domenica 18 marzo 2012
Riflessioni a voce alta: e se dietro la nomina di Pantano ci fosse qualcos’altro?
Durante un mandato amministrativo, è normale che vi siano degli aggiustamenti in corso d’opera, si cambiano assessori, deleghe, una volta si cambiavano anche i sindaci quando ciò era consentito per legge, durante il mio mandato amministrativo in qualità di consigliere comunale e di assessore, ricordo che a metà circa del quinquennio, cambiammo sindaco e diversi assessori. Tutto normale, nessun partito o amministrazione è immune da questa pratica, e guai se di fronte a problematiche interne alle amministrazioni non si provvedesse alle necessarie risistemazioni.
Quello che invece mi lascia qualche perplessità non è tanto il fatto che l’amministrazione Cantini abbia provveduto alla sostituzione di diversi assessori, quanto invece il modo e alcuni uomini subentrati e la relativa ridistribuzione delle deleghe.
Ora se nel caso della sostituzione di Parizzi prima e della Callegari poi non trovo nulla di strano in quanto i sostituti hanno preso esattamente le deleghe di chi li ha preceduti, la sostituzione di Comerci con Pantano qualche motivo di riflessione in più me l’ha dato, proprio in virtù del fatto che oltre alle deleghe di Comerci all’assessore Pantano vengono date le deleghe delle partecipate che prima erano nelle mani del Vice sindaco Tanzi.
Lo stesso Tanzi ha dichiarato pubblicamente di essere stato lui stesso a chiedere di essere alleggerito del carico di lavoro e questo ci può stare, personalmente però ci credo poco conoscendo Tanzi, quello che però non riesco a spiegarmi è perché giusto la delega alle partecipate e non quella al bilancio?
A voler essere sospettoso si dice che è male ma a non farlo si rischia di perdere capra e cavoli.
Chi di noi in tutta onestà può dire di non aver fatto le stesse considerazioni che sto facendo io in questo momento? Credo nessuno.
Da più parti si vocifera che la scelta di Pantano sia stata suggerita dal Capogruppo del PDL in regione nonché vicepresidente di IREN Villani, lo stesso che determinò la cacciata di Parizzi e la sostituzione con un assessore vicino a Comunione e Liberazione, ora se in matematica due più due fa quattro, in politica è altrettanto realistica la regola della lungimiranza nell’ipotizzare sviluppi o progetti che vadano in una certa direzione.
Naturalmente noi possiamo solo fare delle congetture, delle ipotesi che potrebbero rivelarsi infondate, ma non credo sia da stupidi ipotizzare la possibilità che un domani i cittadini di Fidenza si possano ritrovare con delle bollette di immondizia, gas o acqua che portino l’intestazione di IREN o della futura società che nascerebbe da un eventuale accordo tra IREN e ERA, cosi come da più parti vociferato, che la porterebbe a diventare la numero uno di tutto il nord Italia.
Cantini ha vinto le elezioni del 2009 in particolare su due slogan: l’auspicio di un cambiamento nel modo di gestire la cosa pubblica con riferimento particolare alla gestione dell’Ufficio tecnico e sulla necessità che Fidenza fosse nelle mani dei fidentini.
Senza entrare nel merito dell’ufficio tecnico sul quale non mi permetto di dare alcun giudizio almeno in questa sede, va riconosciuto che nessun cambiamento è avvenuto, sia negli uomini che nella direzione politica e strutturale cosa che mi fa pensare allora che la campagna elettorale di Cantini contro l’ufficio tecnico fosse solo una bufala dal momento che lui stesso ha riconfermato la fiducia allo stesso ufficio in egual misura rispetto alle amministrazioni precedenti, per quanto riguarda invece Fidenza ai Fidentini credo che tale slogan si commenti da solo visto le continue e fastidiose ingerenze del PDL parmigiano sulle questioni del comune di Fidenza.
Non ci resta ora di aspettare che ci si confronti sul PSC e se dovessimo scoprire come avviene con gli appalti pubblici che nonostante il cambio di Amministrazione le imprese aggiudicatarie sono sempre le stesse, il PSC dovesse ridisegnare i confini della città con nuovi ampliamenti magari in zone dove qualcuno ha opzionato terreni agricoli in attesa che diventino edificabili, allora potremo dire con certezza che vale sempre la regola che si cambia tutto per non cambiare nulla.
Tonino Ditaranto
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