lunedì 14 maggio 2012

Il discorso della Monti-agna In quel tempo, alla vista delle folle imbestialite, convenute da tutta l’Italia, il Governatore Mario risalì sul Monte Citorio. E tutta la folla cercava di toccarlo, perché da lui usciva una forza, che tutti e tutto sanava. Dopo che si fu assiso sul suo comodo scranno, gli si accostarono i discepoli, Giuliomaria, Gianpaolo, Piero, Corrado, Francesco, Lorenzo, Renato, Enzo, Andrea, Filippo, Staffan, Vittorio ed altri; un poco più discosto, umilmente, si accomodarono le pie donne, Elsa, Anna Maria, Paola ed altre ancora. Levati allora gli occhi su questi suoi discepoli, egli diceva: “Beati i poveri nella scarsella, perché su di essi si abbatterà la scure di Equitalia . Beati gli afflitti, perché saranno oberati da una caterva di tasse. Beati i miti, perché non erediteranno che balzelli. Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché rimarranno loro secche le fauci e vuoto lo stomaco e non saranno mai saziati. Beati i misericordiosi, perché troveranno chi non li perdonerà mai. Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio, molto presto, nell’Aldilà. Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio ed andranno in “missione di pace” per tutto il mondo. Beati i perseguitati a causa della giustizia, perché di essi sono le celle delle carceri. Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia; allora sarete chiamati ad occupare uno scranno in Parlamento. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa; nei Cieli , non quivi, poiché il mio Regno è di questo mondo.” Ed ancora Mario disse: Beati voi che ora piangete, perché continuerete a spandere gran copia di lagrime, insieme ad Elsa. Beati voi quando gli uomini di Equitalia vi odieranno e quando vi metteranno al bando e v'insulteranno e respingeranno il vostro nome come scellerato, a causa delle cartelle delle tasse. Rallegratevi in quel giorno ed esultate, perché, ecco, la vostra ricompensa è grande; ma nei Cieli, non qui ed ora. Allo stesso modo infatti facevano con i vostri padri e con i vostri nonni. Ma beati voi, ricchi, perché avete già la vostra consolazione, a josa. Beati voi, che ora siete sazi, e che non avrete mai fame e sete. Beati voi che ora ridete, perché continuerete a farlo, a crepapelle, mai sarete afflitti né, tantomeno piangerete. Beati voi, quando tutti gli uomini sciocchi diranno bene di voi e vi eleggeranno ancora, come vostri rappresentanti, in Parlamento.” Quando poi Mario ebbe finito questo discorso, le folle stupivano della sua faccia tosta, perché egli le ammaestrava come un gregge di pecoroni, ma non come un buon pastore. Disceso poi Mario dal Monte, grandi folle lo inseguivano, armate di bastoni nodosi, ed egli si rifugiò allora nel Palazzo. Liberamente ispirato ai Vangeli di Matteo, 5, 1-12 e di Luca, 6, 17-26 ed aggiornato ai tempi odierni da Franco Bifani

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