martedì 8 novembre 2011

LA MASCHERA



La maschera è quella identità che ci creiamo per voler apparire agli altri diversi da quello che siamo.
Ho chiuso facebook per qualche giorno, volevo rendermi conto di quanto nell’utilizzo di una macchina potente come un network riusciamo a rimanere noi stessi e quanto invece subiamo i condizionamenti che inevitabilmente il rapporto, sia pure virtuale, con centinaia di nuove persone suscitano su di noi.
Possiamo chiedere a chiunque quanto si lasciano inconsapevolmente condizionare e tutti ti risponderanno di non subire condizionamenti di sorta.
Nulla di più inesatto. Ognuno di noi, e ho avuto modo di sperimentarlo personalmente, nell’approcciarsi all’incontro con nuove realtà, nel proprio inconscio tenta di apparire agli altri sotto una veste il più piacevole possibile e a secondo degli interlocutori che si incontrano ci si crea una identità diversa da quella che realmente viviamo.
Tutto questo è possibile perché fondamentalmente nessuno di noi è contento della propria personalità, al punto da mettersi sempre in discussione con una continua richiesta di conferme che si cercano in altri, dimostrandosi sempre più disponibili a cambiare anche modo di pensare pur di sentirsi dare del bravo, come se il plauso di altri ci confermassero i nostri contenuti.
Niente di più sbagliato, non può essere un contenitore come facebook a darci le conferme che non riusciamo a trovare da noi stessi, se mai può aiutarci a confrontarci senza però subirne i condizionamenti indotti.
Basta spegnere il pc per ritrovarsi nuovamente nelle proprie domande angosciosamente senza risposte e senza che quei dieci minuti di euforia dovuta al plauso di altri abbiano portato alcun giovamento o fugato il minimo dubbio.
Le risposte vere, quelle che non possono in alcun modo deluderci, sono sempre dentro di noi, fanno parte dei nostri valori, di quello che quotidianamente viviamo, gli affetti più cari, gli amici, quelli che ti sono vicino anche quando non ci sono, o che soffrono in silenzio per non disturbare la voglia irrefrenabile dell’amico di crearsi una maschera.
Ho riaperto Facebook con la convinzione che se sappiamo essere noi stessi, possiamo anche prenderci critiche piuttosto che plausi, ma alla fine la vera identità che conta è quella che guardiamo ogni mattina nello specchio quando ci laviamo la faccia.
Dedicata a me stesso

Tonino Ditaranto

1 commento:

Franco Bifani ha detto...

Tonino, hai ragione; però quel difettuccio di voler apparire diversi da quel che siamo in realtà, è proprio delle persone deboli, influenzabili, malleabili e plagiabili,delle banderuole,che corrono dove le porta un vento maligno, invece di mantenere salda la rotta verso porti sicuri, in compagnia di una ciurma di persone amiche e fidate. Io comunque, che sono un brutto bastian contrario della malora, ti confesso che, quando scrivo sui blog, cerco di apparire il peggio possibile, bastardo dentro; però non dimentico gli amici, così come i nemici, non gioco ai quattro cantoni e non faccio i balzi della quaglia. A buon intenditor, poche parole.