sabato 20 aprile 2013

Una pagina buia e una bianca da cui ripartire


Una pagina buia e una bianca da cui ripartire

Quando alcuni mesi fa, alla vigilia di una competizione elettorale che si preannunciava vuota di contenuti reali mi dichiarai per il non voto forse neanche io immaginavo lo psicodramma verso il quale ci stavamo avviando; il centro sinistra non mi convinceva, non mi convinceva il PD che non riusciva a dire chiaramente quali fossero le proprie intenzioni, non mi convinceva SEL che era approdata ad un accordo col PD solo per calcoli elettoralistici e per non rischiare di rimanere fuori dalle stanze dei bottoni, non mi convinceva Rivoluzione civile di Ingroia che appariva più come un cartello di vecchie glorie in cerca di posizioni che una vera e propria proposta di cambiamento e non mi convinceva soprattutto il Movimento Cinque stelle con le sue ambiguità e i suoi proclami privi di alcuna proposta politica reale. Ripercorrere le tappe degli ultimi due mesi dal giorno delle elezioni forse non serve a nulla anche perché basta avere la visione degli ultimi due giorni per ridarmi la convinzione ancora maggiore di aver visto bene e il non aver votato è stata la scelta più sensata almeno nel non rendermi complice delle pagliacciate cui abbiamo assistito. Oggi forse a ragione possiamo definire la giornata più buia di questa seconda Repubblica, il giorno in cui la farsa ha raggiunto limiti impensabili fino a qualche giorno addietro con la rielezione di Giorgio Napolitano a Capo dello Stato in una situazione paradossale in cui, mentre da una parte la partitocrazia non riusciva a trovare una via d’uscita, dall’altra si è palesato in tutta la sua interezza il progetto dei manovratori che da decenni tirano le fila e tramano alle spalle del popolo italiano. Si è capito finalmente come lo stesso Berlusconi, unico vincitore insieme a Grillo di questa partita, ha potuto fare e disfare in Italia grazie alla complicità occulta ma efficace di buona parte del Partito Democratico. Tutto è stato studiato a tavolino, fin’anche le bocciature di Marini e Prodi, senza le quali non vi sarebbero stati i giusti motivi per giustificare un Governo di larghe intese al popolo di centro sinistra che altrimenti non avrebbe capito. L’unica cosa non programmata forse la rielezione di Napolitano; doveva essere D’Alema il salvatore della Patria, ma come si sa il Massimo nazionale riesce sempre a cadere sulle trappole tese da lui stesso. Vendola a questo punto è costretto a fare un clamoroso marcia indietro rispetto alla coalizione di centro sinistra e puntare su Rodotà per limitare i danni di un accordo scellerato fatto col PD a scatola chiusa e per non essere travolto insieme ad esso dal furore popolare del popolo di sinistra a gran voce grida vendetta. Grillo invece dimostra di essere un abile tessitore di tela e sotto la regia di Casaleggio riempie il panorama politico di slogans (solo quelli) carichi di insulti e di una sfilza di no a qualunque possibilità di avviare un cambiamento reale che pure era possibile visto i numeri all’indomani delle elezioni. Come se non bastasse riesce a dare scacco matto al PD candidando a Presidente della Repubblica Stefano Rodotà che guarda caso viene proprio dall’area ex PDS e sul quale sapeva benissimo il PD non avrebbe mai fatto confluire i suoi consensi. Come calcolatore Grillo si è rivelato certamente più astuto di D’Alema e il PD con il suo ingenuo e a tratti presuntuoso Bersani è caduto nella trappola del Movimento Cinque Stelle come una pera matura. I grillini sia ben chiaro hanno sempre saputo e anche sperato che Rodotà non sarebbe mai diventato Presidente.
Mentre tutto questo avveniva nelle stanze dei palazzi fuori invece è accaduto qualcosa che forse neanche i grillini si sarebbero aspettati: la ribellione del popolo di sinistra. Una ribellione non strumentale, non quella degli insulti e del tutti a casa, ma quella delle sedi occupate del PD, quella dei militanti che hanno subissato di messaggi i telefoni e le pagine face book dei parlamentari per esprimere  tutto il loro disappunto per un comportamento inqualificabile e incomprensibile. Questa ribellione è la vera novità di tutta questa vicenda, una novità positiva di un popolo, quello di sinistra che sa bene ciò che vuole e quali sono gli obbiettivi che intende raggiungere e che finalmente a capito che l’unico modo per poterci arrivare è quello di fare piazza pulita di un modello di partito e di una classe dirigente succube e complice delle caste e dei poteri forti. Sembrerà impossibile ma proprio nelle ceneri odierne della sinistra italiana si vede quello spiraglio di luce che ci può far ripartire. Oggi si è vissuto  la pagina più buia della nostra storia, ma se la voltiamo davanti a noi si apre una pagina bianca tutta da scrivere; la sinistra è ricca di un bagaglio di contenuti e di valori ideali che nessuno potrà mai violare; ripartiamo da essi e con essi cominciamo il cammino per scrivere insieme una nuova storia.
Tonino Ditaranto

1 commento:

Anonimo ha detto...

La storia si ripete.....Napo orso capo, colpisce ancora!!!



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