HAMM PUSAT CHITARR E TAMMORR E CHESTA MUSICA SADDA CAMBIA’, SIMME BRIGANTI E FACIMM PAUR E CA SC’CUPPETT L’AVIMMA SUNA’
(abbiamo posato chitarre e tamburi e questa musica dobbiamo cambiare, siamo briganti e facciamo paura e con lo schioppetto la dobbiamo suonare)
Con queste parole comincia una antica canzone dei briganti lucani del dopo unità d’Italia, quando a gruppi numerosi ed organizzati, contadini e braccianti lucani, privati della terra, unica fonte di loro sostentamento, si diedero alla macchia per combattere l’allora prepotenza dei Savoia che a loro volta avevano sostituito l’altrettanta prepotenza dei Borboni.
Uomini si nasce, briganti si muore. Cos’altro può un padre di famiglia privato del lavoro e della terra per assicurare alla propria famiglia il necessario per il vivere quotidiano, se non darsi alla macchia e cercare di portare a casa anche con metodi illegali ciò che ormai non riesce più a portare a casa con l’onesto lavoro?
Sono passati centocinquanta anni dalla nascita dell’Italia unita, e sessantasette anni dalla fondazione della Repubblica italiana, e lo scenario che si presenta oggi davanti a molte famiglie italiane è lo stesso di centocinquanta anni fa.
Ancora una volta ci si trova di fronte a sopprusi ineguagliabili da parte dei detentori del potere. Ieri era lo stato del Piemonte che toglieva la terra per darla ai conti e baroni che si erano schierati con i Savoia, oggi è Equitalia che toglie le case, le auto, le terre a chi ha perso un lavoro e non può più far fronte ad un sistema di gabelle usuraie che lo Stato ci impone.
Mario Monti ha sostituito Berlusconi, ma la musica non cambia, lo scenario che si prospetta davanti alle famiglie italiane è sempre più grave, nuove e più pesanti tasse si prevedono, a cominciare dalla reintroduzione dell’ICI sulla prima casa, tutto ciò per far fronte alla crisi economica, e con l’aggravante che Monti non ha neanche la legittimazione di un voto popolare.
La crisi economica non è la crisi dei lavoratori o delle famiglie italiane, bensì la crisi di un sistema economico capitalista e bancario che negli anni addietro a guadagnato miliardi di euro senza dividerli con i lavoratori e senza che le famiglie ne abbiano mai tratto alcun vantaggio.
Allora perché oggi che quel sistema è in crisi non vendono i loro beni per pagare i debiti, invece di far cadere ancora una volta il peso delle loro incompetenze ed avarizie sui lavoratori?
Se una qualunque persona fallisce o non ha i soldi per pagare i propri debiti le banche si accaniscono come avvoltoi per togliergli anche gli indumenti intimi, allora perché oggi noi dovremmo pagare i debiti delle banche per non farle fallire?
Cosi non ci siamo. Ne il Governo Monti, illegittimo in quanto non suffragato dal voto popolare, ne un Parlamento ipocrita che pensa solo a non perdere i propri privilegi, ne i partiti, ormai sempre più servi delle caste, hanno più il diritto di imporre il loro strapotere agli italiani.
Siamo nati uomini e come tale siamo cresciuti mantenendo la nostra dignità e contribuendo al bene della nostra nazione nei confrinti della quale continuiamo ad averne, nessun dovere ci compete invece verso provvedimenti presi da coloro che ci stanno affamando per mantenere il loro benessere.
Siamo nati uomini, oggi forse è il caso di diventare briganti.
Tonino Ditaranto
3 commenti:
Tonino, hai ragione, ma come vedi, se appena alzi la testa, te la rompono a manganellate, qui in Italia come a New York; e devi anche stare buono, altrimenti sei anche incriminato per resistenza a pubblico ufficiale. Dovresti prenderle sulla zucca e startene bravo e zitto, in attesa di essere poi messo in galera e comparire dinnanzi ad un magistrato, che ti condanna a 5mila anni più le spese, come cantava De Andrè. Con te è severissimo, perchè sei uno di quelli che tentano di scardinare il sistema politico che al magistrato fa molto comodo.
Franco, oggi il problema non è neanche più quello di prendersi delle manganellate in testa o meno, oggi la domanda che ci dobbiamo porre è se questo Governo o questa classe politica sia legittimata o meno a decidere delle sorti del nostro Paese. Il Governo sicuramente no, non essendo l'espressione di una volontà popolare, mentre la classe politica ha tradito completamente la fiducia del popolo che l'aveva eletta portando l'Italia ad essere Governata dalle banche e dagli speculatori. Credimi il popolo non ha più alcun dovere verso uno Stato che ha cancellato i principali fondsamenti sui quali è nato e oggi dovrebbe decidere di riprendersi la propria sovranità, sancita dalla Costituzione, anche se ciò vorrà dire prendersi le manganellate in testa. La Repubblica italiana è nata sul sangue versato da tanti giovsani che hanno perso la vita per combattere il fascismo, oggi tocca a noi fare la nostra parte per difendere il loro sacrificio e ricacciare indietro il nuovo fascismo camuffato di una parvenza di democrazia verso il quale ci stanno portando i politici di destra che di sinistra.
L'unico dovere che oggi abbiamo è quello di difendere la nostra democrazia anche se ciò vorrà dire versare nuovamente sangue e sudore.
Ove un qualsiasi regime politico ponga in pericolo il conseguimento di questi diritti -uguaglianza, vita, libertà e conseguimento della felicità- il popolo ha il diritto di modificarlo o di abolirlo, fondando un nuovo governo che si regga su tali principii e di ordinarne il potere in quella maniera che gli sembri più adatta a procurargli sicurezza e felicità.Ma se una lunga serie di abusi e di oppressioni rivelano l'intento di piegare un popolo sotto un illimitato dispotismo, quel popolo ha il diritto ed il dovere di abbattere un simile governo e di provvedersi nuove garanzie per la sua futura sicurezza. Così si esprime l'introduzione alla Dichiarazione d'Indipendenza americana.
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