martedì 30 aprile 2013

Primo Maggio: DI LAVORO SI MUORE!!!!!




1° Maggio: “ di lavoro si muore”
Festa del lavoro? Possiamo più parlare del Primo Maggio e parlare di festa quando intorno a noi il lavoro assume connotati sempre più inquietanti? La legge Fornero ha abolito anche le ultime rimasuglie in materia di diritto al lavoro; 5 milioni di persone si sono ritrovati disoccupati e tanti di essi senza neanche percepire alcun contributo dai cosiddetti ammortizzatori sociali.
Tre milioni di giovani in Italia sono schiavizzati in posti di lavoro con contratti capestro senza alcuna prospettiva di vedere un domani regolarizzata la propria posizione, mentre dall’inizio dell’anno si contano ormai quasi un morto al giorno di persone che non ce la fanno e decidono di mettere fine alla loro vita.
DI LAVORO SI MUORE!!!!
Sei giorni fa a Dacca in Bangladesh 400 operai e operaie tessili sono morte e migliaia sono rimaste ferite sotto il crollo del palazzo fabbrica dove lavoravano e producevano indumenti e vestiti per le grandi marche internazionali ed europee tra le quali anche prestigiose firme italiane.
Essi percepivano uno stipendio mensile di appena 30 euro mentre le loro produzioni vengono regolarmente venduti nelle nostre catene di distribuzione per centinaia di euro al capo.
Le condizioni di lavoro della fabbrica erano tra le più disumane per non parlare del livello di insicurezza dello stesso stabile sotto il cui crollo hanno trovato la morte.
I media non ne parlano, nessuno fa i nomi degli assassini e dei loro complici.
Una prestigiosa firma italiana ha ammesso di aver commissionato la produzione dei propri capi di abbigliamento alle ditte presenti in quello stabile ma di aver interrotto i rapporti, guarda caso da marzo scorso. Sarà vero, ma a me sembra tanto una presa per i fondelli.
Nessuna festa questo Primo Maggio ma una giornata di lutto per ricordare a tutti che c’è gente al mondo che costruisce le sue fortune sullo sfruttamento, sul sangue e sulla morte di persone che muoiono di fame.
Se a questo ci ha portato la globalizzazione allora non ci resta che rispondere con le parole di Marx:
“PROLETARI DI TUTTO IL MONDO UNIAMOCI, NON ABBIAMO CHE DA PERDERE LE NOSTRE CATENE MA TUTTO UN MONDO DA GUADAGNARE”.
Tonino Ditaranto

1 commento:

Franco Bifani ha detto...

Tonino, sono d'accordo con te, ma oggi nessuno si vuole riconoscere come proletario, sono tutti borghesucci anzichenò. In piazza, comunque, troveremo i soliti noti, come per il 25 aprile, a recitare, dai soliti palchi, le loro miserande orazioni in politichese, soprattutto i sindacalisti che non hanno mai saputo e voluto proteggere i lavoratori, oggi quanto mai sparpagliati e non vincoli, come diceva Pappagone.