domenica 20 novembre 2011

DESTRA-SINISTRA, esistono ancora le distinzioni?


Destra-Sinistra, esistono ancora delle distinzioni?
Siamo abituati ad individuare le formazioni politiche secondo la vecchia logica che vedeva contrapposte destra e sinistra secondo uno schema ben preciso che voleva i primi portatori di idee di conservazione mentre i secondi gli autori di proposte progressiste.
Per circa due secoli, sulla base di tale etichettazione politica gli schieramenti sono stati ca talogati come appartenenti alla destra o alla sinistra, e ancora oggi io stesso mi riferisco spesso ai partiti politici secondo tale distinzione.
Il PDL secondo tale logica dovrebbe essere oggi il maggior partito di destra attorno al quale girerebbero i partiti satelliti che lo appoggiano nei suoi governi, mentre sull’altra sponda il PD sarebbe il sole attorno al quale girerebbero i partiti minori, dai neocomunisti di rifondazione, fino ai dipietristi, naturalmente passando per Vendola che formerebbero l’universo della sinistra. Infine poi ci sarebbe l’UDC che con i fuoriusciti del PDL, i finiani che si collocherebbero al centro.

Tutto questo secondo la vecchia logica, ma nei fatti le cose non stanno esattamente in questo modo.
Crediamo sia possibile che un personaggio come Renzi di Firenze, lo stesso Penati, o i vendoliani Migliore e Ciccio Ferrara possano essere portatori di idee che una volta erano di sinistra? Cosa può aver di sinistra uno che mira esclusivamente ai propri tornaconti personali incurante dei disagi di quanti oggi non arrivano alla terza settimana del mese? E cosa può avere di destra uno che vota PDL per paura che i fantomatici comunisti gli tolgano il televisore, quando invece non si preoccupa dei tanti televisori che la tassazione dei governi di destra gli toglie direttamente sullo stipendio o sulla pensione?
Credo sia giunto il momento di superare i luoghi comuni della etichettazione in destra o sinistra degli schieramenti politici e cominciare a fare distinzioni un tantino diverse.
Oggi la distinzione non può essere che una solo, cioè in chi si arricchisce sempre di più e chi invece diventa ogni giorno più povero.
Un parlamento che commissaria l’Italia praticamente all’unanimità mettendola nelle mani di un commercialista non può essere ne di destra ne di sinistra ma appartiene a quella categoria molto solidale tra loro e corporativa che ha come unico scopo difendere il proprio stipendio da nababbi e i privilegi acquisiti, vitalizio compreso.
Quanto crediamo sia possibile che DiPietro o Bersani rinuncino almeno alla metà del loro stipendio da onorevole per venire incontro alle esigenze della crisi economica italiana?
Crediamo sia possibile la stessa cosa per Vendola, Formigoni, o i tanti consiglieri regionali che guadagnano allo stesso modo dei parlamentari, rifondaroli, grillini e indignati qualunque compresi?
Tutto ciò quando si parla di politici, ma la stessa cosa si potrebbe benissimo dire in qualunque altro settore della nostra vita pubblica, a cominciare dai tanti pseudo giornalisti conduttori di programmi o riviste che fanno le proprie fortune nella ricerca degli scandali, quando il primo vero scandalo sono i contratti milionari che essi hanno con RAI o altre TV per la conduzione di detti programmi.
Tutte queste persone o politici possono definirsi di destra o sinistra a loro piacimento, ma di fatti appartengono tutti alla stessa categoria, quella degli sfruttatori, mentre i fessi resteremo sempre gli stessi sia che amiamo definirci di destra sia che ci definiamo di sinistra.

1 commento:

FB ha detto...

Tonino, hai ragione, sono d'accordo con te; mi spiace solo di non avere più la forza fisica e morale dei 20 anni; se poi mi permetti una battuta, guardando l'icona messa ad inizio pagina, ti assicuro che passerei volentieri da destra a sinistra, per poi fermarmi al centro, senza alcuna crisi di coscienza.