Consiglio comunale: la casa di tutti non un teatrino per
pupi siciliani
'Nu rre, 'nu maggistrato, 'nu
grand'ommo,
trasenno stu canciello ha fatt' 'o punto
c'ha perzo tutto, 'a vita e pure 'o nomme
tu nun t'he fatto ancora chistu cunto?
trasenno stu canciello ha fatt' 'o punto
c'ha perzo tutto, 'a vita e pure 'o nomme
tu nun t'he fatto ancora chistu cunto?
Il grande Toto recitava cosi nella sua più celebre
composizione poetica “ A Livella”, le stesse parole della prima parte della
frase potrebbero essere perfettamente usate per ricordare ai consiglieri
comunali che varcando l’uscio della sala consiliare si cessa di essere ciò che
ognuno è e rappresenta nella propria vita privata e si assume un ruolo di
responsabilità collettiva dovuto ai voti dei cittadini che li hanno scelti per
rappresentarli nella massima istituzione della vita cittadina.
Venire meno a quel ruolo e continuare a vestire i panni del
proprio ego portando all’interno del consiglio rancori e diatribe che nulla
hanno a che vedere con la vita cittadina ma solo uno stupido ed inutile
inseguire delle vendette personali, non solo offende la dignità del Consiglio
Comunale, ma anche l’intelligenza di tutte le persone che dai consiglieri
comunali nell’esercizio delle proprie funzioni si aspettano comportamenti tali
da poter divenire esempi da seguire e che ispirino fiducia nelle Istituzioni da
parte delle nuove generazioni.
Quello che è successo negli ultimi mesi durante diverse
sedute del Consiglio Comunale di Fidenza non merita alcun commento da parte
mia, le immagini su You tube e le ricostruzioni giornalistiche parlano da sole,
io a mia volta, da libero cittadino che ha contribuito con il proprio voto alla
formazione di questo Consiglio Comunale, avverto il grande desiderio di
rivolgere a tutti i consiglieri comunali un appello affinchè cessino le disgustose
manifestazioni di intolleranza reciproca e mancanza di rispetto e si torni ad
un civile confronto politico, sia pure aspro nell’espressione del proprio
pensiero ma che mai deve sconfinare nell’ingiuria e nella diffamazione del
proprio avversario politico che rimane pur sempre un uomo o una donna che fuori
dal Consiglio Comunale ha una propria famiglia, un proprio lavoro, una propria
rispettabilità.
Tonino Ditaranto
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