mercoledì 2 maggio 2012

CERA UNA VOLTA IL PRIMO MAGGIO


IL PRIMO MAGGIO

era il nostro impegno per il lavoro, per la dignità del lavoro, un lavoro che soddisfacesse la persona e che lo rendesse libero, il lavoro al servizio del bene comune.
Oggi il lavoro ha preso altri significati, ha perso la sua natura di "nobilitizzazione" della persona e sempre più si avvicina allo schiavismo, strumento di ricatto di avidi avvoltoi che vorrebbero gli uomini più simili alle bestie. Ora anche il lavoro quasi non c'è più, ma rimane il PRIMO MAGGIO, quello di Napolitano, di Bersani, di Fassino, di Monti, quello del governo dei tecnici che assumono altri tecnici per inventarsi i tagli alla spesa ma che intanto spendono per dar loro l'incarico, resta il PRIMO MAGGIO dei tanti che si avvicendano in trasmissioni televisive e sui palchi per parlarci ancora di questa festa a cui loro stessi per prima non credono e si riempiono la bocca di belle parole, parlano di lotta e di solidarietà per i tanti che non ce l'hanno fatta e si son tolti la vita, peccato solo che quelle parole resteranno su quei palchi e quegli studi televisivi dove sono state pronunciate, perché tanto la maggior parte di loro dimenticherà quello che loro stesso hanno detto davanti alla cena serale e ad un buon bicchiere di vino ricacciando nell'indifferenza coloro che ancora oggi muoiono del lavoro che c'è e di quello che viene a mancare.
Io stasera non ho fame, magari mi rifaccio domani ma per adesso voglio rimanere con l'amaro in bocca dalle stronzate che ho sentito oggi in TV.

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