mercoledì 7 dicembre 2011

Professore mi faccia capire


Professore mi faccia capire
Egregio Professor Monti, Lei ieri sera durante la puntata di porta a porta ha detto che gli italiani capiranno, ora quindi da buon o pessimo italiano quale credo di essere io Le vorrei chiedere di farmi capire.
Vorrei capire perché questa mattina ho pagato la benzina dodici centesimi più di ieri, per quale motivo mia madre, pensionata con 500 euro mensile di pensione, il primo gennaio non troverà nella sua rata il dovuto adeguamento all’inflazione, e mi faccia capire soprattutto perché l’Italia cosi disastrata e sull’orlo del fallimento come da Lei e da altri politici italiani annunciato, si permette il lusso di comprare macchine da guerra per oltre venti miliardi di euro, giusto l’importo della sua manovra finanziaria.
Mi permetta Professore, sarà perché non sono un laureato come Lei, ne un politico di professione, ma un semplice muratore di oltre cinquant’anni, disoccupato ormai da oltre tre anni, uno che il Suo livello culturale se lo sogna per intenderci, un pò duro di comprendonio, allora non si meravigli se oggi non riesco a capire.

Professore, Lei mi chiede, ci chiede, chiede alle famiglie italiane di fare ulteriori sacrifici, necessari secondo Lei,  però prima deve spiegarmi cosa vuol dire per Lei sacrifici.
Ha mai provato Lei la brutta sensazione di ritrovarsi a cinquant’anni senza lavoro e tornare a casa e trovare la luce che non funziona perché non hai pagato la bolletta dell’ENEL? Cosa ne sa Lei di una appartamento in una pianura padana sotto zero al freddo perché ti hanno tagliato il gas?
Ha mai mangiato gli scarti di cicorie raccattati nel rudo nei mercatini rionali di frutta e verdura.
Professore mi consenta ma credo che Lei non sappia minimamente cosa voglia dire tutto questo abituato alla sua vita nella bambagia.
Ho visto in televisione le lacrime di commozione della Sua Ministro, commossa dal fatto di essere costretta a chiedere sacrifici agli italiani; Poverina mi ha davvero colpito tanta sensibilità al punto che quasi quasi Le mando un pensierino per Natale. Le lacrime hanno davvero un potere molto convincente.
A me Professore è capitato spesso di piangere e capita ancora. Capita tutte le volte che vedo mio figlio vent’ottenne, disoccupato anche lui, seduto per ore davanti al compiuter  perché non può uscire con gli
amici perché senza soldi in tasca, mi capita il sabato sera quando sempre mio figlio mi chiede cinque euro e io devo raccattare i centesimi in tutte le tasche per poterlo accontentare.
Lei ci parla di sacrifici, Lei che neanche conosce il significato della parola sacrifici.
Mi faccia il piacere professore, Lei che rinuncia agli emolumenti da Primo Ministro ma che si incassa Venticinque mila euro al mese in qualità di Senatore a vita, carica che Le ricordo non si è guadagnato ma che Le è stata regalata, cominci con lo stringere la Sua di cinghia e poi ne possiamo parlare .
Professore, vivo a mille chilometri dalla mia terra, emigrato al Nord quando i miei figli non andavano ancora scuola, Vedo mia madre ormai quasi novantenne, quando va bene, una volta all’anno, porto gli stessi pantaloni per anni fino a quando non si siano completamente logorati e compro ogni due anni un paio di scarpette da ginnastica da dieci euro che indosso sia nei giorni feriali che in quelli festivi e la stessa cosa fanno i componenti della mia famiglia, e Lei mi parla di sacrifici.
Mi scusi l’ignoranza Professore ma io non riesco a capire, mi aiuti Lei che è tanto colto a spiegare ai miei figli il motivo per il quale ora devono comprare le scarpe ogni tre anni invece di due.
La verità Professore la sa quale è?  Dalle mie parti c’è un vecchio detto che dice “ IL SAZIO NON CREDE IL DIGIUNO” tradotto vuole significare che chi  ha la pancia piena non saprà mai cosa voglia dire saltare i pasti,
come un altro detto dice che “IL SONNO E’ MEZZO PANE” Per dire che quando sulla tavola non c’è di che mangiare i figli bisogna metterli a letto presto.
Bene Professore, con la sua manovra Lei sta condannando a questo tante famiglie italiane per buona pace di quelle banche e di quei politici che hanno voluto Lei come Primo Ministro.
Professore, mi dispiace ma non riesco a capire.

Tonino Ditaranto

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