del vento che piega le cime e con le cime
il tuo corpo di schiava piegata al volere
del dio?
Se non ora quando, solleverai da terra
la polvere e il fango che addosso
si accalca, e il tanfo di lercio laverai
dalla tua offesa pelle?
Se non ora quando, sentirai nel petto
il dolore che ti hanno inflitto,
e il pudore lascerà il posto alla rabbia
e dal volto leverai la tua rassegnazione?
Se non ora quando, il tuo corpo non sarà
più vetrina e oggetto di squallidi desideri,
e prenderai le redini e non più stupri
e non più pasto per libidinosi individui?
Se non ora quando?
Io penso sia ora, e penso che anche tu
lo pensi, e in tanti lo pensiamo,
e la ribellione ancora più forte
lancerà quell’urlo e tutti sapranno
cosa davvero vuol dire
essere donna.
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