Mentre la gente comune continua a soffrire la fame,
imprenditori stritolati dalla crisi si suicidano, operai perdono il posto di
lavoro e coloro che non possono più far fronte ai mutui da pagare perdono la
casa, assistiamo al vergognoso teatrino di parlamentari eletti che giocano a
fare i guerriglieri nelle trincee di partito o di movimento come se quello che
sta vivendo il Paese fosse una commedia all’italiana.
Nessuna commedia signori, qui o si ricostruisce o va tutto
in malora.
Qualcuno ancora forse non si è reso conto che l’Italia non
solo vuole cambiare, ma deve cambiare se non vuole rimanere travolta dalle sue
stesse macerie, lo deve fare al più presto e senza ulteriore perdita di tempo.
Non se ne sono resi conto i vecchi partiti che ancora sperano di poter
mantenere uno status quò fatto di privilegi e mangerie generali, ma non se ne
sono accorti neanche coloro che risultano essere stati eletti proprio per
contrastare la vecchia partitocrazia.
I giochi gli slogan e i proclami andavano bene prima delle
elezioni, ora è il momento di dimostrare quanto realmente si tiene a questo
nostro Paese.
Esiste per la prima volta in Parlamento il numero reale per
sperare in quel cambiamento auspicato da tutti gli italiani, che spazzi via una
volta per tutte vent’anni di gozzoviglie alle spalle dei lavoratori; che ridia
speranza ad un popolo di giovani precari mortificati da contratti di lavoro
capestro; che dia alle imprese e ai fornitori dello stato e della pubblica
amministrazione la certezza di essere pagati in tempi molto brevi; che ponga le
basi per una economia più giusta e riequilibri il potere d’acquisto delle
famiglie e la loro capacità di progettare il proprio futuro.
Non ci sono scusanti per nessuno, ne per il PD che fin’ora
ha ventilato la scusa di non aver avuto mai i numeri per poterlo fare, ne per i
neo eletti del Movimento 5 stelle che devono dimostrare ora nei fatti che il
cambiamento tanto proclamato non era soltanto uno slogan per incantare gli
allocchi ma una reale intenzione cosi come a gran voce richiesto dagli elettori
alle elezioni del 24 e 25 febbraio scorso.
Coloro che aspettano di essere pagati da anni non sono più
in condizione di aspettare ancora lunghissimi mesi, cosi come non sono più in
condizione di aspettare oltre coloro che hanno perso il lavoro e hanno una
famiglia da mantenere.
Due suicidi al giorno per gli effetti della crisi credo
siano un motivo più che sufficiente per dire in modo categorico oggi, a voi che ancora state giocando, finitela e
fate le persone serie; le beghe di partito non ci interessano; non ci
interessano i vostri supponenti comportamenti arroganti di chi deve dimostrare
di averlo più duro, cosi come non ci interessano le regole scritte o non
scritte di statuti e non-statuti; non ci interessa se durante la campagna
elettorale avete o meno fatto promesse che ora non potete mantenere; l’unica
cosa di cui però possiamo essere certi e che vi riterremo tutti colpevoli, di
quello che ancora dovranno patire i cittadini italiani.
Tonino Ditaranto
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