lunedì 21 maggio 2012
Voto di protesta? No, quello di Parma è un voto ragionato
Solitamente davanti a risultati cosi eclatanti come quello odierno di Parma, che ha visto prevalere il candidato del movimento 5 Stelle Federico Pizzarotti, al quale va il nostro più sincero augurio di buon lavoro, siamo abituati a pensare subito al classico voto di protesta.
Questa volta non siamo d’accordo, se ciò era ipotizzabile al primo turno, di fronte ad una astensione di oltre il 35% e al grande successo del movimento attestatosi sul 19%, il risultato odierno assume tutt’altro significato per diverse ragioni.
1°) Bernazzoli perde qualche migliaio di voti rispetto al primo turno,
2°) Il calo dell’afflusso elettorale che in Italia supera il dodici per cento, a Parma risulta più contenuto e questo grazie agli elettori che non si erano recati alle urne al primo turno e che invece hanno deciso di votare al ballottaggio, ciò dimostrato dalle file dei giorni scorsi presso gli uffici del comune per richiedere le tessere elettorali,
3°) Negli ultimi quindici giorni abbiamo assistito ad un inasprimento dei toni elettorali da parte delle forze del centro sinistra e in particolare alla corsa agli appelli pro Bernazzoli da parte di ricercatori, medici, coop sociali e dirigenti sindacali, blog locali e della stessa Gazzetta di Parma che a nostro avviso hanno sortito l’effetto contrario, proprio in virtù del fatto che la gente ha imparato a pensare con la propria testa, non accetta più condizionamenti e in particolare avverte come una ingerenza i tentativi forzati di coloro che vogliono imporre determinate scelte-
Parte dell’elettorato di centro destra ha votato per Pizzarotti, ma non sarebbe riuscito a farcela se non fosse stato sostenuto da una gran parte di uomini di sinistra che ragionevolmente hanno visto questa volta la possibilità reale di dare uno scrollone storico ad una dirigenza politica del PD e dei partiti satelliti che in questi anni ha costruito la propria politica solo sulla logica delle spartizioni e dei reciprochi scambi di favori con i poteri economici e il mondo delle cooperative, di questa politica Bernazzoli è sempre stato il manovratore principale.
Eppure i sintomi e anche gli esempi negli anni scorsi erano venuti fuori con forza, ma nessuno aveva voluto porvi rimedio.
Si cominciò con Soragna, la cittadina di Garbi, dove il centro sinistra grazie alle imposizioni di Bernazzoli perse il comune e il PD non entrò neanche in consiglio, per continuare con Fidenza e Salsomaggiore, comuni andati alle urne nel 2009 e nel 2011 dove sempre la lunga mano di Bernazzoli impose i propri candidati non senza lasciare sul campo morti e feriti in una guerra fraticida all’interno dello stesso PD.
Quella di oggi altro non è che la naturale conseguenza di una politica di personalizzazione ed interessi voluta da una classe dirigente arrogante ed autoreverenziale.
Personalmente mi auguro che Pizzarotti a Parma possa in qualche modo riuscire a risolvere i problemi di una cittadina sommersa dai debiti e dagli scandali a cominciare dal necessario ripianamento economico e dalla riconversione dell’impianto di incenerimento dei rifiuti ormai in fase di ultimazione, resto però consapevole del fatto che un reale cambiamento non possa venire dal movimento 5 Stelle che pure annovera nelle sue fila giovani molto volenterosi, che però è molto lacunoso nel proprio programma specie in materia di problematiche sociali e del lavoro, cosi come credo anche che non possa essere Grillo l’esempio che i giovani possano seguire, il nuovo si costruisce con l’umiltà e la disponibilità verso gli altri e non con i proclami, l’odio e l’arroganza, tutte cose che in Grillo non mancano sicuramente.
Resta quindi da capire se saremo in grado oggi di comprendere fino in fondo il messaggio molto forte che i cittadini di Parma hanno voluto mandare oggi e se le forze del centro sinistra saranno in grado fin da domani di saper correre ai ripari e lanciare una vera ricostruzione.
Questo è l’auspicio che in tanti ci auguriamo e il primo esempio magari potrebbe essere la sfiducia da parte del PD e delle altre forze che compongono la coalizione al Presidente della Provincia che non ha voluto dimettersi prima delle elezioni come sarebbe stato giusto facesse e che ora di fronte ad una tale sconfitta è ancora più giusto che si faccia definitivamente da parte.
Tonino Ditaranto
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