regione, hanno “rimesso il proprio mandato nelle mani dei cittadini”, quindi c’è stata una votazione al fine di confermare o meno la “fiducia” a Favia e a De Franceschi. Nessuna possibilità di porre domande ai Consiglieri, di discutere veramente su ciò che è stato o non è stato fatto. Una votazione plebiscitaria, ad alzata di mano, nella peggiore tradizione dei peggiori partiti. Uno “spot di propaganda”, non uno strumento di democrazia, una “trasparenza” di facciata. Un’autoesaltazione del proprio operato e una continua denigrazione di ciò che fanno “tutti gli altri”, questo è stato, in una povertà di contenuti e progetti reali davvero impressionante. Stupefacente scoprire, tra l’altro, che il denaro proveniente dagli stipendi regionali dei Consiglieri ( l’Assemblea ha deciso per loro un compenso di 2500 euro mensili ) non viene gestito dal Movimento stesso, ma dai Consiglieri che trattengono l’importo dovuto nei loro conti correnti personali! E questo sarebbe un approccio nuovo alla politica?
Per non parlare della chiusura totale che mostrano rispetto a tutte le altre realtà culturali presenti a Bologna. Nessun confronto e nessuna alleanza, questo a prescindere da possibili convergenze, perché solo loro sono portatori della “verità” grillina. Intanto, per le prossime comunali questo Movimento così aperto alla società civile, così diverso dagli altri partiti avrà un candidato sindaco alle prossime amministrative autocandidatosi e scelto da chi? Dagli elettori che lo indicano in base ad un programma? No, scelto nel chiuso dell’assemblea degli attivi, e solo da chi risulta essere attivo alla data del 30 settembre 2010, scelto quindi da poche persone nella peggior tradizione dei partiti. Criticano i partiti, non accorgendosi però di essere ancor peggio degli stessi, perché non vi è alcuna reale democrazia all’interno. E chi “osa” far presente certe incoerenze viene visto immediatamente come un “nemico”, qualcuno da isolare. E così vanno avanti senza prendere mai alcuna posizione chiara, convinti come sono che tanto saranno premiati elettoralmente in ogni caso: gli elettori voteranno sulla base di quello che dice a livello nazionale Grillo, il voto di protesta continuerà ad esserci e solo questo conta. Lo stesso atteggiamento in fondo che ha la Lega: parlare facile, per slogan comprensibili ed efficaci,nient’altro. Far credere che vi sia un programma nazionale condiviso, far credere che il movimento rappresenti una novità, una possibilità di riscatto del Paese,parlare alla “pancia” delle persone, glissare su tematiche qualificanti perché una posizione chiara allontanerebbe qualcuno: l’importante è prendere voti da tutti, da destra e da sinistra perché loro sono “sopra” volano “alti”. Parole prive di un reale significato, solo vuoti slogan di propaganda: come la Lega appunto.
Povertà culturale, intellettuale, politica. Inaccettabile quando da movimento di protesta si decide di entrare nelle Istituzioni, si decide di proporsi come forza che deve amministrare le città, le regioni e forse domani il Paese. Per farlo bisogna avere delle idee, occorre avere il coraggio di assumere posizioni politiche, di fare scelte chiare, condivise non solo dagli “eletti” ma dal Movimento intero e soprattutto uscire dalla facile ottica della protesta e degli slogan ad effetto, occorre occuparsi dei problemi reali dei cittadini e prendere posizioni chiare esponendo le proprie idee e cercando di aumentare il consenso per questo più’ che per le invettive contro gli altri.
Per questi motivi lascio il Movimento, per la mancanza totale di democrazia all’interno, per la povertà di contenuti. Lascio il Movimento perché non voglio rendermi complice dell’inganno che stanno perpetuando verso gli elettori : a parole sostengono il programma nazionale di Grillo, nei fatti approfittano del suo carisma per ottenere facili voti di protesta ed iniziare la propria personale “scalata” alle Istituzioni. Non ci sto. I partiti non mi piacciono, ma il Movimento non è ciò che appare: non c’è democrazia all’interno, non ci sono idee che non siano quelle “facili” e scontate che la stragrande maggioranza delle persone può condividere, non c’è un progetto serio di società, solo slogan.
Un Movimento a parole di tutti, nei fatti solo di pochi.
Monica Fontanelli
venerdì 26 novembre 2010
Quel ragazzo di Terlizzi che affascina i giovani del PD
Quel ragazzo di Terlizzi che affascina i giovani del PD
La sala Falcone-Borsellino gremita già un’ora prima del previsto arrivo di Niki Vendola, tanti volti di ragazzi in attesa di poter vedere da vicino ed ascoltare in diretta le parole avvolgenti di questo Ragazzo di Terlizzi che gira in lungo e in largo l’Italia e ovunque approda trova accoglienze calorose che da tempo non erano più riservate a uomini della sinistra.
Un giovane Piceno, di S. Benedetto, coordinatore di un circolo SEL aziendale di Bologna, comincia a parlare un po’ imbarazzato dalla presenza di Niki, ma poi si scioglie anche grazie ai tanti cenni di approvazione che gli arrivano proprio da Vendola,
Tocca a Gianni Rinaldini, ex segretario della FIOM tracciare la personalità di Claudio Sabbatici, a cui i compagni bolognesi hanno voluto dedicare il circolo, e infine Vendola esordisce informando tutti noi che la torre di Pisa e il Colosseo sono stati occupati dagli studenti che protestano contro la Gelmini e i tagli alla cultura.
E’ proprio sulla cultura e la scuola che Niki snoda il suo intervento, e mentre lo fa ti accorgi che le parole che usa ti prendono, ti coinvolgono e ti tengono li attento a cogliere tutte le sottigliezze espresse da quest’uomo che ti accorgi subito di quanto amore prova verso l’istruzione e le nuove generazioni. Mi sono sentito veramente in imbarazzo quando il mio telefonino proprio nel bel mezzo dell’intervento di Vendola si è messo a suonare bandiera rossa.
Finito l’intervento, tocca a Niki stappare la prima bottiglia di spumante per inaugurare il circolo, e li piacevole intermezzo nel constatare che questo grande uomo che affascina le platee si trova veramente in difficoltà nello stappare la bottiglia.
Basta questo per far capire ancora una volta a noi tutti quanto umano e vicino a noi sia questo ragazzo di Terlizzi.
Vendola deve ripartire, lo aspetta un’altra iniziativa pubblica in un cinema di Bologna,, ma ho promesso a due ragazzi venuti con me da Fidenza di fargli conoscere Niki, allora lo fermo e nel mio dialetto, che poi è anche il suo lo invito a farsi una foto con questi ragazzi del PD venuti apposta a Bologna per poterlo incontrare, Volentieri si mette in posa con loro. Poi continuo la mia chiacchierata dialettale con lui mentre lo accompagno alla macchina seguiti da alcuni giornalisti increduli nel sentirci parlare molto amichevolmente in un dialetto stretto a testimonianza del fatto che quest’uomo che affascina l’Italia, altro non è che un ragazzo cresciuto come tanti altri, dando dei calci al pallone.
Lo saluto, ci diamo appuntamento a Fidenza e Montescaglioso, Lui riparte ad incontrare altre persone, altri giovani, tanti altri sicuramente del PD, che lo ascolteranno volentieri e come quelli che erano venuti con me se ne innamoreranno, perché anche loro capiranno che Niki è uno di noi.
martedì 23 novembre 2010
QUEL 23 NOVEMBRE INFINITO
Quel 23 novembre infinito
Son passati trent’anni, da quel fatidico 23 novembre dell’80, quando in un umida serata di metà autunno, l’Irpinia e la Basilicata furono scosse da un terremoto di proporzioni catastrofiche.
La colonna di S. Rocco nella piazza di Montescaglioso, sembrava dovesse venire giù da un momento all’altro, tutto tremava, sotto ai nostri piedi sembrava venisse meno l’asfalto, per un lunghissimo interminabile minuto il terrore si impadronì delle nostre menti, e la gente correva avanti indietro, giù per le scale, fuori a cercare gli spazi larghi ove trovare riparo.
Un lunghissimo interminabile minuto che ci tenne sospesi nella paura e nell’angoscia di dover vivere una specie di fine del mondo.
E la fine del mondo arrivò per davvero, quello che aveva risparmiato Montescaglioso e la collina Materana, non aveva lasciato però indenne un vasto territorio della nostra Lucania e dell’Irpinia, dove la morte si abbattè impietosa sulle inermi popolazioni già provate dalla miseria costretti a vivere in case di pietra malmesse e pericolose.
La generosità dei Montesi si fece sentire, nel giro di pochissime ore mettemmo in piedi un gruppo di volontari, composto da ragazzi ventenni, muratori, carpentieri, artigiani, oltre una ventina, e caricato su alcuni furgoni, pane, badili, picconi, assi, e attrezzatura diversa, partimmo alla volta dell’Irpinia, attraversando l’alta Basilicata, attraverso la strada che da Piperno porta verso Muro Lucano, e quindi S. Andrea di Conza.
Arrivammo dalle parti di Balvano verso le cinque di mattina, e in una radura all’uscita del paese, ci fermammo presso un campo tenda in allestimento, erano quelli delle Cooperative Emiliane, che con i Sindacati avevano già raggiunto quella zona e ci chiesero di proseguire in quanto li loro erano già più che sufficienti, visto che nonostante la distruzione, i morti non sembrava fossero in tanti.
Raggiungemmo S. Andrea alle prime luci dell’alba, e li ci posizionammo in una scuola e allestimmo il nostro punto di accoglienza per la gente che era rimasta senza casa.
Io e Tony Bubbico ci recammo in comune e dal Sindaco ottenemmo un attestato che ci riconosceva come responsabili del gruppo di Montescaglioso e ci autorizzava ad intervenire ai suo nome. Ad una impresa edile requisimmo un gruppo elettrogeno e con quello riattivammo la corrente elettrica alla scuola che divenne cosi un vero e proprio punto di accoglienza dove far confluire gli aiuti che cominciavano ad arrivare da ogni parte d’Italia.
Il grosso del gruppo di Monte invece si stanziò sulle colline di S.Andrea, e li sotto controllo di Liborio Didio e Mauro Bubbico, i nostri ragazzi carpentieri, Nunzio Panico, Mario Abate, Berardino e Angelo Didio, Rocco Locantore, e tanti altri di cui francamente non ricordo i nomi, ma che non hanno meno importanza, cominciarono a costruire ricoveri per gli animali che erano rimasti senza le stalle.
Il giorno successivo mi recai a Conza, da dove le notizie che arrivavano parlavano di centinaia di morti. Sulla strada per Conza, mi fermai ad un punto di raccolta gestito da un battaglione di militari di stanza a Trani, e li incontrai un altro ragazzo di Montescaglioso , Giovanni Ditaranto, militare, il quale mi diede un sacco a pelo nel quale avrei dormito per i successivi trenta giorni che rimasi nelle zone terremotate.
A Conza, mi aspettava qualcosa che non avrei voluto mai vedere in tutta la vita. Centinaia di bare in fila, un paese completamente distrutto e la desolazione negli occhi dei pochi rimasti a testimoniare ormai la mancanza di lacrime ma solo l’angoscia.
Avevo sempre avuto un rapporto molto strano con i defunti, difficilmente ne avevo toccato uno fino a quel momento, se non fosse stato veramente necessario, come per mio padre, morto alcuni msi prima, invece ora mi ritrovavo a doverli tirare fuori da sotto le macerie che scavavamo a mani nude e con l’aiuto di pale e picconi.
I trenta giorni che seguirono furono un insieme di sensazioni, rabbia, disperazione, angoscia, e anche consapevolezza che tutto sarebbe cambiato da quel momento nel mio modo di pensare.
Feci amicizia in quei giorni con Emanuele Appio, mio eterno “nemico” politico, in quanto appartenente ad una associazione di estrema destra, e con il quale intrapresi una amicizia che dura tutt’ora, e che mi ha fatto capire in fondo che in politica vi sono solo degli avversari e non dei nemici.
Tornai a Monte il 23 dicembre, giusto un mese dopo, sentivo che molto era cambiato e che mai avrei potuto dimenticare quei poveri corpi che man mano che tiravamo fuori avevano un effetto sempre diverso.
Il 24 mattino nei locali dell’oratorio di corso Repubblica, addetti del comune distribuivano gli aiuti arrivati anche a Montescaglioso:parmigiano, olio, pasta, burro, latte, coperte, ecc.
Centinaia di persone accalcate ad aspettare il proprio pacco, e li persone di tutte le estrazioni, persone povere, ma anche benestanti che di sicuro non avevano bisogno di quel pacco.
Non nascondo che mi sono vergognato per loro.
Mi vergognavo di quei comportamenti della mia gente, ma non sapevo ancora quello che avrei vissuto negli anni successivi.
La ricostruzione parti con una prima legge straordinaria per la messa in sicurezza degli edifici pericolanti, e successivamente con la 219, per la ristrutturazione vera e propria.
Quello che successe credo sia sotto agli occhi di tutti.
Per anni la 219 continuò ad elargire fondi, e quei fondi spesso trovarono strade diverse, quelli che dovevano servire per la ricostruzione e per ridare un alloggio e dignità a coloro che avevano perduto tutto, tutt’altro fecero che lo scopo per i quali erano destinati.
In Irpinia e in Basilicata vi sono ancora oggi dopo trenta anni persone che vivono nelle baracche, persone che quel 23 novembre non hanno perso soltanto i loro cari e i loro beni, ma anche il diritto a sognare in un futuro diverso, e vi sono anche gli sciacalli, quelli che si sonno arricchiti, che si son fatti le ville, che han fatto speculazioni. La camorra ha gestito buona parte di quei fondi, progetti mastodontici di strade mai realizzate, ma regolarmente pagate, milioni di metri cubi di cemento, fatturati e mai utilizzati, e politici conniventi che han fatto le loro fortune.
Ho ancora negli occhi quei corpi e l’angoscia della gente, ma anche la rabbia per lo sciacallaggio successivo, e oggi che un altro terremoto ha sconvolto un’altra parte di questa nostra Italia, L’Aquila, e le risate irrispettose di altri sciacalli si sono fatte nuovamente sentire, mi chiedo se quel minuto della sera del 23 novembre dell’80 avrà mai fine.
Ripenso sempre a quei giorni, li sogno e li rivedo nei miei pensieri, e custodisco ancora quel sacco a pelo che per trenta notti ha raccolto il pianto di un ventenne che non aveva tempo per piangere di giorno.
tonino
venerdì 19 novembre 2010
LEZIONI DI STILE, VITA E SOLIDARIETA'
lunedì 15 novembre 2010
LAVORI IN CORSO
sabato 13 novembre 2010
COMMERCIO LOCALE (comunicato di SEL)
venerdì 5 novembre 2010
AL DI LA' DEI COMMENTI
venerdì 29 ottobre 2010
martedì 31 agosto 2010
lunedì 23 agosto 2010
venerdì 20 agosto 2010
martedì 17 agosto 2010
martedì 10 agosto 2010
Egregio Sig. Presidente
Lettera della scrittrice Elvira Dones al Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.
"Egregio Signor
Presidente del Consiglio,
le scrivo su un giornale che lei non legge, eppure qualche parola
gliela devo, perché venerdì il suo disinvolto senso dello humor ha
toccato persone a me molto care: "le belle ragazze albanesi". Mentre il premier del mio paese d'origine, Sali Berisha, confermava
l'impegno del suo esecutivo nella lotta agli scafisti, lei ha
puntualizzato che "per chi porta belle ragazze possiamo fare un'eccezione."
Io quelle "belle ragazze" le ho incontrate, ne ho incontrate a decine, di notte e di giorno, di nascosto dai loro magnaccia, le ho seguite da Garbagnate Milanese
domenica 8 agosto 2010
il sapore del pianto
Ecco, è andato
e lento, il cammino tuo
già volge al desio.
Mille volte, ti chiedesti,
se alla fine della strada,
la luce avrebbe avvolto,
sia pure per un istante,
il buio e tortuoso viaggiare.
Mille volte, ti girasti
dietro a guardare,
i templi e gli idoli
di quel tuo inseguire un'idea,
e mille volte ti dovesti ricredere,
e ripartire,e rinascere,
dalle ceneri come un'araba fenice.
Vennero in dieci a cercarti,
e donasti loro un sorriso.
poi vennero in cento,
e altri cento sorrisi.
Aumentavano i sorrisi,
e le lacrime scendevano,
a bagnare il tuo volto
e con il loro sapore di sale
ingoiare i rimpianti.
Sia pure per un istante,
allora capisti,
che per la gioia degli altri,
val davvero la pena
assaggiare quel pianto
sabato 7 agosto 2010
IDEALI, una fantastica utopia!!
A chi di noi, non è capitato di giocare al superenalotto, e intanto che si aspetta il momento delle estrazioni, fantasticare sull'utilizzo dell'eventuale vincita, fino al punto di autoconvincersi che questa sia la volta buona?
Si sogna macchinoni, vacanze da favola, voli intorno alla terra, ma anche amici e parenti da aiutare, ospedali da costruire, scuole da realizzare, e poi la gratitudine, e il sentirsi realizzati, l'affetto degli altri, e anche la loro ammirazione.
mercoledì 4 agosto 2010
riceviamo e pubblichiamo
PRESIDIO IN OCCASIONE DELL'88° ANNIVERSARIO DELLE BARRICATE DI PARMA
GIOVEDì 5 AGOSTO ORE 18,30
lunedì 2 agosto 2010
domenica 1 agosto 2010
Finalmente Fidenza è di tutti, anche dei ratti!
Che dire? scopo raggiunto, finalmente Fidenza è di tutti, persino dei ratti, (ponghe per i fidentini, zoccole per i terronacci come me).
Ormai è sempre più facile incontrarli di sera mentre indisturbati fanno le loro scorrerie tra i sacchetti dell'umido depositati nelle centralissime vie Berenini e via Cavour.
Non più di qualche giorno fa un grosso topone ucciso, è rimasto in bella vista, per diverse ore, in via Berenini, all'incirca all'altezza del bingo, mentre stasera una ponga di dimensioni esagerate, scorazzava in lungo e in largo su via Cavour, incurante dei passanti, e trà le imprecazioni di una anziana signora che da un balcone, lamentava il fatto che nonostante le decine di segnalazioni agli uffici comunali, anche da parte dei commercianti della zona, nessun provvedimento al momento sia stato preso.
Non voglio ricordare la pericolosità di questi toponi di fogna e il rischio di malattie infettive di cui sono portatori, ma mi limito a segnalare, questa volta attraverso il blog, la loro presenza, sperando che qualcuno apprezzi la segnalazione e dia disposizioni affinchè si prendano provvedimenti.
una buona serata a tutti
tonino ditaranto
mercoledì 28 luglio 2010
caduta di stile
Si discuteva delle interpellanze, come di consueto prima di entrare nel merito dell'ordine del giorno, ma la tensione si avvertiva fin dalle prime battute, una serie infinita di piccole allusioni e battutine da entrambe le parti, a testimoniare una sorta di nervosismo che aleggiava tra i consiglieri, complice forse anche la distribuzione del volantino di SEL sulla nomina del Sig. Capece a presidente di Forma Futuro, o anche dalle notizie che fin dalle prime ore del pomeriggio giravano sulla presunta richiesta di alcuni consiglieri di maggioranza, di ritirare alcuni punti all'odg pena voto contrario.
Una serie di circostanze negative, che aggiunte al caldo estivo, con molta probabilità non hanno favorito il normale e civile rapporto che deve sempre intercorrere tra persone sia pure di fazioni opposte.
L'apice si è raggiunto quando il Sindaco Cantini, nel rispondere ad una interpellanza del capogruppo del PD Montanari, si è lasciato andare ad esternazioni inopportune, che per quanto gravi possano essere le motivazioni che possano averlo spinto, un Sindaco non dovrebbe mai lasciarsi andare ad una tale caduta di stile.
Non me ne voglia Cantini, nulla di personale, e per quanto io non possa essere d'accordo, ciò non cambia di una virgola l'opinione personale che di lui mi sono fatto, e cioè di persona di massima correttezza e piena di rispetto.
Purtroppo, come spesso accade, anche le persone più squisite, qualche volta si possono trovare in situazioni del tutto estranee alla loro natura, ma in quel caso occorre sempre avere la capacità di gestire tali situazioni.
Francamente non ho capito l'attacco personale rivolto a Montanari, ne il richiamo al fatto che lui un anno fa abbia chiesto "gentilmente" ai consiglieri di minoranza, di accomodarsi nei banchi dell'opposizione, e tantomeno capisco il riferimento a determinati blog locali, che usano nei confronti dell'amministrazione linguaggi poco ortodossi, nel rispondere a Montanari, dimenticando che più volte è stato lo stesso Montanari a condannare gli interventi inopportuni di quegli stessi blog.
Sinceramente mi dispiace tanto per ciò che è accaduto, mi dispiace per Montanari, che ha subito un attacco inopportuno, e visibilmente provato, dopo aver chiesto una momentanea sospensione della seduta ha abbandonato l'aula in segno di protesta, in compagnia del gruppo del PD, ma mi dispiace anche per Cantini, il quale credo, e ciò è un parere mio del tutto personale, stia attraversando un periodo amministrativo che lo vede quotidianamente impegnato nel dover gestire le pressanti richieste, non sempre di natura politica, ma spesso di carattere personale, come il caso di Forma Futuro, che lo porta a fare a pugni con un modo di pensare che forse non avrebbe mai immaginato di dover mettere in discussione prima di divenire Sindaco.
Diceva Manzoni riferendosi a Don Abbondio, il classico vaso di terracotta costretto a viaggiare tra cento vasi di ferro. Certo, Cantini non è paragonabile a Don Abbondio, ma certe situazioni sono identiche, e non deve essere certamente bello trovarsi a mediare certe richieste o a subire ingerenze esterne di cui si farebbe volentieri a meno.
Daltronde, questa è una caratteristica che questa giunta si porta dietro fin dal suo insediamento, non è una novità che Villani entra in tutte le scelte amministrative, come non è una novità che dal primo giorno il Sig. Capece, occupa tutte le istanze comunali senza averne titolo, come nessun titolo aveva questa sera il Sig. Marocchi di sedere al tavolo della presidenza del consiglio sin dalle prime battute anche quando si discuteva di argomenti che non riguardavano la sua pseudo agenzia, ma cosa ancora più grave, e senza alcun titolo, la mancanza di rispetto dimostrata da un signore del pubblico, che durante l'intervento di Montanari si rivolgeva ripetutamente e con molta insistenza alla Presidente Francesca Gambarini indicando l'orologio per invitarla a togliere la parola a Montanari.
Se anche il tempo fosse trascorso, non spettava certamente ne a lui ne ad altri richiamare la Gambarini, che ritengo persona perfettamente all'altezza di gestire la discussione nei tempi e modi più consoni al buon andamento dei lavori.
Il Consiglio Comunale è la massima espressione della Democrazia dei nostri comuni, entrando tra quei banchi, ognuno di noi lascia a casa le proprie abitudini, aspirazioni e comportamenti, e si cala in un ruolo istituzionale che merita il massimo rispetto, perchè è il rispetto che ognuno deve ai tanti cittadini che lo hanno indicato e scelto per rappresentarlo, ogni forzatura, ogni ingerenza, ogni tentativo esterno di determinarne i lavori sono e restano una offesa per la democrazia e l'intera collettività.
Tonino Ditaranto
giovedì 15 luglio 2010
ghe pensi mi- di Franco Bifani
LUI, L'UNO E TRINO.
Tento di delineare, con sommo rispetto e con la massima deferenza, l'icona inconfondibile di LUI, del Megalomane, costantemente teso a sopravvalutare se stesso e le proprie capacità, in assenza di un opportuno vaglio critico e, soprattutto, di gente, attorno a LUI, in grado di fungere da moderatori, anche solo discreti, per ridimensionarlo e ricondurlo all'ovile della ragione umana. EGLI investe la sua personalità di grandezze spovrumane e vive, perennemente desto anche nel sonno apparente, sensazioni di strapotere sulle proprie risorse e capacità. E come aveva diagnosticato il grande Freud, sposta la sua libido da ogni oggetto esterno, la sottrae al mondo oggettivo ed investe la sua persona di una forma esasperata di narcisismo, fattore, quest'ultimo, che l'accomuna ai sofferenti di demenza precoce. Come nel maniaco classico, EGLI esterna scoppiettante euforìa, disinibizione assoluta, illimitata fiducia in se stesso, intraprende fughe dispersive di iniziative e idee che prorompono da ogni contesto autobiografico, cui il soggetto si rapporta in modo assolutamente acritico. Un'immotivata e traboccante esuberanza ed una gioia di vivere sciocca e puerile stimolano tutte le sue pulsioni istintive, come, ad es., un'ipersessualità dilagante, un'iperattività irrefrenabile; una logorrea straripante da eccitamento lo illude di apparire arguto e spiritoso, anche se è solo becero e volgare. Non perde occasioni per apprezzamenti sguaiati e triviali al gentil sesso, si circonda di femmine mercenarie, a LUI prone, come le odalische degli harem delle “Mille e una notte”, anche se, forse, in questo caso specifico, sarebbe più corretto parlare di “Mille ed un Euro” a notte. Nel suo costante ottimismo, tutto e tutti appaiono nella luce più rosea ed inscritti in un alone azzurro -il colore del suo partito-, in quello che gli pare e che ci viene gabellato, da questo novello Pangloss, come il migliore dei mondi possibili. Egli vive in un assoluto presente, senza un passato né un futuro, come pare che viva, ab aeterno, Iddio Onnipotente, secondo la teologìa corrente; da qui la facilità con cui EGLI intraprende iniziative e produce idee che non porterà mai a termine. Da qui la libertà di una spensieratezza sfrenata, di un'assoluta mancanza di riguardi per gli altri; LUI percepisce il tempo più corto e lo spazio più piccolo. Di qui il suo incedere con passo franco e sicuro ed il sorriso a trentadue denti, tipici di chi non ha ritegno, perchè non conosce limiti;ed ecco il suo vociare e gesticolare irrefrenabili, ad occupare lo spazio-tempo attorno a LUI, tra telefonate risolutive di problematiche a livello globale, ritardi ingiustificabili a conferenze internazionali, richiami ai vicini di fila, cucù e bau sèttete. Prevale l'estensione sull'intensità, la dilatazione sulla profondità, non esiste differenziazione tra l'Io e l'Altro, come nei bambini, e le vicende di sé e della propria vita sono considerate le uniche ad avere un significativo valore. Egli è un egoista morale, che restringe tutto e tutti a sé ed al suo utile; logico, dato che non ritiene necessario sottoporre il proprio giudizio a quello altrui; estetico, nell'assoluto valore conferito ai proprii gusti, mai nemmeno confrontati con quelli degli altri. EGLI vive una nevrosi narcisistica cronica, del tipo definito, da J. Lacane, come “stadio dello specchio”. Quale egoista cronico pecca non tanto in azioni quanto d'incomprensione e, comunque, necessita e cagiona l'egoismo dei singoli e questo suo comportamento trasuda e traspare da ogni tessuto con cui lo si voglia coprire e celare e si tradisce ad ogni occasione. Aveva affermato giustamente Churchill che i prepotenti cavalcano tigri dalle quali poi non osano più smontare, e questi felini feroci, prima o poi, iniziano ad avere fame ed a reclamare carne umana. E chi inizia ad abituarsi all'abuso di potere, provoca altresì il pervertimento verso il quale trascina gli animi esacerbati degli offesi; purtroppo non c'è essere umano e sistema politico che non venga demolito, a lungo andare, con il disprezzo di ogni sua componente. E quanto ai cortigiani che circondano perennemente l'UNO,TRINO ed UBIQUO, si consideri che l'adulazione batte ogni tipo di intelligenza; essa appartiene ai pusillanimi, che ancor più infimi sanno diventare, per penetrare meglio nella sfera vitale delle persone alla cui corte si sfamano; e l'adulazione è il cibo preferito degli sciocchi. Il popolo italiano, avvezzo per secoli ad avere sopra di sé padroni arroganti e presuntuosi, non è più in grado di farne a meno. E tutti cercano di arrampicarsi, a quattro zampe, su per i sentieri che portano al Palazzo del Potere, come le scimmie, questi parvenus meschini della politichetta italiota; delle scimmie hanno appunto l'agilità e la destrezza, nel corso della salita. Ma, man mano che s'arrampicano, le uniche parti che si vedono con maggior dettaglio sono i loro deretani pelati. “Mèdiocre et rampant, et l'on arrive à tout”, scriveva Beaumarchais nelle sue “Nozze di Figaro”.
Franco Bifani
P.S. Last, but not least; se vuole proprio sparare battute anche in inglese, eviti perlomeno, per designare un vecchio puttaniere, di dire, al posto di “play-boy”, “play-old”, che non significa nulla; al limite, play-oldman.
mercoledì 14 luglio 2010
NO ALLA LAPIDAZIONE
Sakineh Ashtiani Mohammadi, iraniana, potrebbe essere messa a morte per lapidazione in qualsiasi momento.
lunedì 12 luglio 2010
CHI OSPITA CHI?
Da qualche giorno presso la sede del PDL fidentino, è affissa una targhetta della regione Emilia Romagna con intestazione al consigliere regionale Luigi Giuseppe Villani, alcune domande vengono spontanee, anche alla luce degli ultimi fatti che hanno visto lo stesso Villani negare la tessera del PDL a Carduccio Parizzi.
1) allora è vero che il PDL di Fidenza e il consigliere regionale sono la stessa cosa?
2) chi sarebbe l'ospite in questo caso, il PDL o Luigi Giuseppe Villani?
3) chi paga l'affitto, gli iscritti fidentini, o sono a carico delle pur giuste provvigioni previste dalla regione Emilia Romagna per l'attività dei consiglieri regionali?
4) in quest'ultimo caso, essendo gli iscritti al PDL gli ospitati, quanto possono veramente contare nelle decisioni importanti?
Ancora una volta tutto fa pensare, come già evidenziato in precedenza, che il vero padre padrone del PDL fidentino, e di conseguenza della Giunta comunale, è il sig. Villani.
domenica 11 luglio 2010
TRASPORTO BESTIAME (cronaca di un viaggio di andata e ritorno)
Decido di prendere un intercity, anche se il costo è leggermente superiore, almeno fa meno fermate e arriva prima.
Il mio biglietto recita vagone n. 4, posto 83, entro nel vagone alla ricerca del posto, e già mi sento mancare, c'è un'aria irrespirabile, e comincio a grondare sudore, del mio posto neanche a parlarne, il corridoio strazeppo, eppure per gli intercity c'è la prenotazione obbligatoria, ma non il posto assicurato.
Alcune donne inviperite gridano come delle forsennate, un'altra distesa in uno scompartimento, ha avuto un mancamento, si cerca di rianimarla con dell'acqua, naturalmente calda e con un ventaglio, l'aria condizionata non ha mai funzionato per tutta la durata del viaggio, e il capotreno allertato, pare avrebbe risposto che lui era responsabile fino a due vagoni prima di quello da noi occupato.
Il viaggio prosegue in una calura disumana, in meno di mezz'ora ho esaurito la mia scorta di fazzolettini per asciugarmi, e i minuti che passano sembrano interminabili ore.
Il treno si ferma in una stazione, volo giù dal treno per prendere aria, un omino con un carretto della protezione civile pieno di cassette di acqua minerale, mi offre una bottiglietta, la prendo e ringrazio, poi chiedo se quelle cassette fossero destinate ai passeggeri dentro ai vagoni, e l'omino mi risponde che hanno disposizioni di dare le bottigliette solo a coloro che scendono o che salgono, e non ai passeggeri che già si trovano nel treno.
Esito un attimo, e mi chiedo come mai l'acqua venga distribuita a coloro che scendono, e non a coloro che devono proseguire un viaggio in quelle condizioni disastrose, un attimo dopo sono preso dalla rabbia, penso ai miei compagni di viaggio, e d'istinto comincio ad afferrare cassette d'acqua e a scaraventarle all'interno del vagone, tra le imprecazioni dell'omino, al quale gli grido di prendermi il numero di targa, o di chiamare la polizia ferroviaria.
Il treno riparte, e aiutato da due altri ragazzi cominciamo a distribuire bottigliette a persone che accettano con molta gratitudine.
Finalmente a destinazione, scendo in una stazione arroventata dal sole cocente, ma mi senbra comunque la fine di un incubo.
Viaggio di ritorno, decido di prendere un regionale, meno gente, si prevede un viaggio più comodo e confortevole.
Infatti appena entrato ho la sensazione che l'aria condizionata questa volta funzioni.
Mi addormento, ma mi risveglio subito dopo sorpreso da una forte ventata di calura, e una improvvisa puzza di bruciato.
Il treno si ferma in una stazioncina, e dal pavimento del vagone si sprigiona un nuvolone di fumo acre nero, corriamo tutti fuori, sotto ad un sole che farebbe scappare persino le lucertole, per quaranta minuti, ad attendere che si riesca a far ripartire quel treno che per trenta chilometri ha viaggiato con i freni attaccati.
Finalmente a casa, fine di un confortevolissimo viaggio
giovedì 8 luglio 2010
QUELLE MULTE SONO ILLEGITTIME
Egr. Sig. Sindaco del comune di Fidenza
oggetto: Annullamento sanzioni comminate presso i giardini di S. Michele.
Preso atto della disponibilità annunciata da codesta Spett/le Amministrazione, a discutere a partire dai primi di settembre, nelle opportune sedi istituzionali, della situazione creatasi in seguito alla ordinanza restrittiva emessa sui giardini del quartiere S.Michele, negli altri parchi cittadini, e sulla sicurezza in generale, constatato anche il riconoscimento da parte della stessa Amministrazione, della mancanza dei cartelli informativi, nell'area soggetta a restrizione, che avvisassero i cittadini, sia fidentini, che forestieri delle restrizioni stesse, e delle eventuali sanzioni, considerato che alla data odierna, risultano state emesse 21 sanzioni amministrative, chiaramente illegittime, perchè non supportate da adeguata informazione, come per legge, i partiti della coalizione di centro sinistra, PD, SEL, PRC, IDV, e il movimento di Città Aperta, ritengono doveroso che si proceda da parte dell'Amministrazione Comunale, all'annullamento delle suddette contravvenzioni, e ritengono opportuno che sino al momento della discussione prevista per i primi di settembre, ci si debba astenere dal comminare altre multe, e limitarsi ad azioni informative e di controllo non solo dei giardini S. Michele, ma anche delle altre zone della città.
Distinti saluti
Per
PD - Davide Malvisi
SEL- Tonino Ditaranto
PRC- Adolfo Catelli
IDV- Maurizio Mondelli
Città Aperta- Nicola Perazzo
Fidenza li, 08 luglio 2010
mercoledì 7 luglio 2010
comunicato
Si riporta di seguito la mail di risposta del Vicesindaco Stefano Tanzi alla richiesta di incontro da parte di PD, SEL, PRC, e IDV.
un grazie a tutti Tonino Ditaranto
Egregio Sig. Ditaranto
in risposta alla mail del 07 Luglio 2010 da Lei trasmessa alla mia attenzione in nome e per conto dei partiti di centrosinistra PD, SEL, PRC e IDV, l'Amministrazione comunale preso atto della richiesta in oggetto e dei temi riferiti - che certamente sono di grande importanza e molto sentiti da tutti i cittadini di Fidenza - conferma la propria disponibilità ad avviare nel mese di Settembre p.v., nelle opportune sedi istituzionali, una valutazione dei temi sollevati nonchè una più ampia valutazione generale dei vari temi legati alla sicurezza di tutta la nostra città.
Con l'occasione l' Amministrazione conferma che nei prossimi giorni saranno posizionati nell'area dei giardini di S.Michele i cartelli informativi circa l' ordinanza sindacale attualmente in vigore.
Cordiali saluti
Il vicesindaco
Stefano Tanzi
martedì 6 luglio 2010
COMMENTIAMO I MONDIALI BEVENDO UNA BIRRA IN COMPAGNIA
domenica 4 luglio 2010
L' arroganza di una Amministrazione
Sulla gazzetta di ieri, era riportata la notizia, che altri tre cittadini, sono incappati nella tagliola dell'ordinanza sindacale che vieta il consumo di bevande nei giardini S. Michele, facendo salire a 21 il numero di coloro che da novembre scorso si sono visti contestare una contravvenzione da 400 euro.
Ora visto che da quei giardini ci passo tutti i giorni, e non avendo notato cartelli che richiamassero la suddetta ordinanza, ieri, volendomi togliere un dubbio, ho girato intorno e all'interno dei giardini, alla ricerca di una pur minima indicazione che richiamasse i divieti per i quali i nostri solerti vigili continuano ad elevare multe, cosi che, alla fine non avendo trovato nessun cartello di divieto, riferito a quelle contravvenzioni, mi sono chiesto, come mai sia possibile che in una zona sottoposta a restrizioni, di tali restrizioni non vi sia nessun richiamo?
Senza entrare nel merito della regolarità dell'ordinanza sindacale, sulla cui legittimità nutro non pochi dubbi, non crede il Sig. Cantini, che sia un diritto di eventuali avventori, magari anche gente non fidentina che si ferma per un necessario ristoro, essere informati sul fatto che consumare un panino in quella zona può comportare onerose conseguenze?
Se una amministrazione si giudica dalla sua vicinanza alla gente, e dal rispetto di esse, allora si può affermare in tutta onestà, che questa Amministrazione dei problemi della gente se ne infischia altamente.
tonino ditaranto
mercoledì 30 giugno 2010
periferie da godere
Io amo poco camminare, sarà perchè rientro stanco da lavoro, stasera invece mi è venuta voglia di fare una passeggiata, fuori porta, per cosi dire, e cosi ho deciso di andare al conad di coduro, facendo il percorso alle spalle del Bolive, fino alla FAE, cosi che passeggiando, passeggiando, avevo l'impressione, di lasciare Fidenza, e di entrare in una zona completamente sconosciuta.
Sacchi di immondizia, rovesciati per terra, copertoni di auto, presrvativi in quantita notevole, di tutto di più.
Ho chiesto ad alcune persone, frequentatrici della zona, le quali mi hanno dipinto uno scenario davvero impressionante.
Pare che spente le luci della ribalta, dei supermercati e negozi della zona, se ne accendono tantissime altre, quelle delle lucciole, e non parlo di quegli innoqui insetti che in queste serate d'estate ci allietano con il loro luccichio notturno, ma di un altro tipo di lucciole, quelle che schiavizzate da balordi senza scrupoli, vendono il loro corpo, a clienti altrettanto balordi disposti a comprare quel sesso che non sanno procurarsi nella vita.
Tutti sanno, tutti vedono, ma tutti ignorano, e il loro ignorare, li fa stare in pace con la coscenza, salvo poi ridiventare puritani quando si tratta di cacciare qualche bevitore di birra dai giardini S.Michele.
Già proprio cosi, i terroni sarebbero quelli che non parlano, non sentono, non vedono, però qui a Fidenza, si parla, si ascolta, si vede, solo se interessa il portone di casa nostra, mentre si diventa tutti omertosi se ci si allontana di poche decine di metri.
Ma ci pensate, sul davanti di quei capannoni, il lucido, alle spalle il degrado e l'immondizia da far accapponare la pelle, oltre a far rischiare a qualcuno di prendersi delle infezioni.
Ai nostri amministratori, leghisti in testa, che tanto si sono spesi per S.Michele, e che tanto amano le ronde, mi viene spontanea una domanda: ma le periferie le guardate, o siete diventati ciechi?
Invece di mandare i vigili a fare multe a chi fuma in S. Michele, perchè non li mandate a contrastare il vergognoso traffico di prostituzione delle nostre periferie?